Dinn Donn

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Lasciò cadere il telefono a terra.
"Signorina Smith, si sente bene?" continuava la voce. Ma lei non sentiva più niente.

Si fece cadere a terra con un gran tonfo. Era come se il mondo intorno a lei non esistesse più. Il vuoto più totale. Non riusciva a ragionare con lucidità. Era lì, per terra, con le mani che stringevano le ginocchia al petto più forte che potevano.

Perse conoscenza per qualche minuto. Furono gli squilli del telefono che la riportarono alla realtà: Maddy, naturalmente. Raccolse tutta la forza che aveva in corpo e rispose al telefono, dicendole che non si sentiva bene e che avrebbe preferito rimanere a casa per quella sera. Lei non abboccò, ma preferì rimanere al gioco per quella sera.

Rachel non si era mai sentita così fragile e debole in vita sua. Aveva perso la lucidità. L'unica cosa che aveva intenzione di fare era rimanere seduta a farsi divorare dal dolore. E infatti così fece, poiché non aveva neanche la forza di alzarsi e stendersi sul divano, che era a pochi passi da lei.

Rimase per qualche ora con gli occhi sbarrati, fissando uno stesso punto in continuazione, nel silenzio più totale. Poi, cadde in un sonno profondo.

Si risvegliò dopo qualche ora a causa di un incubo. Non aveva idea di che ora fosse, e non le interessava minimamente saperlo. Ormai per lei niente aveva più senso, niente. Famiglia. Amici. Divertimento. Passioni. Tutto spazzato via dal dolore. Provò ad alzarsi e a sedersi pesantemente sul divano, portando con sé il cellulare. C'era una coperta. Decise di usarla per riscaldarsi, dato che quella notte era rimasta al freddo sul pavimento. Il camino sarebbe stata un'opzione decisamente migliore, ma non se la sentiva di alzarsi per accenderlo.

Il soggiorno era immerso nel caos più totale. D'altronde, lei non era mai stata una fanatica dell'ordine. I cuscini del divano erano sparsi per terra in malo modo. Rachel ne aveva preso uno per appoggiare la testa, il bracciolo era troppo scomodo. Davanti al divano c'era un tavolino in legno cosparso di riviste di ogni genere. Su un'angolino si reggeva in equilibrio il telefono.

Dopo qualche minuto, squillò il telefono. Era Maddy. Chiamò più e più volte, ma Rachel non voleva parlare con nessuno. Aveva bisogno di stare da sola con il suo dolore, di assaporarlo fino in fondo. Si riaddormentò.

Dopo qualche ora suonò il citofono.
Rachel non aspettava visite.

Tratto IndimenticabileWhere stories live. Discover now