24. Brividi di terrore

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“Harry.”

Appena tira la tenda in raso rosso mi viene da ridere vedendole i capelli scompigliati, deve aver faticato per entrare in quel vestito aderente in pizzo che le fascia le gambe. No, non le sta per niente bene.

“Ti faccio ridere?”- chiede incrociando le braccia la petto-

“Non sai portare vestiti del genere.”- lei stringe le labbra e assottiglia gli occhi alla mia affermazione-

“Io non voglio portare vestiti del genere, l’ho indossato soltanto affinché scollassi le tue mani da me.”- dice in tono autoritario facendo delle pose strane davanti allo specchio per poi concludere con una faccia disgustata. Non le mancano certo le forme però.- “cos’hai nella busta?”- indica le mie mani-

“Oh, nulla, solo il vestito che indosserai.”- sorrido-

“Non ho la forza di urlarti contro in questo preciso istante mentre cerco di tirare la pancia indietro in questo vestito, vado a cambiarmi!”

Strozzo una risata quando rientra dentro. Per evitare di fare brutte figure con la commessa che mi ha già lanciato una dozzina di occhiatacce da quando sono qui, mi trattengo dallo scoppiare a ridere per la goffaggine di quella ragazza.

***

 “Spero che tu mi porterai a casa ora.”

Siamo in macchina da dieci minuti ormai e questa è l’unica frase che ha detto da quando siamo usciti dal negozio. E’ straziante. Non avrà davvero il ciclo?

“Si può sapere cos’hai?”- le chiedo cercando di non urlare scaricando il nervosismo sul volante-

“Non ho assolutamente niente.”

“Ma per favore! E’ da quando ti ho toccata che sei di cattivo umore!”

“Non è vero!”- sta mentendo, lei non riesce a mentire, si vede dalla sua faccia-

Lo vedremo. Qualche isolato dopo decido di metterla alla prova, avvicino piano la mia mano sulla sua coscia scoperta da quell’orribile vestito stando attento a guidare il veicolo con una mano sola. Appena la mia mano entra in contatto con la sua pelle la sento tremare e spezzare un respiro prima di allontanarsi, se non fosse rinchiusa dentro la macchina sarebbe scappata. Freno bruscamente l’auto e colpisco violentemente la mano sul volante.

“Ma che problemi hai!?”- le chiedo irritato ma non ricevo risposta, solo il suo sguardo che passa velocemente da me alla strada- “Se reagisci così con chi ti sfiora allora come fai a fare sesso? Ti legano a letto?”- ironizzo, ma lei non ride, allora mi viene un dubbio- “oh dio … sei vergine?!”

“Non voglio parlarne!”- urla con gli occhi lucidi ma senza lasciar trasparire nessuna emozione, il suo respiro si fa sempre più pesante e sembra sull’orlo di una crisi di pianto che però non arriva- “Non è per quello, non … tu non capisci.”

“Spiegati.”- le ordino, voglio sapere cosa non posso capire-

“Tii prego finiamola qui …”

Odio queste cazzate. Se non parla la faccio parlare io. Per prima cosa odio quando la gente parla e non mi guarda in faccia, per questo mi affretto a prenderla per le spalle e a voltarla bruscamente verso di me, forse troppo bruscamente. Vedo la paura nei suoi occhi azzurri, il terrore, sono spalancati e nel vederla deglutire mi si crea un nodo allo stomaco, o forse è perché noto i suoi occhi azzurri per la prima volta.

“Hai paura di me?”- la mia voce esce come un sussurro.

“No, non di te …” - risponde abbassando lo sguardo un po’ più calma, sono più tranquillo anche io ora che so che non ha paura di me, ma percepisco un qualcosa che non vuole dirmi-

“Cosa mi stai nascondendo?”- le chiedo ancora non interrompendo il contatto visivo con i suoi occhi-

“Niente che tu sia tenuto a sapere, davvero sto benissimo.”- si divincola dalla mia presa riuscendoci. Credo sia meglio lasciare stare e riportarla a casa. Non riesco ancora a credere che ho passato quasi tutta la giornata con lei, sta quasi per calare il sole. Il tempo è volato.

TALITA’S POV

“Mamma, che giornata che ho passato, credo di aver avuto più cambiamenti d’umore oggi che in tutta la mia vita, e pensa un po’, ancora una volta c’è di mezzo il piccolo Styles. Però sai cosa, ho scoperto che in realtà sotto quella corazza da duro ha un cuore, ho capito che ci tiene al lavoro del padre e sono sicura che lo ammira come io ammiro il mio. Ah, mi ha comprato un vestito rosso, non so come gli sia venuto in mente però è davvero bello. La parte peggiore è che ancora una volta sono caduta nella sua rete di ricatti e ora dovrò mettere su un altro finto sorriso per un’altra cena di lavoro. Ci manchi mamma, papà si è già addormentato e lo sento russare dall’altra stanza, vado a letto anche io, notte mamma. Ti voglio bene.”

AlmostWhere stories live. Discover now