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"Ed ecco qua Al, ho raccontato tutto, nei minimi dettagli: sono stata brava?"
"Non avrei potuto desiderare di meglio"
Sorridiamo entrambi, per la prima volta dopo giorni.
Poi sento qualcosa, qualcosa provenire da Alec...una sensazione, delicata quanto travolgente e chiarissima.
"ISABELLE, JACE, CLARY TUTTI QUANTI VENITE QUI"urlo con tutta la mia voce.
Stringo Alec fra le mie braccia, cercando di tenere insieme i suoi pezzi, che sembrano staccarsi, piano piano.
Sento la sua vita scivolare lentamente fuori dalle crepe create da quei pezzi che si frantumano.
Il mio Al si sta frantumando.
Lacrime scendono ancora, copiose e calde.
Tutti entrano nell'infermiera e uno sguardo basta ad intendersi e tutti si riuniscono attorno al letto del mio Al.
Tutti piangiamo, tutti tranne Alec, che sta stringendo la mano della madre, si sta reggendo fisicamente a me e con lo sguardo ad Isabelle.
Con l'altra mano libera sta toccando la sua runa parabatai e così Jace.
Poi, a un tratto, percepisco un forte urto, come se qualcosa avesse respinto la vita di Alec dentro di lui.
Come se il cielo non lo volesse ancora accettare, come se Raziel stesso, per una volta, avesse deciso di esprimere un nostro desiderio senza l'utilizzo degli strumenti mortali.
Lui fa un grande respiro e tutti capiamo che è vivo.
Alec è vivo, io sono viva, la mia nuova famiglia è con noi.
Siamo tutti ,in fondo, un po' più vivi adesso.

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