5.

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Dalla sera della festa Thomas e Newt non fecero altro che ignorarsi, scambiandosi un saluto di tanto in tanto quando si incrociavano per casa.

Dopo quel giorno, la vita di Newt proseguì nel più normale dei modi, se non per il fatto che, con l'assenza di sua sorella, non aveva più nessuno con cui chiacchiere seduto sul divano.

Inoltre la presenza di Thomas in casa in qualche modo lo infastidiva.
Innanzitutto non sopportava il fatto che si ignorassero: insomma, a Newt non sembrava che gli fosse dispiaciuto che gli si fosse strusciato addosso né, tantomeno, aveva fatto qualcosa per evitare quel contatto. In fondo era stato Thomas stesso ad iniziare il tutto!

Ma Newt non aveva la minima intenzione di chiarire col moro, ancor meno dopo aver scoperto da Ben e Minho che aveva iniziato a vedersi con Teresa.
I due ragazzi avevano dato per scontato che il biondo lo sapesse già, quando in realtà non ne aveva avuta la più pallida idea.

I giorni passavano e i due si limitavano a darsi il buongiorno e, quando capitava, la buona notte; per il resto della giornata si scambiavano giusto qualche frase di convivenza del tipo "lascio le chiavi sotto lo zerbino?" "Preparo un caffè anche per te?" "Vuoi i pomodori nel tuo panino?" e così via.

A Newt, da un lato, andava bene così, la sua cotta non gli era passata e ogni tanto si ritrovava a fissare Thomas che, sfacciato, non si faceva alcun problema a camminare mezzo nudo per casa.

Inoltre, il ragazzo aveva legato molto con i Radurai che lo invitavano ad uscire con loro ogni qual volta il gruppo si riuniva.
Per la "felicità" di Newt, molto spesso, si univa anche Teresa. Non che stesse simpatica a qualcuno ma, non potendo di certo cacciarla, facevano in modo di non farla sentire la benvenuta: una sera, ad esempio, Minho le sputò in faccia del succo di frutta, con la classica scusa dello scoppiare a ridere per una battuta, facendo poi un occhiolino a Newt; un'altra volta, "per sbaglio", Frypan le mise del burro di arachidi, di cui la ragazza è allergica, in un sandwich.

***

Quella mattina Newt si alzò e si diresse in cucina. Come sempre non degnò di una sguardo Thomas, già in piedi che si cimentava sui fornelli, e si versò un caffè.

"Vuoi che prepari qualcosa anche per te?"
"Grazie ma non ho fame." Rispose freddo Newt nello stesso istante in cui il suo stomaco iniziò a brontolare.
"Qualcosa mi dice che non è così." Sospirò Thomas, posando in un piatto due toast e porgendolo a Newt. "Devi mangiare, biondino, stai diventando magrolino e pallido."
"E a te che importa?" Sputò Newt, afferrando il piatto e sbattendolo sul tavolo. Prese poi posto, strisciando la sedia e sbuffando, guardando male il moro.
Thomas si limitò a sospirare.
Per un po' stettero in silenzio, Newt che se ne stava seduto a sorseggiare il suo caffè e Thomas che ogni tanto gli scoccava delle occhiate furtive.

"Smettila di fissarmi. Mi infastidisci."
"Si può sapere che ti prende?" Domandò Thomas allargando le braccia "Non fai altro che non parlarmi ed in più quando usciamo con gli altri non fai che startene in disparte a parlare con Minho e a lanciarmi occhiate infuocate. Neanche fossi la causa di tutti i tuoi mali!"
"E adesso sarebbe colpa mia?" Urlò Newt di rimando, rosso di rabbia "sei tu che hai iniziato col tuo stupido giochetto. Non so chi tu creda di essere ma puoi star certo che né le mie conversazioni né tantomeno i miei pensieri sono lontanamente focalizzati su di te! Quindi ora, se non ti dispiace, io vado a lavoro dove non sarò accusato di trattare male qualcuno senza una ragione!" Continuò, alzandosi di scatto e uscendo, sbattendo la porta.

***

"Perché non usciamo stasera, amico? Ti aiuterà a sbollire i nervi! Degli amici mi hanno invitato in un night club ed hanno anche prenotato un tavolo! Magari farai anche qualche nuova conoscenza, chi può dirlo?"
Newt era a telefono con Minho. L'amico gli aveva raccontato della discussione avuta con Thomas.
"Non lo so Minho, sono nervoso, non mi va di conoscere nessuno!"
"Dai Newt, sempre meglio che tornare a casa, no? Svagare un po' ti aiuterà a calmare i bollenti spiriti anche se sono sempre dell'avviso che secondo me dovreste chiarire una volta per tutte! Questa cosa sta diventando difficile anche per me, sono stanco di dovermi dividere tra voi due!"
Newt sbuffò, posando dei libri negli scaffali. "D'accordo, ci vengo, almeno non sarò costretto a vedere quella faccia di caspio in giro per casa."
"Come se ti dispiacesse" rise Minho.
Newt attaccò il telefono, sbuffando per l'ennesima volta e insultando l'asiatico mentalmente.

