DI NUOVO UMANO

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<O mio Dio...>
Eren pronunciò queste parole con stupore, emozione e tranquillità quando vide per la prima volta, dopo tanto tempo, il mondo esterno a casa sua.
La disse più e più volte mentre camminava o toccava un albero e qualche altro oggetto della natura, ma soprattutto, quando prendeva un bel respiro per poi buttare fuori l'aria: <Mi è mancato respirare>

Passarono alcuni minuti di silenzio mentre il castano si divertiva a correre da un albero all'altro come se fosse un bambino.
Ci incitava ad inseguirlo, ma fu solo Hanji che lo fece.
Anya ed io eravamo distrutti, stanchi ma decisamente affamati.
<Casa mia è a destra. Vi vediamo la prossima volta, ok?> disse, mentre noi ricambiavamo il saluto.

<Wow... no, davvero. Come avete fatto ad aver inventato un aggeggio del genere?> chiese il ragazzo, osservando il telefono della donna.
<E io che ne so! C'è gente che si occupa di questo> rispose lei, prendendosi il cellulare.

Da qui si parla in terza persona.

Quando arrivarono al paese, Eren spalancò la bocca nel vedere quanto era cambiato.
D'istinto, corse verso la casa di Rivallie, senza dirlo agli altri due che, quando se ne accorsero, lo chiamarono.
Ma Eren voleva vedere com'era diventata quella casa, peccato che...

<Non c'è...> disse deluso, quando gli altri lo raggiunsero.
<Cosa non c'è?> chiese la castana, notando il più giovane che stava guardando il laghetto.
<La casa di Rivallie...> rispose, deluso.
Osservò un altro po' la piccola distesa d'acqua e poi se ne andò con gli altri verso casa del corvino.

Il viaggio non fu per niente silenzioso; il castano continuava a fare domande che, se fosse stato dei giorni nostri, sarebbero state banali: <Va bene... e allora cos'è quella?> chiese, mentre si avvicinava a due persone intente a mangiare una pizza.
Hanji non riuscì a fermarlo e lui ne prese una fetta: <Scusate paesani, sapete dirmi che alimento è questo?>
I due lo guardarono stupiti per il suo modo di parlare, ma erano seccati del fatto che quello gli avesse preso una fetta del loro cibo.

La castana si scusò con i signori e fece allontanare Eren, tenendolo sotto controllo: <Aspetta! Non mi hanno risposto!>
<Si chiama pizza! E se non fosse per lei, sarei morta!> disse la ragazza: <Leviiii, la ordiniamo stasera? A casa tua?> chiese lei, mentre il corvino annuiva.

Gli altri 2 saltarono per l'emozione.
Arrivati a destinazione, Levi prese il giovane per un braccio e lo portò in camera sua: <Torniamo tra un po'> disse all'amica, che rimase da sola.
Fece entrare il castano e si chiuse la porta alle spalle, per poi sbatterlo al muro e baciarlo.
Eren non capiva cosa stesse facendo, così chiuse gli occhi e ricambiò il gesto.
Sentii le sue mani scendere fino al bacino e sfiorargli il membro.

Levi, in realtà, non voleva andare oltre, ma si divertiva a stuzzicarlo.
Gli morse il collo lasciandogli diversi succhiotti e poi lo buttò sul letto e ci si mise sopra, facendo scontrare le loro intimità.
<Levi... che vuoi fare?> gli chiese Eren, stranamente serio.
Non stava ridendo e nemmeno sembrava contento di tutto ciò.
<Che c'è? Non ti piace?> domandò Levi, con la voce più sensuale che aveva.
Il giovane si imbarazzò appena e poi si lasciò andare ad un altro bacio.

Dopodiché, scesero.
Notarono Hanji che stava parlando con qualcuno: <Oi, Quattrocchi. Con chi parli?>
<Con tuo zio!> disse lei.
Il corvino spalancò gli occhi e, alla vista dell'uomo, andò ad abbracciarlo.

<Stai bene! Cazzo, ma dov'eri?!> chiese, mentre il più grande sorrideva.
<Tua nonna mi fa sempre le stesse richieste impossibili, tutto qui>
<E di che si trattava, stavolta?>
<Dovevo aiutarla ad eliminare un tizio. Uno dei soliti ricconi che voleva sfrattarla da casa sua. Ho perso metà anno a cercare di ammazzarlo>
<E ha funzionato?> chiese. Era abituato al fatto che suo zio uccidesse degli uomini per sua nonna.
<Eccome! È praticamen... te...> si bloccò appena vide Eren entrare nella stanza.

The Ghost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora