Take care of me.

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Forse suggerire ai ragazzi di fare una festicciola di Natale nello sgabuzzino della palestra era stata una pessima idea.

- Ho portato da bere, qualcuno ne vuole?-

- Ce l'hai l'aranciata?-

- No, non ho pensato a prenderla ... -

- Dai, ma che festa è senza aranciata?-

- A we non wiasce.-

- Hey, non parlare a bocca piena!-

- Ragazzi, fate attenzione ...!-

Ukai sospirò stancamente, restando sulla soglia della porta con l'ultimo pezzo di torta in mano. Se non ci fosse stato il professore a calmare i bollenti spiriti degli studenti, non aveva la minima idea di come avrebbe gestito il proprio umore. Proprio quando pensò di avvicinarsi e ringraziarlo per l'impegno che ci aveva messo nell'organizzare il tutto con i ragazzi, un rumore acuto squarciò l'atmosfera e l'allenatore sussultò.

- Faccio io!- trillò la voce di Takeda mentre si piegava sul pavimento per raccogliere i pezzi di vetro del bicchiere che si era appena rotto. L'aveva detto ancora prima che qualcuno si scusasse per averlo fatto cadere e questo, in qualche modo, spinse Ukai ad avvicinarsi.

- Stia attento a non tagliarsi ... -

Takeda alzò lo sguardo sorridente verso di lui, tastando ancora il pavimento per raccogliere i cocci: - Tranquillo, non è niente d-ah! Troppo tardi.-

Rattristendo la propria espressione ma senza smettere di sorridere, il prof osservò il polpastrello graffiato e il coach non perse tempo, raccogliendo gli ultimi frammenti di vetro rimasti. - Venga, la aiuto a mettere un cerotto.-

- Ma Ukai-kun, non è necessario.-

- Mi dia retta, venga con me.- concluse il coach con un ghigno divertito e misterioso.

Senza comprendere, l'altro annuì e dopo che i due si furono sbarazzati dei pezzi del bicchiere rotto il biondino recuperò la cassetta del pronto soccorso.

- Ehm, Ukai-kun ... - lo chiamò il professore incerto, sedendosi su una panchina della palestra. - Non vale la pena di sprecare un cerotto solo per questo.-

L'altro gli si sedette accanto senza esitare, prendendo gentilmente la sua mano e medicando il piccolo graffio, mentre rispose con una voce tranquilla che era insolita da parte sua: - Forse, ma è una buona scusa per prenderci una pausa dall'euforia di quegli scalmanati, non pensa?-

Ittetsu sbatté le palpebre con meraviglia e solo allora si concesse di tornare a sorridere. - Capisco.-

- Le fa male il dito?- domandò Ukai, senza più vera preoccupazione ma solo curiosità.

- Il dito sta bene, grazie ... anche se in effetti comincio a sentirmi stanco.-

Keishin non rispose subito a quell'affermazione. Si limitò a osservare il sensei con sguardo assorto e pensieroso, non molto sicuro sul dover dire qualcosa oppure lasciar cadere il silenzio e restare così, seduti insieme, come due persone vicine ma non abbastanza da considerarsi amici o partner.

In effetti era strano: come potevano definirsi, oltre che semplici colleghi – definizione che gli faceva inspiegabilmente storcere il naso?

- I ragazzi ne avranno per un po'.- fece infine, distogliendo gli occhi da lui. - Se vuole possiamo aspettare che finiscano di festeggiare ... e basta.-

Fu il turno di Takeda di rimanere a guardarlo a lungo senza emettere un fiato. Restò immobile a riflettere e più soppesava quelle parole, più gli sembravano leggere.

- Per me va bene.- annuì, lanciando un'occhiata di sicurezza allo sgabuzzino affollato e troppo stretto per tutti quegli studenti ... anche se la palestra non sembrava poi tanto più grande, piena dei loro muti e fitti pensieri.

*


Ribadisco che di loro ci sono troppe poche fanCOSE in giro. La prossima storiella è l'ultima! E dovreste già aver capito quale sarà la coppia... <3


Natale alla Karasuno!Where stories live. Discover now