Capitolo 7

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Lexi si dondolava nervosa davanti alla porta di legno massiccia che la divideva dal male. Sospirò prima di lasciar cadere lo sguardo sul campanello colore avorio, la scritta era leggermente consumata mentre il bottone d'ottone era perfettamento lucidato. Quella casa era stupenda ma qualcosa non le quadrava, il giardino curato non aveva mai ospitato cene all'aperto, quel portino non aveva mai subito pesi di ragazzini o bambini. Quella casa non era vissuta, come le persone che ci abitavano.

Fissò ancora il campanello prima di alzare il braccio e sfiorare la porta due volte con le nocche bianche. Sentì dei passi dall'interno e subito si iniziò ad agitare, si passó le mani tra i capelli rossi per poi far strisciare la montatura degli occhiali nera su per il ponte del naso.

-Ciao!-

Alzò lo sguardo aggrottando le sopracciglia, una donna teneva uno straccio in mano mentre le sorrideva. I capelli bianchi le segnavano l'etá.

-Salve.- sussurrò timidamente.

-Sei Alexis, vero?- chiese la donna invitandola in casa.

La ragazza titubante si lasciò guidare verso la cucina annuendo.

-Calum mi ha parlato di te, dovrebbe scendere tra poco.- sorrise.

Lexi sussultó, Calum aveva parlato di lei? Scrollò le spalle prima di osservare la donna viaggiare nella cucina e aprire ogni mobile di essa.

-Accomodati cara, io sono Karen.- indicò la sedia al vertice del tavolo ridacchiando. -Joenelle aveva ragione, sei una bella ragazza.-

La rossa arrossì e silenziosamente fece strusciare la sedia verso di se.

-Lei è la madre?- riuscì a dire imbrattandosi nelle parole.

La donna rise.

-No, no, sono una specie di governante.-

In effetti indossava un tipo di abbigliamento particolare, lo straccio che teneva in mano ora aveva trovato posto dentro l'elastico dei pantaloni dove si lasciava cadere, successivamente, lungo la gamba.

-Spero che tu sia quella giusta, ha cercato tante ragazza per le ripetizioni di matematica.-

Lexi la guardò cunfusa ma si concentrò subito sul rumore della porta spalancata.

-Evans.- sentì.

Alzò gli occhi incontrando le due pozze di petrolio. La fissavano e potè vedere un sussulto sulle labbra di Calum. Le mani, prima nascoste dentro il jeans stretto, ora erano strette al petto mentre le Vans nere accavallate l'una sopra l'altra.

Le fece cenno di avvicinarsi e lei subito si alzó. L'effetto che aveva su di lei era palpabile.

-Alexis, ti fermi a cena vero?- chiese Karen sfoderando un sorriso sereno.

La rossa schiuse le labbra ma una voce forte coprì la sua delicata.

-Si, si ferma.- disse sicuro il ragazzo prima di uscire dalla stanza sicuro che Lexi lo stesse seguendo.

Le solite scale, la solita camera. Quando la ragazza vide quel letto le mancò il fiato, un flash delle labbra di Calum la colpì in piena faccia.

-Facciamo matematica?- chiese sicura appoggiando la borsa sulla scrivania sotto la finestra.

Tutta la sicurezza fu spazzata via dalla risata scherna del moro, si passó una mano sul naso marcato prima di chiudere la porta. Dopo si appoggiò al muro guardando Lexi da lontano ancora sorridendo.

-Matematica?- chiese retoricamente.

La rossa abbassó lo sguardo e le lenti le scivolarono sul naso spostandosi in basso.

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