Epilogo

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Cinque anni dopo

"Sammy, è ora di alzarsi, la parrucchiera e la truccatrice saranno qui tra poco." mi richiama mia madre.

Apro gli occhi di scatto, con il sorriso sulle labbra.
Ci siamo, il grande giorno è arrivato.

Mi alzo a sedere ed osservo mia madre uscire dalla stanza.
Ebbene sì, alla fine, dopo mille sacrifici, sono riuscita a recuperare il rapporto con i miei genitori.
Diciamo che non è stato facile, ma ne è valsa la pena.

Un anno dopo il nostro litigio, i miei sono venuti a Malibu, con il cuore in mano e una voglia matta di essere perdonati.
Dopo una lunga chiacchierata e molti mesi di indecisione, alla fine ho deciso di perdonarli.

Grazie al loro aiuto sono riuscita ad iscrivermi al college e a laurearmi con il massimo dei voti.
Tre anni di duro studio alla fine sono stati ripagati anche con un ottimo lavoro: giornalista.

Dopo essermi svegliata del tutto, vado in bagno per lavare i denti e fare una bella doccia.
Oggi non è un giorno come gli altri.
Oggi segnerà l'inizio della mia nuova vita.
Una vita che ho inseguito per molto tempo; una vita a cui credevo di dover rinunciare.

Mentre sto avvolgendo il mio corpo in un ampio asciugamano, qualcuno bussa alla porta del bagno.
Qualcuno che riconosco essere il mio amato bimbo.
"Mamma, hai finito? Devo fare pipì." apre la porta.

Ed eccolo, Evan James Baker in tutto il suo splendore.
I capelli castani ramati gli ricadono ribelli sulla fronte, mentre i suoi occhioni vispi scrutano la stanza.
È un piccolo Fred in miniatura.

"Mamma, dai. Devo fare pipì." ripete.

"Puoi usare il gabinetto, amore. Mi sto asciugando." sorrido.

Evan arrossisce e si copre il viso con le mani. È un bambino molto timido e riservato, si vergogna perfino di me che sono sua madre.
L'unica persona capace di farlo sentire a suo agio è suo padre, Fred può tutto.
Ecco perché è sempre lui ad occuparsi di fargli il bagnetto.
Le poche volte che è toccato a me, si è scatenata una guerra di acqua e sapone.

Ancora con il sorriso sulle labbra, gli passo accanto e gli scompiglio i capelli con una mano.
Evan si ritrae, non prima però di avermi fatto la linguaccia.
Esco dal bagno, stando però attenta a non chiudere del tutto la porta.
Il fondo, Evan ha soltanto cinque anni ed ha bisogno di essere sorvegliato come tutti i bimbi della sua età.
Diciamo che ha ereditato la mia goffaggine.

Ritorno in camera, dove ad attendermi c'è la mia migliore amica.
"Fai con comodo, eh." mi prende in giro.

"Non rompere Gin, sono in perfetto orario." alzo gli occhi al cielo.

Io e Gin ci siamo conosciute il primo giorno di college e da subito il nostro rapporto ha preso una piega inaspettata.
Lei è la tipica ragazza estroversa, con mille amici e una vita sessuale estrema. Io, bè...sapete come sono.

"Vestiti, vado a recuperare il marmocchio in bagno e poi ti aspetto giù." mi informa prima di uscire dalla stanza.

Ci risiamo. Uno, due...tre.

"Mammaaaaa, Gin mi fa arrabbiare." urla mio figlio.

La mia amica adora farlo impazzire, strapazzarlo di coccole, a differenza di Evan che preferisce tenersi a debita distanza dal nemico.
Nonostante ciò, hanno instaurato un bel rapporto.
Anche se non lo ammetterà mai, mio figlio si fida di lei.

"Mammaaaaa, uffaaaa." urla ancora.
Due secondi dopo le sue risate riecheggiano per le scale.

Infilo una camicetta lunga fino alle cosce, e a piedi nudi scendo al piano di sotto.

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora