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Tornammo a casa e ognuno entrò nelle proprie stanze, dopo che Isabelle preoccupata aveva chiesto per tutto il tragitto se stessi bene.
La risposta era sempre silenziosa e consisteva in un "sì" con la testa.
Solo una persona rimase pensierosa per tutto il tempo, capendo che c'era qualcosa che non andava.
Impaurita da quel fare sospettoso di Alec mi ritirai velocemente in camera e solo allora, dopo aver chiuso la porta, mi sedetti sul letto e repressi un urlo di dolore.
Sapevo di essere stata colpita in più punti oltre al morso, quindi mi sfilai delicatamente i jeans strappati e la canottiera, poi decisi di andare a fare quel bagno caldo tanto agognato.
Sentii improvvisamente dei passi e velocemente disegnai una runa per non essere vista mentre stavo nella vasca, anche se in realtà la nudità era l'ultimo dei miei problemi.
Alec entrò nel bagno e osservò la vasca che sembrava riempita di acqua e schiuma, ma vuota.
Sorrise un poco e si sedette sul bordo di essa.
"Per essere un glamour pianificato così velocemente non è male, ma lo stilo è ancora poggiato per terra, bagnato e l'acqua è ancora calda"
"Va bene mi hai scoperto" dissi con voce tremante sciogliendo il glamour.
Alec prima arrossì violentemente perché ero nuda, anche se coperta per la maggior parte dalla schiuma, poi aggrottò la fronte e nel suo sguardo vidi dolore.
Sembrava sentirsi male vedendomi in quelle condizioni.
Si vedevano chiaramente le mie spalle e le mie gambe e le mie braccia coperte di lividi.
Mantenevo un sorriso forzato, ma nonostante tutte quelle ammaccature rimanevo fiera.
Ciò che mi stupiva di più era come Alec riuscisse a vedere che dentro di me lottavano il dolore e la sicurezza che mi contraddistinguevano.
Il mio sguardo pieno di emozioni lo avevano notato tutti nell'Istituto, ma ora, sapevo, era ancora più presente del solito.
Improvvisamente e inspiegabilmente con un dito mi sfiorò leggermente la gamba, dove avevo i lividi e percorse la superficie di quella pelle bagnata con una delicatezza che non mi sapevo spiegare.
Non appena mi toccò su uno dei lividi la mascella mi si serrò e decise di smettere.
Eravamo entrambi in silenzio.
"Non sembrava che stessi male prima"disse Alec, che mi guardava in un modo che mi fece scaldare più dell'acqua della vasca.
Era uno sguardo bellissimo, uno sguardo di una persona a cui interessa la tua salute, ma ti rispetta per la tua forza.
In più i suoi occhi color nocciola erano meravigliosi e nel momento che si scontrarono con i miei color miele dissi, con una voce più controllata possibile:"era quello il punto."
"Perché? Non ti avremmo giudicato, tu hai bisogno di cure, di aiuto, devi riposarti"disse con quella voce bassa di una persona che è veramente preoccupata."No. Alec non ti preoccupare. Io non ne ho bisogno. Sto bene. Benissimo" e nel frattempo sfiorai la mano di Alec per incoraggiarlo a tranquillizzarsi.
"Bianca io non ti capisco, veramente."disse scuotendo la testa.
"Nessuno lo fa"bisbigliai.
"Ora devi andare Al, devo uscire e vestirmi, dopo avevamo detto di festeggiare la nostra vittoria prendendo un drink, giusto?"
"Sì, Magnus ci ha invitato ad una festa al Pandemonium, anche se non sono del tutto d'accordo"sembrava scontento.
"Allora devo proprio prepararmi e non ti preoccupare, starò bene".
Indossai un vestito dorato a collo alto senza maniche, attillato e piuttosto corto, mi truccai e misi un rossetto rosa scuro.
Pettinai i miei capelli corti e infilai due orecchini pendenti anch'essi dorati.
Sistemai dei coltelli negli stivali e dopo aver controllato attentamente che nessuno mi potesse vedere, schioccai le mani che si illuminarono di un tenue azzurro e feci scomparire tutti i lividi.

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