Papà

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Sospiro posando lo sguardo sullo schermo del portatile acceso per poi strizzare gli occhi doloranti. Sono ore che lavoro non distogliendo mai lo sguardo. Sento gli occhi gonfi e doloranti, dovrei continuare a scrivere numeri ed inviare e-mail ma non riesco a tenere gli occhi aperti. Vorrei soltanto dormire per le prossime cinque ore senza nessuno che mi disturbi, senza sognare, senza suoni o rumori. Sto davvero pensando di non potercela fare.
I ragazzi sono andati via il giorno dopo l'inaugurazione e adesso le mie giornate si susseguono tutte uguali e stancanti.
Mi alzo preparo la colazione, porto Lexie a scuola, passo in galleria così da controllare che tutto vada nel verso giusto e per far compagnia a Charlie, riprendo la bambina, torno a casa e poi passo la serata a cercare di lavorare e fare conversazione con Nathan. Mia madre continua a dirmi che dovrei farmi aiutare se non c'è la faccio a gestire tutto ma ho la testa dura. Non capisco le cose finché non mi ritrovo stremata. Reclino la testa contro la testiera del divano chiudendo gli occhi ascoltando il respiro di Nathan che si è addormentato accanto a me qualche ora fa con la testa appoggiata alle mie gambe. È così bello quando dorme. Gli passo una mano tra i capelli corti cercando di non svegliarlo. Alcune volte mi mancano i suoi folti capelli neri, ci passano in mezzo le dita beandomi della morbida consistenza, era una cosa che adoravo.
Inspiro a fondo cercando di non muovermi troppo chiudendo gli occhi, voglio davvero cedere al sonno. Non mi farei tutti questi scrupoli ma se restiamo a dormire su questo stupido divano domani avremo dolori ovunque. Chiudo il PC posandolo accanto a me, appoggio le labbra sulla fronte del ragazzo lasciandogli alcuni baci «Tesoro» lo chiamo dolcemente lasciandogli altri baci «Dobbiamo alzarci» arriccia il naso strusciandolo contro le mie gambe «Nathan» lo richiamo ancora lasciandogli ancora un bacio «È ora di alzarci»
«Non voglio!» si lamenta «Stiamo qui!» continua prendendo la mia mano nella sua stringendola forte «Shh, ho sonno»
«Su, andiamo a letto» apre i suoi occhioni azzurri oscurati dal sonno battendo le palpebre un paio di volte, mi fissa negli occhi, credo stia cercando di capire cosa ho detto «Angie ma io ho sonno» si lamenta stringendosi ancora di più a me «Nel mio letto dormiremmo meglio» gli sussurro ad un orecchio massaggiandogli le tempie con gesti circolari. Il ragazzo sbuffa alzandosi per poi passare entrambe le mani tra i capelli porgendomi la mano «Andiamo» dice sorridendo facendomi vibrare ogni organo, afferro la mano attaccandomi al suo petto alzando lo sguardo nel suo, si sta mordendo io labbro inferiore fissandomi intensamente «Cosa c'è?» piega la testa leggermente di lato passando le mani sulla schiena «Sei bellissima» sorride poggiando le labbra sulle mie sfiorandole appena «Appena sveglio sei sempre più dolce del solito» alza un sopracciglio piegando le labbra in un dolce sorriso «Sei tu che mi ispiri dolcezza» il suo volto è così vicino al mio che i nasi si sfiorano «Sei sempre e solo tu» la voce è roca, bassa, sensuale, ipnotica.
Da quando siamo tornati insieme la tensione sessuale è diventata così forte, più di una volta abbiamo sfiorato il limite è alcune volte lo abbiamo anche attraversato ma lui si è sempre fermato.
Gli accarezzo una guancia con gesti delicati «Cosa c'è?» gli chiedo «Ti amo» risponde semplicemente «Ti amo anch'io» piego la testa di lato tenendolo stretto a me osservando la sua reazione. Sbarra gli occhi poggiando la fronte contro la mia per poi sorridere trionfante «Lo hai detto»
«Cosa?» domando alzando le spalle, sono parole importanti e non so se questo era il momento adatto per dirle ma le sentivo sulla punta della lingua pretenziose «Ripeti» scuoto la testa staccandomi da lui ma con una mossa repentina mi afferra il polso riportandomi accanto a lui «Ripeti. Solo un'altra»
«Io ti amo» posa le labbra sulle mie.