***

Erano in quel club da un paio d'ore e Newt aveva già bevuto un po' troppo.
Gli amici di Minho erano simpatici e l'asiatico in quel momento era in pista a scatenarsi con Mandy, una morettina tutta curve, che aveva conosciuto quella sera.

Newt, invece, era ancora seduto al tavolo, in compagnia di un ragazzo, che il biondo scoprì chiamarsi Simon.

"Vuoi ancora un drink, Newt?" Gli chiese quest'ultimo, un po' troppo vicino. Newt accettò, nonostante avesse già bevuto troppo. Finirono il loro bicchiere raggiungendo poi la pista e cominciando a scatenarsi.
Simon cingeva i fianchi di Newt ed era un po' troppo vicino ma il ragazzo lo lasciò fare, troppo ubriaco per protestare. Ma quando questi si sporse in avanti, cercando di baciarlo, Newt si allontanò velocemente, con la scusa di dover andare al bagno e seminandolo tra la folla.

Raggiunse i bagni e si mise in fila, appoggiandosi alla parete.
Li la musica arrivava più ovattata e un po' di frescura gli stava dando sollievo. Aveva la vista leggermente appannata e la testa cominciava a fagli male.

Prese il telefono e se lo portò all'orecchio. Erano le 4:30 del mattino ma Thomas rispose alla sua chiamata dopo due squilli.
"Biondino?" Lo sentì domandare, la voce confusa e assonnata.
"Si, sono io!" biascicò Newt "volevo solo dirti che mi dispiace aver urlato stamattina ma ancora non ti ho perdonato per il toast bruciato che mi hai preparato!" Rise, iniziando a canticchiare.
"Dove sei?" Chiese Thomas.
"Sono in fila, mi sto per fare pipì sotto! Non riuscirò a trattenerla a lun..." si interruppe, iniziando a ridere. "Un tipo ha appena pisciato a terra ed è inciampato, che schifo!"
"Newt, hai bevuto?" Chiese Thomas, serio tutto ad un tratto.
"Mmh, si, ma solo un pochino!" Gli rispose Newt, alzando anche la mano e allargando il pollice e l'indice come a far intendere la grandezza.
"Ascoltami, biondino, voglio che tu torni a casa adesso. Sono stato abbastanza chiaro?"
"Sei così autoritario!" Brontolò Newt. Si sentiva leggero, la mente annebbiata dall'alcol. "Non provocarmi, biondino! Non farlo!" Iniziò a imitarlo, gesticolando con le braccia "no, biondino, stammi lontano, anzi no, aspetta resta qui, torna a casa, non bere!"
"Questo è troppo. Dimmi dove sei." Lo interruppe Thomas.
"Sono molto lontano da te, Tommy!"
"Qual è il nome del bar, Newt?"
"Non lo so, devo andare, è il mio turno per fare la pipì" gongolò felice.
"Biond..." Newt staccò la telefonata, sorridendo soddisfatto. Gliele aveva cantate, eh?

Il cellulare prese a squillargli un istante dopo. Era di nuovo Thomas.
Si portò l'apparecchio all'orecchio ma prima ancora che riuscisse a pronunciare una singola parola la voce del ragazzo gli arrivò, fredda e autoritaria.

"Non muoverti da lì, biondino, sto venendo a prenderti."

***

Newt uscì dal bagno ancora del tutto intontito. Cominciò a cercare Minho con lo sguardo ma non lo vide da nessuna parte.

Sgusciò fuori dal bar e per poco non inciampò in un ragazzino collassato poco distante dall'entrata.

L'aria fresca lo fece rabbrividire e si strinse delle spalle cercando di darsi un po' di calore.

"Hey Newt, ecco dov'eri!" Simon, lo aveva raggiunto fuori. "Non torni dentro? Ci stavamo divertendo, non credi anche tu?" Gli disse ad un orecchio, avvicinandosi come sempre un po' troppo e portando una mano sui suoi glutei. Newt sentì un brivido lungo la schiena.
"Lasciami." Mormorò poi, privo di forza.
"Sei così bello, Newt." Biascicò Simon al suo orecchio, non accennando a spostare le sue mani dal corpo del biondo.

"Ha detto che devi lasciarlo" ringhiò una voce alle loro spalle.
Newt la riconobbe all'istante.

Thomas.

"E tu chi saresti?"
"Sono quello che ti spaccherà la faccia se non te ne vai entro tre secondi." Gli rispose il ragazzo, l'espressione minacciosa, il tono glaciale. Alzò uno mano mostrando l'indice "uno..."

Simon si staccò da Newt all'istante e si allontanò velocemente, rientrando nel night.

Thomas si avvicinò a Newt che aveva iniziato a barcollare leggermente, aiutandolo a restare in piedi.

"Ti avrebbe mangiato se non fossi arrivato in tempo, sembri un pulcino." Sorrise il moro.
Newt sentì le guance imporporarsi.

"Forza, biondino, torniamo a casa, Gally mi ha prestato l'auto. Ce la fai a camminare fino a lì?"

Roommates. || Newtmas ||Where stories live. Discover now