Capitolo 19

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Fred's pov

Una settimana. Una fottuta settimana senza ricevere sue notizie.

Evan piange in continuazione, credo senta la mancanza della mamma. È troppo piccolo, a soli tre mesi non può subire il distacco dalla madre.
Sylvie sta impazzendo, e la gravidanza non la aiuta.

Clary sta cercando di aiutarla come meglio può, è l'unica con la quale mio figlio si rilassa e smette di piangere.

Il lavoro sta iniziando ad occupare grande parte del mio tempo, non riesco ad essere presente per la mia ragazza e mio figlio.
Per questo Clayton si è trasferito da me per contribuire in qualche modo.
Ha deciso di rimandare la sua partenza per il college e non gliene sarò mia grato abbastanza.
Ci è di grande aiuto, cucina quando Sylvie non sta bene, accompagna Clary a scuola e torna a riprenderla.

Quando Sammy è andata via, ho deciso di raccontargli del piano per farlo ingelosire.
All'inizio si è arrabbiato ma poi ha compreso i reali motivi che hanno portato Sammy a farlo.

Ha capito di essere stato uno stronzo a rivelarle la sua attrazione verso un'altra persona, tutt'ora si incolpa della sua fuga.

Ho cercato in tutti i modi di fargli capire che non è colpa sua, nessuno avrebbe potuto prevedere le mosse di Sammy.
Però le mie parole non sono servite a molto. Continua ad incolparsi, a lacerarsi dentro inutilmente.
Il suo dolore non riporterà Sammy da noi.

"Fred, puoi venire un attimo?" mi richiama Sylvie dall'altra stanza.

La raggiungo, a passo lento. Sono stanco, il lavoro mi sfianca eppure non posso mollare. Loro hanno bisogno di me, se crollo io, crollano tutti.

"Dimmi amore." La trovo seduta sulla sedia della cucina con in braccio mio figlio. La pancia le sta crescendo però non sembra esserle di intralcio.

"Puoi tenere Evan qualche minuto? Devo andare in bagno."

Annuisco e prendo il suo posto.
Clayton e Clarissa non sono in casa, Sylvie mi ha detto che sono andati al Luna Park.
Mia sorella è pur sempre una bambina, con le sue esigenze.
Ha bisogno di svagare, di divertirsi.
Un anno fa era sola, senza amici. Adesso la situazione è cambiata, lei è cambiata.
Ha imparato a fare amicizia. Ha imparato a resistere alla tentazione di incolpare il mondo per la sua perdita.

"Grazie amore." Sylvie va via, lasciandomi da solo con mio figlio.

Sta giocando con un pupazzo di pezza, credo sia il suo preferito.
Da quando Sammy è andata via, non dormo più. Penso sempre ai motivi che l'hanno spinta a fare un gesto così estremo.
Un gesto non degno di comprensione.

È bellissimo poter sentire il calore del suo corpicino, il suo visino e i suoi occhietti azzurri, identici ai miei.
Però, il suo sorriso...quel sorriso mi ricorda la sua mamma.
Era così bella ai miei occhi, un raggio di sole durante la pioggia.
Ho imparato ad amarla, piano piano, a distanza.
La mia anima ardeva di desiderio, eppure non potevo averla.
Soffrivo nel vederla tra le braccia di un altro, felice e spensierata.
Clayton non si accorgeva dei miei cambiamenti, nessuno lo faceva.
Ho usato Riley per sfogarmi, così come ho usato Rachel.

Quello non era amore, ma senso di abbandono.
Cercavo di colmare le mie mancanze con un rapporto malsano e privo di sentimenti.
Un rapporto che ha portato solo più confusione dentro di me.

Adesso, osservare il frutto di un amore impossibile, mi rende enormemente soddisfatto.
Sammy mi ha dato un dono migliore del suo amore, un figlio.
Una creatura che respira, in carne ed ossa.
Una creatura che un giorno mi chiamerà papà.

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora