Kiss me

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Sugawara si era lasciato scappare una risatina, quando Daichi aveva proposto di organizzare a casa sua la festa di Natale con la squadra. "Che capitano sarei, altrimenti?" aveva detto lui con tono più serio di quanto avrebbe dovuto.

Non che alla fine si fosse rivelata una cattiva idea. Se non era il salone più grande e ideale per una festa in grande stile, il padrone di casa aveva comunque trovato degli addobbi perfetti per renderlo il posto più accogliente e festoso possibile. L'alzatore si era offerto di aiutarlo nei preparativi perché non si prendesse tutto il merito dell'impresa.

- A volte sei inquietante, lo sai?- fece Daichi con un ghigno sarcastico, salendo sulla scala per appendere delle ghirlande. - Chi pensa che tu sia buono e caro, evidentemente non ti conosce abbastanza.-

L'altro, che lo guardava dal basso e teneva tra le mani una scatola di luci natalizie da sistemare, finse di esserne offeso ed esclamò: - Ma come, così mi fai sembrare un mostro senza cuore!-

- Chi mi garantisce che non lo sei?- il capitano sollevò un sopracciglio in sua direzione e l'espressione fu subito ricambiata.

Scoppiò una risata da parte di entrambi. Sugawara possedeva l'arma della malizia, ma non l'avrebbe mai usata se non per il bene o il buonumore di qualcuno.

Il moro scese dalla scala e saltò gli ultimi due gradini con un balzo atletico. - Ecco fatto!-

- Daichi?-

- Sì?-

- L'hai messo tu, quello?-

Gli occhi di Daichi si sollevarono curiosi; prima incontrarono l'espressione perplessa di Suga rivolta verso l'alto e poi seguirono la sua direzione. Sobbalzò quando vide di che cosa stava parlando il compagno.

- Oh ... non ricordo.- rispose, avvicinandosi con il naso all'insù. - Forse l'hanno appeso i miei genitori.-

- Capisco.-

Calò uno strano silenzio. Nessuno dei due smise di fissare la decorazione appesa sopra la porta come se fosse un'apparizione divina. Parevano immersi in una profonda riflessione sul senso della vita.

Improvvisamente, tornarono a guardarsi nello stesso momento e l'intesa di quel gesto compiuto all'unisono li spiazzò. Erano grandi e meravigliati i loro occhi, mentre si specchiavano gli uni negli altri.

Il primo a rompere quell'insolita magia fu Sugawara, che sorrise sornione e suscitò l'impulsiva reazione dell'altro: - Oh no, neanche per sogno!-

- Andiamo, Daichi, è solo per provare!-

- Ti sembra una buon-

Le parole del ragazzo furono stroncate in tempo zero. Ormai era troppo tardi e le labbra di Suga erano già premute sulle sue, mentre una stretta lo teneva fermo dal colletto del maglione.

Il suo primo pensiero fu di opporsi a quel gesto, anche se tante volte aveva immaginato di farlo, ma si trattava pur sempre di Suga e protestare contro di lui sarebbe stata una causa persa. Così Daichi optò per l'opzione più piacevole e meno rischiosa: abbassare le palpebre e rispondere al bacio, mettendoci più passione del compagno per non perdere quella tacita sfida.

Percepirono tutti e due un senso di pace, nel quale restarono immersi per un tempo indefinibile e dal quale riemersero nel momento in cui le loro bocche si separarono piano. Subito dopo, si guardarono incantati a lungo.

- Che ne dici ... ne appendiamo un altro?-

Alla proposta divertitadi Daichi, il giovane dai capelli più chiari rise di cuore e lo trascinò versogli scatoloni ancora da svuotare. Per il resto del pomeriggio e in seguitodurante la serata, il vischio continuò a vegliare su di loro.


E zucchero sia x3

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E zucchero sia x3

Natale alla Karasuno!Where stories live. Discover now