DEVO VEDERLO!

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Dopo cena, i due ragazzi si rinchiusero in camera, facendosi prendere dalla passione.
Levi buttò il castano sul letto, andandoci sopra e baciandolo con foga.
Era da tanto tempo che sognava di farlo.
Le loro lingue danzavano energeticamente, mentre le mani del più grande circondavano il fidanzato.
Ma ad interrompere il loro divertimento, fu il campanello.
Chi era alle 11 di sera?

Sentirono l'amica correre ad aprire e subito dopo una voce familiare: <Ti prego... devo vederlo! Ora!> aveva un tono emozionato e seccato.
Levi la riconobbe subito: <Ma lei cosa ci fa, qui?> chiese, uscendo dalla stanza e raggiungendo colei che era appena arrivata: <Nonna?!> chiese, abbracciandola, ma lei lo scansò subito.
<Voglio Eren! Voglio vederlo! Dov'è?!> chiese lei, cercando il giovane.

Quest'ultimo, sentendosi chiamare, uscì dalla camera da letto.
Era tutto scombinato, ma alla vecchia non importò: <EREEEN!> urlò, correndo, con molta fatica, tra le braccia del più piccolo: <Oh, Eren, mi sei mancato tanto! Davvero tanto!> disse, tra le lacrime.
<M-Mikasa? Mikasa Ackerman? Quella Mikasa Ackerman?!> chiese lui, ricambiando l'abbraccio quando la donna annuì.

Non piangeva, ma era felice, molto felice.
Hanji e Levi rimasero a guardare la scena; la prima era felice, mentre il secondo era un po' infastidito.
Non tanto perché Eren stava abbracciando sua nonna come se fosse suo parente, ma perché la donna lo aveva evitato completamente.
'Cazzo, sono suo nipote e manco mi caga!' pensò, andandosi a sedere sul divano, senza togliere gli occhi di dosso dal giovane.

<Mio Dio, Mikasa! Ti ho riconosciuto subito! Hai pochissime rughe, nonostante l'età e non sembri cambiata più di tanto dall'ultima volta che ti ho vista!>
<Ma se l'ultima volta avevo 12 anni! Credo... o ne avevo 15?> chiese, grattandosi la nuca.
<Guarda, non lo so nemmeno io!> disse lui, ridendo.
Aveva una risata fantastica.

<Nonna... dov'è il nonno?> chiese Levi, guardando se l'uomo era fuori o meno.
<Gli ho detto di rimanere a casa> rispose lei, distrattamente.
Il corvino si girò a guardarla e notò che lei stava accarezzando sensualmente la schiena di Eren, stuzzicandolo con qualche occhiata.
Il giovane continuava a sorridere, fregandosene delle avance della donna.
Levi divenne rosso per la rabbia: <Ok, nonna. Adesso è meglio se vai. Io e Eren dobbiamo fare dell'altro> disse, palpando apposta il culo del castano, facendo innervosire la vecchia, ma non lo diede a vedere.
<Certo, nipote. È meglio se vado, ci rivediamo, ok?> salutò e uscì di casa.

Quando Hanji chiuse la porta, alzò un sopracciglio: <Ma tua nonna come sapeva che eri qui? E come conosce il mio indirizzo?!>
<Ti prego, non chiedermelo... inquieta anche me, quella donna>

<Certo che è davvero invecchiata tanto> commentò il ragazzo, appoggiando il mento sulla testa del fidanzato: <E sembra davvero cotta di me. Peccato che io sono occupato> lasciò un bacio sulla nuca del più basso, che chiuse gli occhi, come per addormentarsi dal modo in cui lo stava cullando.

<Beh, miei cari! Io vi auguro una buonanotte! Ciao> salutò gli amici e si chiuse in camera.
<Andiamo anche noi?> chiese Levi, mentre l'altro annuiva.
Ciò che avevano in programma di fare quella sera non lo fecero.
La visita della nonna del corvino aveva levato la voglia di farlo ad entrambi, che si adagiarono sul letto, abbracciati.

<Sai Levi...> cominciò il castano: <È da tanto tempo che desideravo una vita vera>
<Io ti darò qualsiasi cosa pur di renderti libero> disse il più grande, dandogli un bacio.
<Idem> Eren lo strinse più forte: <Senti... mi puoi spiegare cos'è la scuola? Ho sentito Hanji che ne parlava e sembrava molto incazzata da lei... è per caso una vostra amica con la quale avete litigato?> chiese.
Levi rise: <Ma ti pare? È un posto dove ci sono degli insegnanti, ovvero persone, che ti insegnano delle cose inutili> rispose.

