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Il freddo era pungente come coltelli, però il cielo sembrava annunciare una notte serena, mentre il sole calava su Somma.
Erano le 17:30 dell'11 febbraio e Alex cercava di non rotolare giù dalle scale con quella valigia pesantissima, un po' come la sua testa.
Riuscì, a stento, nell'intento. Arrivò all'ultimo gradino con l'affanno e i capelli fuori posto.

«Cazzo, quanto pesa sta cosa.», sussurrò, ancora affannato.

«E l'hai riempita tu, questo è tutto dire.»

Genn.

«Oh sei qua, non ti avevo visto.», disse Alex, voltandosi verso la figura dell'altro ragazzo, seduto sul divano.

«Già, è tutto spento, non so come avresti potuto.», rispose il ragazzo biondo, alzandosi e raggiungendo Alex.

«Genn...», sussurrò con un filo di voce il moro, indietreggiando e sbattendo la schiena contro il muro.

«Che c'è?», sussurrò il biondo a due centimetri dal suo viso, tanto che l'altro ragazzo poteva sentire il suo respiro sulle labbra.

«Hai paura di perdere l'aereo? O hai paura di perdere il controllo? Neh, Alé?», sussurrò ancora Genn.

Ormai erano vicinissimi.

Non ottenendo risposta, il ragazzo biondo sollevò piano la sua mano destra e sfiorò la guancia del ragazzo moro con i polpastrelli, quest'ultimo sussultò al suo tocco per quanto dolce e al contempo devastante.

Era quello Genn per lui: devastante. Non c'erano altre descrizioni per quel ragazzo. Si prendeva tutto e non lasciava niente. Indifferente, dannato, aveva l'anima in fiamme e il cuore forse non lo aveva più.
Aveva il potere di lasciare Alex senza fiato.

Il biondo fece scendere il pollice al collo e ne tracciò una linea quasi dritta.
Scese poi alle labbra sottili del moro, tracciandone il contorno, poi lasciò cadere la mano per non mostrare quanto in realtà tremasse.
Guardò Alex negli occhi per un secondo che parve eterno.
La luce della luna che filtrava dalle finestre rendeva gli occhi di Genn così chiari e lui così indifeso nella sua felpa di almeno tre taglie più grandi e i capelli scomposti, che il moro credette di svenire.

Ma indifeso non era.

Si sporse in avanti e poggiò le sue labbra carnose sul collo del moro e lasciò una scia di baci, facendo rabbrividire l'altro ragazzo.

Si fermò un attimo e indugiò sulle sue labbra, ma non vi si posò.

Guardò Alex negli occhi un'ultima volta per poi posargli un bacio sulla guancia e, «Attendo gli auguri.», gli sussurrò all'orecchio per poi voltarsi e salire in camera, lasciando Alex così, senza fiato.

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⏰ Last updated: Feb 12, 2018 ⏰

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A part of me.  »Gennex« Where stories live. Discover now