Capitolo 20

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La giornata di ieri sembrava iniziata alla perfezione ma a quanto pare, è finita peggio di tutta quello che mi potesse mai capitare. Poteva iniziare bene oggi? Ovviamente, no. Ho saputo, appena portato in ospedale, che il mio amico Happy è stato attaccato e fatto saltare in aria. Mi dirigo subito all'ospedale senza dire nulla a Pepper anche perché, sinceramente, non vorrei disturbarla dopo quello che è successo sta notte. Mi siedo sulla poltrona vicino al suo letto e resto qui tutta la notte. La mattina successiva l'infermiera entra dentro la stanza, senza accorgersi di me, controlla i dosaggi della flebo e prende il telecomando per spegnere il televisore ma io la fermo facendola saltare un po' in aria.

-Salve.- dico e lei si gira verso di me.- Può lasciare acceso.

-Certo.- dice lei con un leggero sorriso e io mi alzo dalla poltrona.

-Domenica sera, PBS, Down Town Abby. La sua serie, la trova raffinata. Un'altra cosa: che tutti portino il badge. Ha una specie di fissa e poi i miei uomini non faranno entrare nessuno senza, okay?- dico prima di andare via. Quando esco trovo davanti l'entrata un mucchio di giornalisti pronti a sapere qualche notizia e cerco di evitarli ma ovviamente mi notano ugualmente perché cercano di fermarmi. Una giornalista dice che questo attacco è riconducibile a tutti quelli collegati al mandarino ma non vorrei divulgare niente sui miei pensieri e così mi avvicino alla macchina senza proferire parola ma ovviamente devono sempre insistere e farmi arrabbiare.

-Signor Stark, quand'è che qualcuno la farà fuori? Così, per dire.- chiede un giornalista e io mi giro verso di lui.

-E' questo che vuoi?- chiedo arrabbiato come non mai.- Io ho un augurio di buone feste che avrei voluto tanto inviare al mandarino, solo che fino ad ora non sapevo formularlo. Mi chiamo Tony Stark e non mi fai paura. So che sei un codardo- dico levandomi gli occhiali.- Perciò ho deciso che da questo momento sei morto. Vengo a prendere il tuo cadavere. Qui la politica non c'entra, è una bella vendetta all'antica. Niente pentagono, solamente io e te. Nel remoto caso tu fossi un uomo, ecco il mio indirizzo: 10880 Malibu Point, 90265. Lascerò la porta aperta. Era questo che volevi?- chiedo prendendo il telefono dalle mani del giornalista e poi lo spacco contro un pilastro.- Mandami la fattura.- concludo prima di salire in macchina e andare via.

Quando arrivo a casa mi rintano dentro il garage e chiedo a JARVIS di cercare qualcosa sul mandarino.

-Ho completato il profilo del mandarino, signore, grazie alle intercettazioni dello SHIELD, dell'FBI e della CIA. Avvio ricostruzione virtuale della scena del crimine.- dice JARVIS mentre io armeggio con la grafica davanti a me. Davanti ai miei occhi appare virtualmente la scena del crimine e devo cercare di capire qualcosa per aiutare e vendicare il mio amico.

-Bene, vediamo che c'è. Il nome viene da un antico mantello di guerra cinese che significava mantello del re. Riprende le tattiche di insurrezione sud-americane. Parla come un predicatore battista.- dico grattandomi la testa guardandomi in torno in mezzo al casino.- C'è molta ostentazione qui, molto teatro. Chiudi.

-Il calore generato dall'esplosivo ha superato tremila gradi centigradi. Ogni soggetto nel raggio di trentasei metri è stato vaporizzato all'istante.- mi comunica JARVIS

-Residui di bomba nel raggio di 3 miglia dal Channing Theatre?

-No, signore.- mi informa JARVIS. Come mai? Un'esplosione c'è effettivamente stata ma non capisco perché non ci siano dei residui di bomba.

-Parlami, Happy.- dico a me stesso. Mi appare la sagoma virtuale del suo corpo a terra e il suo sguardo indica qualcosa. Seguo il suo sguardo e vedo di che si tratta.- Quand'è che una bomba non è una bomba?- chiedo scavando tra i detriti virtuali. E alla fine trovo qualcosa: due medaglie identificative dei militari. Le prendo e le ingrandisco per schiarirle.

Io sono Iron ManWhere stories live. Discover now