21

3.4K 119 12
                                    

Era giunto il momento di finire tutta questa storia, di salvare il mondo invisibile da quella minaccia, che non si era ancora evoluta in una vera e propria guerra.
Passammo ore e ore nella biblioteca a capire dove si potesse trovare Nerosamon, leggendo degli ultimi avvistamenti e delle tracce lasciate.
Eravamo stanchi e disperati: Clary giaceva dormiente sulla spalla di Jace, che aveva seguito il suo esempio, accasciandosi sul tavolo di legno.
Isabelle aveva le lacrime agli occhi e continuava a dire che doveva trovarlo, per Max.
Io e Alec sembravamo esternamente i più svegli, ma in realtà volevamo seguire la rossa e il biondo con infinito piacere.
Una specie di fischio si diffuse nella stanza, ma sembravo l'unica a sentirlo.
Stordita mi guardai attorno, cercando di capire da dove provenisse.
Poi, un'immagine, come forzata nella mia mente, apparve e vidi un luogo, una fabbrica.
Al centro si trovava una specie di trono e più in basso strumenti da laboratorio.
Capii subito che quello era dove si nascondeva quel demone, mio padre.
Solo pensare che il sangue di quell'essere crudele scorre nelle mie vene, mi raccapriccia, ma repressi il disgusto per concentrarmi e capire dove mi trovavo.
Un'altro lampo mi attraversò e con esso la certezza della zona precisa.
"Al, Izzy...so dove si trova"
"DAVVERO?!?"Isabelle si scosse e svegliò i due innamorati addormentati e io gli spiegai tutto.
"Probabilmente si tratta di una visione mandata da tua madre"rimuginò Clary.
"Andiamo"la giovane Lightwood si alzò fremente dalla sedia, ma poi ricadde su di essa per la spossatezza.
"Domani mattina"la mia affermazione non ammetteva repliche e tutti andammo nelle nostre stanze, tranne me.
Entrai nella camera di Alec per ridargli il maglione.
In qualche modo che non riuscivo a comprendere, mi ritrovai fra le braccia di Alec, con il suo maglione ancora addosso.
"Non andare via subito...domani sarà dura...ho paura"sbuffò pesantemente.
"Al, se hai paura sono io quella che dovrebbe abbracciarti"sorrisi.
"Ti ho già detto: saperti al sicuro mi tranquillizza"
"Approvo questa tua strana terapia"con una piccola risata mi accoccolai sul suo petto.
Entrambi dormimmo così e fu come ogni volta che stavo con lui: riuscii a riposarmi e a stare bene.
Mi svegliai la mattina dopo con la consapevolezza che qualcosa di grande stava per succedere.
Le mie ali erano sparite la sera prima, subito dopo la visione e mi sentivo più leggera e pronta a combattere.
La camminata fino al fatidico edificio fu silenziosa, a parte qualche conferma sul piano predisposto da me, Alec e Maryse.
In questa missione di così grande portata, si trovavano anche altri shadowhunters, oltre al solito gruppo.
La tensione nell'aria era tanta e gli sguardi di tutti erano concentrati.
Entrammo nella fabbrica, prima gli altri, io per ultima .
"Che piacere vedervi, cari nephilim! Siete venuti incontro alla vostra morte?"un sorriso provocante si allargava sul suo viso, liscio e senza tempo.
"No, alla tua"dissi, entrando per ultima.
Nerosamon spalancò gli occhi e vidi puro terrore attraversarli.
Notai le somiglianze fra me e lui, come il naso e la forma del viso, ma i suoi capelli erano neri e i suoi occhi di un azzurro inquietante.
"FERMATELI"il demone richiamò dei nascosti e altri demoni contro di noi.
Iniziò una battaglia dura e difficile, sulla quale non mi dilungherò molto, dato che sai già la storia.
"È un momento che mi ricordo bene, vai sul punto forte".
Alzo gli occhi al cielo, ma continuo a raccontare.
Erano morti pochi shadowhunters, ma fra demoni e nascosti, tutti erano riusciti a bloccarmi dal fare ogni tipo di magia.
Isabelle si fermò di colpo, ponendo lo sguardo sul trono dove si trovava il demone.
Meliorn era accanto a lui, con uno sguardo perso, una ferita ormai conosciuta troneggiava sul suo collo.
Nerosamon ordinò qualcosa all'orecchio del cavaliere seelie e lui si diresse verso Alec, combattendo contro di lui.
Isabelle cercava di farlo ragionare, invano, ma non riusciva a ucciderlo.
Questo riuscì a distrarre abbastanza coloro che erano intorno a me e il più velocemente possibile mi diressi verso il demone superiore.
"Bianca"disse lui, stavolta nascondendo la paura.
"Vorrei dire che è un piacere vederti, ma non è così.
Dovrai uccidermi prima che il veleno entri in circolo, altrimenti sarà spacciato!"una risata lo scosse.
"Sei pazzo".
Vorrei raccontarti di una storia lunga e di una battaglia infinita e all'ultimo sangue, epica ed eroica.
La realtà è che l'unica cosa che poteva uccidere mio padre ero io stessa, la sua piccola e innocente figlia e io ero lì, avevo la possibilità di terminare tutto questo e lo feci.
Nerosamon non ebbe una fine epica né gloriosa, non adatta ad alcun libro sulle battaglie.
Non provai pietà, come lui sperava, lui sperava che aspettassi, ma non lo feci.
In quel momento il demone indistruttibile venne colpito da una grande forza angelica, un'energia potentissima che si concentrò trasformandosi in una chiave.
Le mie ali candide illuminavano la sala e così i miei occhi, diventati bianchi anch'essi.
La chiave colpì il bersaglio e si sentì il forte rumore di una serratura che si apre.
Il guscio umano e ligneo del demone si distrusse, la sua aura girava per la stanza.
Stava per scappare, ma una spada angelica volò nell'aria e colpì ciò che restava di Nerosamon con precisione.
Jace mi sorrise, esausto e ferito.
Caddi a terra e le mie ali sparirono.
Stavo per festeggiare, notando tutti i nascosti liberi, quando un urlo squarciò il silenzio della stanza e distrusse ogni mia sicurezza.
"ALEC, NO"

An amazing mix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora