3.

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Il profumo di uova strapazzate e bacon inondò la stanza svegliando Newt che si mise a sedere intontito, stiracchiando le braccia.
L'orologio segnava le 7 ed una leggera luce mattutina penetrava dalla finestra.
Il ragazzo biondo si stropicciò gli occhi, sbadigliando, rendendosi poi conto di avere addosso una coperta che non ricordava di aver preso la sera prima.

Si alzò e si diresse in cucina, lo stomaco che brontolava, seguendo la scia di profumo.

La scena che gli si presentò davanti lo mandò letteralmente fuori di testa: Thomas, con addosso solo i boxer, che preparava la colazione, canticchiando un motivetto che l'inglese non conosceva.

Newt rimase sullo stipite della porta, la bocca aperta, qualcosa che quasi si risvegliava da un punto preciso in mezzo le gambe.
Si riscosse, cercando di darsi un contegno, e si schiarì la voce. Si impose di non guardargli il culo.

Il moro lo sentì e si girò con un sorriso smagliante dipinto sul volto. Newt notò anche che Thomas aveva dei tatuaggi sul petto oltre che sulle braccia.

"Buongiorno biondino. Dormito bene?" Chiese.
"Buongiorno anche a te, e grazie per la coperta" rispose Newt, la consapevolezza che si faceva strada dentro di lui. L'altro si limitò ad annuire, il sorriso ancora sulle labbra.
"Spero tu abbia fame, biondino" aggiunse poi, mentre l'altro era intento a prepararsi una tazza di latte.
Newt non ebbe il tempo neanche per rispondere che Thomas si avvicinò a lui, un boccone a mezz'aria.
"Assaggia." disse avvicinandogli la forchetta alla bocca.
Newt ne prese un po', il viso un po' troppo rosso.
"È buono." Sussurrò appena. Thomas doveva saperci fare con i fornelli e magari anche con qualcos'altro, si ritrovò a pensare Newt...
Thomas gli sorrise, incatenando il suo sguardo in quello dell'altro, l'atmosfera tutto ad un tratto pesante.
Dopo quella che parve un'eternità fu Newt il primo a riscuotersi, schiarendosi la gola per la seconda volta quel giorno e allontanandosi, sedendosi a tavola e recuperando il suo latte, quasi del tutto dimenticato.
Non aveva più tanta fame.

Thomas preparò due piatti e raggiunse il biondo, prendendo posto di fronte a lui.
Newt sorseggiò il suo latte, posando poi la tazza sul tavolo.
Thomas iniziò a fissarlo, un sorriso trattenuto.
"Che c'è?" Chiese Newt, il tono più brusco di quanto volesse in realtà.

"Hai i baffi di latte, biondino." Rise il più giovane.

Newt fece per pulirsi ma Thomas lo fermò, avvicinandosi a lui.

"Faccio io." Gli disse, prima di sporgersi in avanti, leccandogli la porzione di pelle sopra il labbro.

Il biondo si immobilizzò all'istante, la faccia rossa, lo stomaco completamente chiuso.

"Ecco, ora è pulito." Si allontanò l'altro, un sorriso furbo, tornando a sedersi e continuando a mangiare con espressione innocente.

***

"Mi ha leccato la faccia!" Urlò Newt a Minho, da un capo all'altro del telefono, non appena questi rispose.

"Oh wow, credevo avreste resistito più di due giorni prima di saltarvi addosso." Rispose l'asiatico. Newt poté giurare di sentirlo trattenere le risate.

"È insopportabile! Per non parlare del fatto che è sfacciato, arrogante e pieno di sè!" Continuò il biondo, ignorando le parole dell'altro.

"E questo ti manda fuori di testa" concluse Minho. "Dov'è adesso?" Chiese poi.

"È andato a cercare un lavoro come allenatore o qualcosa del gen..." Newt venne interrotto da un urlo di Minho, che lo obbligò ad allontanare la cornetta dall'orecchio.

"Può lavorare per me!" Esclamò, entusiasta "avevo proprio bisogno di qualcuno che mi aiutasse in palestra."

L'asiatico, infatti, faceva da allenatore di atletica nella palestra di proprietà dei genitori, poco distante da casa di Newt.
Il biondo fece per ribattere, ma Minho riattaccò il telefono, dicendogli di dover parlare subito con Thomas, lasciando Newt con la cornetta ancora a mezz'aria.

***

Lavorare in biblioteca era la cosa che Newt preferiva in assoluto. Amava leggere in silenzio e soprattutto consigliare ai propri clienti dei nuovi libri. L'odore che emanavano gli scaffali, poi, gli ricordava di quando, da bambino, leggeva le favole a Sonya per farla addormentare.

In quel momento la biblioteca era piuttosto vuota e Newt stava leggendo "l'ombra del vento", uno dei suoi romanzi preferiti.
Ma quel giorno, anche immerso nel silenzio della struttura, non riuscì a concentrarsi, i pensieri focalizzati su un solo argomento preciso:

Thomas.

Il ragazzo non riusciva a togliersi dalla mente quello sfacciato, antipatico ed incredibilmente sexy del suo ospite.
Da quando era arrivato non faceva altro che pensieri poco casti su di lui, e l'altro, con il suo continuo provocare, di certo non aiutava.

L'indomani, inoltre, ci sarebbe stata la festa organizzata da Minho. Sperò con tutto il cuore che il ragazzo non esagerasse con gli alcolici.

Sbuffò, rinvigorendosi i capelli e zittendo, poi, un paio di ragazze che continuavano a parlare ad alta voce.
Il suo turno sarebbe finito dopo 15 minuti e Newt non vedeva l'ora di tornare a casa, farsi una lunga doccia ed una lunga dormita, sperando di non incrociare nessun paio di occhi nocciola.

Roommates. || Newtmas ||Where stories live. Discover now