Heartache

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La ragazza si portò le mani sullo stomaco mugolando. Strinse fra le mani la maglia di cotone chiudendo gli occhi, il suo diaframma si ritirò in se stesso facendo piegare la ragazza in avanti. Boccheggiò vedendo come le ciocche dei suoi capelli rossi dondolavano spensierati, lenti, guardò in avanti cercando di respirare il più possibile. Sapeva che quel dolore sarebbe tornato.

Puntuale arrivò. Forte, in un colpo sordo che riecheggiò tra i bagni della Whitmer High School. Lei si lasciò cadere indietro contro le mattonelle bianche, lucide come i suoi occhi. E, quando incassò un altro colpo non ce la fece più.

-Basta!-

Si liberò in un urlo straziante mentre si stringeva, in un pugno debole, il torace dolorante. Alzò gli occhi verdi verso l'alto, gli occhiali le erano stati strappati e lanciati dall'altra parte della stanza ma, nonostante questo, riusciva a vedere bene gli occhi scuri del ragazzo davanti a lui.

Neri.

Quel nero così intenso e sconosciuto che faceva paura per fino alla notte. Ed essa lo invidiava, gelosa di quel colore. Solo a guardarli sentivi la pelle d'oca crescere su tutto il corpo.

Lo fissò passarsi una mano tra i capelli color pece, come gli occhi. Tutto di lui sembrava scuro, triste, pure la sua pelle era ambrata come per confermare la teoria della ragazza stesa a terra. Gli sbuffi che uscivano lesti dalle sue labbra arrossate non si sentivano nemmeno in quell'enorme stanza vuota.

Lei sposto lo sguardo sui muri, scritte variopinte le tenevano compagnia mentre sentiva un'altra fitta colpirle le costole.

-Ti prego, basta!-

Urlò ancora ma il ragazzo scosse la testa divertito mentre la guardava contorcersi dal dolore. Quel dolore che non sarebbe svanito facilmente, come le scritte sui muri. Indelebili.

Era tutto così, angosciante.

La ragazza cercò di alzarsi appoggiando un braccio pallido sul pavimento sporco, venne subito spinta a terra.

-Evans.-

La richiamò il ragazzo, aveva una voce così roca. E a dargli un aspetto ancora più terrificante c'erano i suoi due orecchini, posti sui lobi, e il suo piercing che trapassava il suo sopracciglio scuro e folto.

-Lasciami andare, fermati.-

Sussurrò lei coprendosi il viso con le mani tremanti, lui la prese per i polsi e lei automaticamente strinse le mani in due pugni. Vicino alla sua, la pelle del ragazzo sembrava ancora più scura.

La tirò verso di se lasciandola in ginocchio sul pavimento, le prese il mento con una mano composta da dita affusolate prima di avvicinarla ancora di più.

-Fermarmi?- chiese retoricamente il moro scuotendo la testa, rise - Con te ho appena incominciato.-

Fece sfiorare le loro labbra prima di spingerla contro il muro e uscire da quel posto sbattendo la porta chiara con la maniglia di ottone rovinata.

E mentre lei si passava l'avambraccio scoperto contro il viso bagnato riusciva solo a pensare che un ragazzo con così tanti piercing e tatuaggi non poteva che essere il pericolo messo dentro a due Vans nere.

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