All'inizio è un bacio casto, un semplice tocco di labbra ma si fa piu audace, la sua lingua cerca la mia con avidità esplorando la mia bocca con tocchi esperti e veloci. Quando ci stacchiamo afferro il suo labbro inferiore tra i denti tirandolo leggermente per poi succhiarlo leggermente e le lingue s'intrecciano nuovamente l'una all'altra. Era tutto cosi intenso che la terra avrebbe potuto iniziare a tremarci sotto i piedi e non c'è ne saremmo accorti per quanto questo bacio sia lungo, morbido, caldo, umido e sensuale. Ci stacchiamo con il fiatone, gli occhi lucidi per l'eccitazione cresciuta in davvero in pochi secondi «Non puoi fare cosi» dico appoggiando la fronte sul suo petto cercando di calmare i battiti del cuore.
Quest'uomo riesce a non farmi capire niente.
«Questo dovrei dirlo io a te. Ogni volta che mi guardi nella mia mente vorticano immagini davvero poco caste ed è davvero dura trattenermi. Dovresti saperlo» cerco di non guardarlo negli occhi o potrei davvero perdere la testa e soprattutto il controllo del mio corpo e non posso, non adesso, non con i bambini in casa.
«Adesso andiamo a dormire» dico staccandomi da lui con le mani che tremano, l'intero corpo sta vibrando «Stai scappando da me?» domanda seguendomi su per le scale «Non direi. Sono solo molto stanca» e ne è la prova lo sbadiglio che segue le mie parole.
L'adrenalina è scemata via velocemente.
«Anch'io» continua l'altro aprendo la porta della camera di Lexie per controllarla. La bambina sta dormendo pacificamente stringendo a se il suo coniglietto. Lo adora.
Entro nella camera di fronte osservando il piccolino nel suo lettino che dorme pacificamente. Sta sera non ci saranno problemi, credo. Tutto è possibile in fondo ma preferirei dormire per le prossime cinque ore.
Sospiro stiracchiando le braccia sopra la testa entrando nella cabina armadio togliendomi di dosso la canottiera e i pantaloncini che ho usato per stare in casa dopo essere tornata afferrando il baby dolls bianco appeso alla stampella che ho usato ieri sera indossandolo in fretta. La stoffa è fresca e aderisce al mio corpo in un modo quasi unico sembrando una seconda pelle. Adoro il modo in cui la seta fa diventare le curve del mio corpo morbide e delicate.
Torno in camera trovandola vuota ma dal bagno arriva lo scrosciare dell'acqua. Nathan se ne sta appoggiato al lavandino con un fianco passando con movimenti circolari lo spazzolino, categoricamente rosso, sui denti. I suoi occhi sono quasi del tutto chiusi ma è una scena comunque adorabile, mi affianco a lui facendo la medesima cosa ma al suo contrario io amo guardarmi allo specchio, vedere cosa c'è che non va nel mio viso e in questo momento oserei dire tutto.
«Sono orribile» dico biascicando le parole per poi sputare il dentifricio nel lavandino per pulirmi le labbra con l'asciugamano di cotone «Non essere melodrammatica» si lamenta il ragazzo stampandomi un bacio sulla tempia per poi tornare in camera. Con la coda dell'occhio lo vedo togliersi la maglietta blu per poi passare ai jeans strettissimi che gli fasciano il culo in maniera perfetta ma preferisco decisamente i boxer neri. Impazzirò di sicuro.
Sto stringendo il labbro inferiore tra i canini con cosi tanta forza da sentire il sapore metallico del sangue. Devo decisamente tornare a lavarmi i denti o sta sera non rispondo piú di me. Ci siamo già andati abbastanza vicino sta sera.
«Su, vieni a letto» si lamenta il ragazzo mettendosi sotto le lenzuola dando un'occhiata al telefono che poco prima aveva lasciato sul comodino dalla 'sua' parte del letto «Arrivo, arrivo» spengo la luce del bagno correndo sotto il lenzuolo appoggiando la testa sul suo petto segnando con il dito il tatuaggio un pò scolorito. Sbadiglio per l'ennesima volta pronta a crollare «Buonanotte» dico con fatica cercando ti tenere gli occhi aperti ancora per un pò, il ragazzo mi lascia un bacio sulla testa «Dormi tesoro».

L'amore non mi bastaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora