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Una porta si spalancò ed entrò Maryse, con uno sguardo pieno d'ira a tal punto che sembrava potesse distruggerti con un battito di ciglia.
"Voi non siete stati autorizzati"disse prima di tutto.
"Non osare toccare una delle nostre più abili shadowhunters".
L'uomo tolse le mani da me e io potei finalmente smettere di trattenere il respiro.
"Signora, ma lei è-"
"So tutto, sono pienamente informata e lo è anche il Conclave, perciò voi avete fatto del male ad una nephilim e per questo verrete processati e vivrete per il resto dei vostri giorni nella Città di Ossa".
Le due guardie spalancarono gli occhi terrorizzati.
"ANDATE NEL MIO UFFICIO"urlò Maryse.
Mi slegò e fece qualcosa di inaspettato:"Tesoro, tutto apposto?".
Quella frase, detta con quella voce così materna mi scaldò il cuore, una sensazione che non avevo mai provato, dato che non avevo nemmeno mai ricevuto amore materno.
"Sì, sì"riuscii solo a dire.
La donna esaminò la runa dell'agonia arrossata e infiammata sul mio polso.
"Sei forte, sei forte"sembrava quasi ripeterlo a sé stessa.
Mi tirò fuori da quella prigione di urli, incubi, dolore e ricordi passati e mi portò alla luce.
Quando i miei amici mi videro, corsero verso di me e minacciarono copiosamente le due guardie.
Una piccola voce, seguita da passi leggeri di un bambino disse"Bianca, cosa è successo?".
Non potevo raccontare a Max di quello che mi era successo, era troppo piccolo e felice per sapere.
"Sono stata in una missione molto pericolosa, ma ora sto bene".
Abbracciai il mio piccoletto, mi era mancato così tanto.
Maryse accanto a me era tornata seria e disciplinata come sempre.
In un certo senso io e lei ci assomigliavamo, entrambe dovevamo mostrarci forti e risolute per compiere i nostri incarichi al meglio.
Tutti mi accompagnarono in camera e non appena toccai il letto, morbido e comodo, sentii come le preoccupazioni scivolare via.
"Bianca, vuoi che ti lasciamo sola in modo che tu possa dormire?"disse Clary amorevole.
"Non ho sonno tranquilli, ma io...non voglio stare sola, ma non importa, voi andate a letto me la caverò"le risposi con un sorriso forzato.
"Non se ne parla neanche"proruppe Alec.
Appariva così serio e interessato, ed era così bello.
Era da tempo che non lo ammettevo a me stessa, ma il moro riusciva sempre a lasciarmi a bocca aperta, qualunque cosa stesse facendo.
"Visto? Sono sicura che Alec si possa sacrificare come tua compagnia per la notte"disse Izzy, facendomi l'occhiolino.
Non ebbi il tempo di rispondere che Jace spinse il fratello dentro la stanza, Clary uscì velocemente e Isabelle chiuse la porta.
Iniziai a ridere.
"Ragazzi, toglietevi da dietro la porta e smettete di origliare!"ordinai e sentii delle risatine e dei passi allontanarsi dalla mia porta.
"Sembrano dei bambini piccoli"sbuffò Alec.
"Hai bisogno di un pigiama?"
"Grazie, ma non penso che mi stiano le tue camicie da notte"rispose ridendo.
Con quella meravigliosa risata.
"Ho un paio di pigiami da uomo che ho ottenuto non vuoi sapere come"
"Faccio volentieri a meno"storse il naso infastidito.
"Come vuoi".
"Smetti di dire 'come vuoi', fai qualcosa come la vuoi tu"disse buttandosi sul mio letto.
"Trovami una via di mezzo per fare tutti e due felici.
Nemmeno tu fai mai ciò che vuoi.
Stavolta, fai qualcosa come vuoi tu e poi come la voglio io, che ne pensi?"
"E se non ti piacesse quello che voglio io?"disse con voce bassa, come se cercasse di non svegliare nessuno.
"Allora mi opporrò e faremo quello che voglio io".
Non sapevo dove questo strano discorso mi avrebbe portato.
Alec a quanto pare lo sapeva, invece.

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