<Quindi non fai lezione a casa? Io si, quando ero più piccolo>
<Si, tu! Ma io no e nemmeno Hanji. Adesso hanno inventato questo posto chiamato "scuola" per farci studiare>
<Perché ne parli così male? Sappi che studiare da solo con il proprio padre era orribile! E poi, quando lui non aveva voglia o non c'era per via del lavoro, veniva qualcun'altro ad insegnarmi. E credimi... preferivo lui all'uomo che mi ha cresciuto> disse, cominciando a spogliarsi, rimanendo in mutande.
Per tutto questo tempo era rimasto con il suo vecchio pigiama di quando è morto.

In strada lo avevano guardato tutti male e sparlavano alle sue spalle.
Più di una volta, Levi aveva pensato che erano solo asini, visto che nessuno, ma proprio nessuno, lo aveva riconosciuto.

<Mmmh...> mugugnò il castano: <Scusa se ti distraggo dai tuoi pensieri... ma puoi spegnere la lanterna?>
<Lanterna? Ah, capisco> il corvino la spense e si accoccolò al fidanzato: <Si chiama lampada o se proprio dici "spegni la luce">
<Mi scusi, prof> disse lui, abbracciando il più grande.

Il giorno dopo, Levi venne svegliato da Hanji che lo scuoteva dolcemente: <Sveglia nano. È pronta la colazione>
Lei schivò entrambi gli schiaffi che l'amico le voleva dare e rise: <Dai, su. Alzati> insistette.
Il corvino si mise seduto e fece per baciare Eren, ma quello non c'era.
<È andato via> lo informò Hanji: <Tua nonna è venuto a prenderlo stamattina presto. Non so nemmeno io il perché, ma lui ci è andato lo stesso>

L'amico scese di fretta dal letto e tirò un pugno al muro: <Perché mia nonna deve sempre rompere il cazzo?! Prima si fionda a casa tua, Dio solo sa come conosceva il tuo indirizzo e poi lo rifà il giorno dopo portandomi via il ragazzo? Sono stufo, vado a cercarli>
<Aspetta, lasciali da soli> l'amica lo prese per un braccio: <Se vuole vederlo, ci sarà un motivo, no? Falli divertire un po' e dopo vedrai che tua nonna lo riporterà a casa>

Levi si fece convincere da quelle parole e annuì.
La ragazza sorrise, poi divenne pensierosa: <Per caso... tuo zio sapeva che abitavo qui?>
<No, infatti. Nessuno oltre a me e qualche nostro compagno di classe>
<Allora avrà chiesto in giro... beh, fa stesso. Ora dai, andiamo a fare colazione> uscì dalla camera da letto e andò in cucina: <Ah, oggi andiamo a trovare il signor Arlert, ok? Poverino... è rimasto da solo in quel posto abbandonato>

Levi, che non la stava minimamente ascoltando, pensava ad Eren e a come lo avrebbe trattato sua nonna; per quanto ne sapeva, poteva benissimo convincerlo ad andare con lei e forse avrebbe cacciato suo marito per stare da sola con il giovane che l'avrebbe resa una persona felice.

<Ma mi stai ascoltando o fai finta?> chiese Hanji, notando la distrazione dell'amico.
<Mmh?>
<Ecco, appunto... dicevo, che ne dici se facciamo restaurare la casa? È enorme, lo so, però non sarebbe male viverci! E poi, Eren è stra pieno di oro e potrebbe pagare lui i lavori, no?>
<Eh? Ma sei seria? Non vorrà mai, secondo me>
<E perché, scusa?>
<Perché quel posto contiene un mucchio di ricordi che, presumo, Eren voglia cancellare>
<E se glielo chiedo io? Pensi che possa accettare?>
<Fa come vuoi. Ma se accetta, la villa è mia e di lui> disse il corvino, facendo un mezzo sorriso nel vedere la ragazza rattristirsi per finta.
<Uff... e va bene...> disse, facendo la finta offesa.

*angolo autrice*
Cosa starà succedendo a Mikasa e ad Eren? Anzi, cosa stanno facendo?
Chi lo sa provi ad indovinare.
Non vi di indizi; potete scegliere voi.
Vediamo chi azzecca la risposta?

The Ghost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora