Capitolo 22

4.8K 261 35
                                    

Sammy's pov

Okay Sammy, puoi farcela.

Busso alla porta, la mano che mi trena leggermente.
Dylan dovrebbe essere in casa a quest'ora del giorno.
Fred mi ha detto che non ha smesso nemmeno per un secondo di cercarmi, di chiamarmi.
Tutto, però, si è rivelato inutile.

Due minuti e la porta si apre, lasciando comparire sulla soglia proprio Dylan. È a torso nudo, con un asciugamano legato in vita.
Come ho già detto in passato, è un bellissimo ragazzo e, se non fossi già innamorata di Clayton, un pensierino gliel'avrei fatto.
Purtroppo, però, la vita va come deve andare. Al cuore non si comanda.

"Sammy, che piacere rivederti." mi guarda con disprezzo, e questo mi fa male.

L'ho usato per poi ferirlo con la mia fuga.
Ho sbagliato tutto con lui, dall'inizio.
Il comportamento avuto con lui è l'unica cosa di cui mi pento.
La storia del fidanzato per finta non ha fatto altro che allontanarci.

"Posso entrare?"

Dylan si fa da parte; una volta dentro, lo vedo richiudere la porta alle mie spalle.
Mi fa maledettamente male sapere che la nostra amicizia è in bilico.

"Che vuoi? Perché sei qui?" mi chiede visibilmente irritato.

Un colpo al cuore, peggio di una freccia scagliata ad alta velocità.

"Voglio il tuo perdono." sussurro.

"Il mio perdono?" ripete disgustato.
"Ti sembro Clayton o Fred? Con me non attacca, Samantha. Ti rendi conto di tutto il male che mi hai fatto?" si mette a sedere sul divano. "Per un'intera settimana non ho fatto altro che cercarti, sono perfino tornato a Malibu. Ma niente, tu non eri da nessuna parte; mi sono sentito inutile, capisci? "

Non so cosa dire di fronte ad una dichiarazione del genere. Ha ragione, tutto quello che dice corrisponde alla verità.
Mi sento una merda per essere stata così egoista.
Non voglio perdere la sua amicizia, per me è troppo importante.

"Mi dispiace Dylan, mi dispiace davvero tanto. Però lasciami spiegare..." avanzo verso di lui, mortificata.

Dylan mi fa segno con la mano di smetterla, il suo viso è una maschera di rabbia. "Non me ne frega niente delle tue scuse o delle tue spiegazioni. Ho creduto in te fino in fondo, ti ho difeso e ho inventato motivi validi per la tua fuga. Ma sai che ti dico? Avrei voluto non averti mai conosciuto."

Un altro colpo al cuore, più forte di prima.
Non può averlo detto sul serio, non può...

Crollo sul divano, ad una certa distanza da lui, immobile e priva di ogni emozione.

Mi sento male, come se il mio cuore fosse appena stato trapassato da un palo di ferro appuntito.

Dylan non si muove di un centimetro, rimane nella sua posizione mentre mi osserva perdere lentamente conoscenza.

Quando sto per chiudere gli occhi, lo vedo mentre si inginocchia accanto a me e poi... il vuoto più totale.

Vedo una strana luce provenire da una stanza. Incuriosita, mi avvicino e la luce si fa sempre più intensa.
Dentro la stanza ci sono due persone...siamo io e Clayton.
Ci stiamo baciando, le sue mani scorrono sul mio corpo mentre le mie si sistemano tra i suoi capelli biondi.

Una scarica elettrica mi attraversa, mi volto e vedo un'altra figura che sta osservando la scena.
È Dylan, indossa una felpa nera e dei jeans del medesimo colore.

Vorrei parlare, chiamarlo, ma la voce non collabora.
Ad un tratto Dylan si gira verso di me ed è solo allora che intravedo le sue lacrime.

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora