2.

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Il tragitto verso casa fu tra i più imbarazzanti che Newt avesse mai percorso. Non solo faceva di tutto per evitare lo sguardo del ragazzo di Denver, puntandolo sulla strada, ma doveva anche subirsi Minho che non faceva altro che mandare frecciatine a Newt o dimenarsi a ritmo di musica facendo ridere Thomas.

Quest'ultimo era stato molto cortese nei confronti di Minho ed entrambi sembravano essere molto in sintonia. Ma il biondo non poté non notare come il castano non facesse altro che mandargli continue occhiate, non preoccupandosi minimamente di poter essere colto in flagrante.

"Allora Thomas" cominciò Minho, sporgendosi con la testa in avanti "raccontaci un po' di te. Com'è la vita laggiù in America?"
"A Denver piove molto meno" sorrise, guardando fuori dal finestrino e soffermandosi sulle gocce che cadevano copiosamente sul vetro. Tipica giornata londinese.
"Su di me, invece, non c'è molto da dire" aggiunse poi "ho un fratellino di nome Chuck e sono un appassionato di atletica."

Newt sperò con tutto se stesso che Minho la smettesse di parlare ma a quanto pare era chiedere troppo.
"Brenda continua a non voler uscire con me!" piagnucolò poco dopo, fissando lo schermo del suo cellulare, l'espressione corrucciata "il mio fascino orientale ha sempre funzionato! Cos'altro posso fare secondo te, Newt?"
"Magari smettere di importunarla?" Rise il biondo, ricordando quella volta in cui Minho, per farsi notare dalla ragazza, si era nascosto dietro un cespuglio ed aveva iniziato a lanciare sassolini alla finestra di Brenda. Peccato che la suddetta finestra non era chiusa e che un paio di quei sassolini finirono in testa alla mora che, furibonda, lanciò uno stivale nella direzione del ragazzo, mettendo fine al romantico scenario alla Romeo e Giulietta progettato da quest'ultimo.

Minho sbuffò, volgendo poi lo sguardo su Thomas.
"E tu come fai a conquistare una ragazza?"gli chiese.
Il ragazzo si girò verso Newt, rivolgendogli uno sguardo molto lungo.
"A me piace... provocare." Rispose qualche istante dopo. Newt quasi sbandò con l'auto, lo sguardo bruciante del moro su di lui.
"A Newt piace essere pr..." iniziò Minho, un sorriso malizioso sulle labbra.
"Siamo arrivati!" Lo interruppe il biondo, guardando storto l'asiatico, le guance leggermente arrossate. L'altro si limitò a guardarlo innocentemente, facendo spallucce e scendendo dal veicolo, seguito da Thomas, un sorriso furbo a contornargli il viso.

***

Newt mostrò a Thomas la sua stanza, aiutandolo con i bagagli, dicendogli di fare esattamente come se fosse a casa sua e che sarebbero stati solo loro due. Il moro non chiese dei suoi genitori, si limitò ad annuire alle parole dell'altro ragazzo, e Newt gliene fu riconoscente.

Verso le 9 di sera Minho se ne andò, non prima di aver invitato anche Thomas alla festa di quel venerdì. Quest'ultimo lo salutò con un gesto della mano, assicurandogli che ci sarebbe stato.

Newt si sentiva a disagio a stare da solo con Thomas. Il ragazzo gli faceva uno strano effetto. In quel momento erano entrambi seduti sul divano, la televisione accesa, ma Newt non stava prestando molta attenzione allo schermo, piuttosto al ragazzo che gli sedeva di fianco, pochi centimetri a dividerli.
Thomas doveva essersi accorto di essere osservato perché si girò a guardarlo.
"Vuoi una mia foto?" Gli chiese, alzando un sopracciglio "so di essere molto bello ma così mi sciupi, biondino." Sorrise, sfacciato.
Newt divenne più rosso della sua maglietta e bofonchiò alcune scuse facendo ridere il suo ospite.
"Vado a farmi una doccia" disse poi, avviandosi verso le scale e fermandosi qualche metro più avanti. "Ma se vuoi, puoi sempre farmi compagnia, biondino..." aggiunse, facendogli un occhiolino e scoppiando a ridere nuovamente poco dopo, salendo le scale.
Newt, se possibile, divenne ancora più rosso. L'unica cosa che riuscì ad urlargli di rimando fu "il mio nome è Newt!"

Ma non poté comunque evitare di pensare che Thomas avesse un gran bel culo e che, sì, avrebbe fatto una doccia con lui molto volentieri, ma non osò dirlo ad alta voce né tantomeno seguirlo.

Sbuffò, mettendosi comodo sul divano, distendendo le gambe e spegnendo il televisore. Quel ragazzo era appena arrivato e già gli aveva fottuto il cervello.
Scambiò un paio di messaggi con Sonya ed Alby, un ragazzo che faceva parte del suo gruppo di amici, i Radurai, e si addormentò, l'immagine di Thomas che lo sbatteva sotto il getto caldo della doccia, le labbra premute sul suo collo.

Roommates. || Newtmas ||Where stories live. Discover now