Capitolo 11: Primi passi

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L'abbraccio nel cuore della notte, il bacio al mattino appena sveglie, il chiudere o aprire una portiera, il "torna presto"; tutti modi per dimostrarsi amore senza dirlo davvero. Gesti che valgono molto di più delle parole e che restano impressi nel tempo e nella memoria.

Così era decollata la relazione tra Ego e Zen da un paio di settimane anche se con qualche turbolenza.

Infatti, il giorno seguente il breve ricovero di Ego, Zen era andata a scuola da sola per la prima volta dopo tanto tempo e aveva messo al corrente i professori di quello che la bionda e lei stessero passando. La risposta era stata positiva nonostante la sorpresa, ma quello che successe dopo lo era stato meno. Quando la ragazza aveva terminato le lezioni era uscita in cortile per avviarsi alla sua moto e qui vi aveva trovato Ade che l'aspettava a braccia conserte e il volto adirato. L'aveva chiamata ogni giorno e l'aveva riempita di messaggi, ma Zen si era rifiutata di parlargli. Non aveva trovato le parole adatte per spiegargli che cosa fosse successo perché non ne aveva neanche per sé e il suo unico pensiero era cercare di lasciarlo ferendolo il meno possibile.

<<Cosa ci fai qui?>> gli aveva chiesto con una nota di tensione nella voce.

<<Me lo stai chiedendo davvero?>> aveva urlato. <<Mi eviti da settimane, Zen. Che cosa sta succedendo?>>

<<Mi dispiace Ade. In questo periodo ho messo da parte chiunque. >> aveva risposto mordendosi il labbro inferiore.

<<Perfetto, io ora sono solo uno dei tanti?>>

<<Non dire così ti prego, sono stata impegnata con Ego.>> 

<<Lo ripeti da giorni e neanche so il motivo, smettila di dirmi cazzate.>> aveva fissato lo sguardo nel suo e Zen non aveva più potuto mentirgli. Gli aveva raccontato tutto quanto e il viso del ragazzo si era fatto sempre più incredulo man mano che lei continuava a parlare. Gli aveva detto della gravidanza, del bacio, delle notti con quella che ora non poteva più definire solo sua amica, dei nuovi sentimenti che erano sbocciati e del desiderio di crescere il bambino insieme.

<<Sei innamorata di lei?>> le aveva domandato.

Zen si era scrocchiata le dita delle mani ed era rimasta zitta per qualche istante.

<<Non lo so, ma non posso più stare con te dopo quello che è successo>> aveva risposto. <<Sei un bravo ragazzo e non meriti che ti si venga fatto del male. Ho aspettato troppo a lungo per parlartene e mi dispiace, ma non sapevo come affrontare la situazione.>>

<<Ma io ti amo>> aveva detto lui sconfortato. <<Sarei disposto a passare sopra al tradimento.>>

<<Io non amo te, Ade, e non credo di averlo mai fatto>> aveva ribattuto frustrata. <<E non si tratta solo di un tradimento fisico. Il mio cuore non appartiene più a te già da molto tempo.>>

Era sbiancato completamente e lei ne aveva approfittato per mettersi il casco e salire in moto. Se n'era andata senza dargli il tempo di aggiungere altro e quando era tornata a casa aveva pianto sulla spalla di Ego per un paio d'ore. Non sapeva nemmeno lei il motivo, ma sentiva di aver deluso Ade. Aveva provato qualcosa per lui, gli aveva voluto bene, eppure i suoi sentimenti non erano mai stati forti. C'era sempre stato qualcosa a frenarli, oppure qualcuno.

La bionda l'aveva tenuta tra le braccia per tutto il tempo e poi le aveva dato un'idea per distrarsi. Le aveva chiesto di recuperare tutti i suoi primi vestiti di quando era piccola e di farglieli vedere. Zen era andata a prendere in cantina alcuni scatoloni con il morale un po' risollevato e le due avevano cominciato a scegliere le cose più neautre che sarebbero andate bene sia se il piccolo fosse stato un maschio o una femmina.

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