I fattori di un problema

581 29 4
                                    

Sono arrestata in un momento e non riesco andare avanti.
Vedo le persone attorno a me riuscirci e  vivere le proprie vite ma io sono rimasta la stupida ragazza incinta, la madre, la vedova, la vedova però quelle in fondo sono solo parole. Descrivono quello che rappresento per le persone che mi circondano chi sono in realtà quello lo posso fare solo io.
Non lascerò mai nessuno fare al mio posto ed è vero che Nathan si è rinchiuso nella sua torre d'avorio lontano dal mondo ma sono già stata sola, distrutta in un modo che alcuni non riuscivano a capire Eppure anche stavolta il modo in cui mi sento è diverso.
La persona che amo è qui. Posso toccarla, sentire il suono della sua voce, l'odore inebriante che lascia quando passa. Io tutto questo e mi sono bloccata punto a capo dentro i tubi mi operano. Se continuo con il mio cammino lui potrebbe non raggiungermi e questa distanza che c'è tra noi se crescerebbe soltanto ma se fosse lui ad andare avanti la condizione non cambierebbe di certo.  I fattori del problema Cambia nome risultato rimane identico.
L'amore da felicità e problemi allo stesso modo ed in alcuni momenti è così estenuante. Una continua lotta per la sopravvivenza ha detto una volta il mio professore di psicologia e non aveva torto.

«Sei silenziosa.» Batto un paio di volte le palpebre lasciando la presa sul mio labbro sanguinante osservando Charlie con un paio di plichi tra le braccia ed un sorriso finto sul viso che l'accompagna ormai da giorni. «Mi manca Tommy» increspa le labbra per qualche secondo sospirando «Potevi portarlo con te»
«Non c'è la faccio a fare tutto da sola» rispondo schietta prendendo posto sulla poltrona osservando le carte «E poi lui si diverte al nido. Ieri non voleva andare via.» La ragazza prende posto dinnanzi a me osservandomi attentamente ma anche innervosendomi, mi sta scrutando come fossi una specie rara o una bambina incapace di stare al mondo «Se hai bisogno di aiuto puoi sempre contare su di me»
«Lo so e grazie ma tu non te la cavi sopravvivi» alzo gli occhi al cielo sbuffando perché in fondi non posso darle neanche torto «Scusa anche tu la sfrontatezza ma sappiamo entrambe che ti senti in colpa per qualcosa che non potevi controllare» i suoi occhi si spalancano per un solo  secondo prima di tornare alle giuste dimensioni «Quello che sta male è Ash, non riesce a darsi pace e la cosa che lo fa infuriare molto di più è la mancanza di pentimento da parte di Christopher.»
La cosa non mi sorprende  per nulla. Quel ragazzo non ha nulla di normale e il fratello è quello che in fin dei conti deve mettere in ordine il casino che resta, io lo avrei già lasciato al suo destino parecchi anni fa anche de è difficile lasciar andare la persone a cui si vuole bene.  «Non dovrebbe farsi tutti questi problemi. Può controllare il suo essere e non quello degli altri» inizia a giocare nervosamentnr con una penna guardandosi in torno, sta evitando chiaramente il mio sguardo «Lui si sente sempre responsabile. Il padre è morto quando entrambi erano piccoli ed Adh aveva appena cinque anni, si è sentito in dovere do dovergli fare da padre ma Christopher non ha mai accettato questa cosa ed ancora oggi è il punto in cui discutono con maggior vigore» afferma seria bagnandosi le labbra con la punta della lingua per poi storcere la bocca «Lo odio»
«In realtà non dovresti. È sempre il fratello di Ash» il suo piccolo palmo viene sbattuto sul tavolo di vetro facendo tremare ogni cosa «Ha fatto tutto questo a te e Nathan. Non è giusto» tira sul col naso portando una mano a coprirsi gli occhi per poi Girardi «È tutta colpa mia» dice tra i singhiozzi facendomi tenerezza, non dovrebbe essere lei quella tra le lacrime ma lo fa per empatia e perché in fondo mi vuole bene, ci vogliamo bene a vicenda alla fine. Mi alzo dalla sefuw abbracciandola da dietro e cercando di non fare quelli che sta facendo lei, è stato difficile non farlo in questi lunghi dette giorni e non voglio crollare adeddo. «Non è colpa tua» le sussurro ad un oreccgui «Non è colpa di nessuno. Non piangere»
«Ma tu e Nathan...» con leggerezza le accarezzo i capelli lasciandole un bacio vbe la fa rilassare «I problemi tra me e Nathan li risolviamo noi. Voi siete soltanto il contorno di una questione molto più grande» la giro cosi da poterla guardare negli occhi «Quindi per favore non piangerr» passo i pollici sulle lacrime che ha versato sbavandole il trucco «Io sto bene» continuo sorridendo e sospirando a fondo. Annuisce passandosi entrambe le mani sugli occhi di solito luccicanti ma adesso cosi tristi per colpa mia sorridendo «Lo so che non è vero ma sei il capo e non devo mai ribattere.»
Di guarda un ultima volta in torno annuendo per poi scomparire lasciandomu sola con una nuvola scura sulla testa pronta a buttar giù il monfo intero.
Quanto sforzi inutili per far si che le cose andassero bene ma tutto quello che resta va sempre oltre il mio controllo ma adesso non posso e non voglio persarci, troppo lavoro da fare: conti da revisionare, persone da chiamare e gente da incontrare.

L'amore non mi bastaWhere stories live. Discover now