Capitolo 7

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Tyler's pov

Cammino tra la folla dell'aeroporto con la valigia in mano, in cerca di un taxi. I miei amici e i miei genitori non sanno nulla, il mio arrivo sarà una sorpresa per loro.
Fremo dall'eccitazione, fra poco rivedrò le persone che amo dopo mesi e mesi.
E tutto questo grazie alla persona più importante della mia vita, Sammy.
L'amore che provo per lei e Evan è indescrivibile, hanno reso la mia vita unica, meravigliosa.
Con Evan ho scoperto cosa vuol dire essere padre, avere una persona di cui prendersi cura.
Con Sammy, invece, ho scoperto la bellezza dell'amore.
Amore in senso fraterno, ovviamente.
Lei è mia sorella, la mia compagna e la mia guida.

Un taxi si ferma davanti a me, interrompendo il flusso dei miei pensieri.
Carico la valigia nel bagagliaio ed entro dentro.

"Salve." lo saluto e gli indico l'indirizzo di casa mia.

Non vedo l'ora di riabbracciare i miei genitori, mi sono mancati da morire.
L'autista annuisce e fa partire l'auto, immettendosi nel traffico di New York. Ormai sono abituato alle spiagge di Malibu, però nulla batte casa.
Casa è dove sia cresciuti, dove abbiamo costruito i nostri ricordi più importanti.

Raggiunta la destinazione, pago la tariffa e scendo dal taxi con il cuore in gola.
Sto per rivederli, non mi sembra neanche vero.

Avanzo nel portico, le luce sono accese quindi immagino i miei siano in casa.
Inspiro ed espiro un paio di volte prima di bussare al portone d'ingresso.
Dei passi echeggiano all'interno, la porta si spalanca e la faccia shoccata di mia madre fa capolino.

"Tyler, amore mio." si riprende e mi abbraccia forte.

Sento il suo profumo inebriare i miei sensi, la stringo più forte e per poco non scoppio a piangere.
Mi è mancata, cazzo se mi è mancata.

Ci stacchiamo e lei va a chiamare mio padre.
"Figliolo." mi viene incontro e ci scambiamo un veloce abbraccio.

"Sono così felice di rivederti." Mia madre si asciuga una lacrima. "Come sta andando il college?"

"Bene mamma." mento spudoratamente. La verità è che, ormai, mentire fa parte di me.

"Hai dato esami recentemente?"mi domanda papà.

"No... cioè si."

Stai calmo, Tyler. Stai calmo.

"I professori hanno iniziato un periodo di recupero per gli studenti con voti mediocri quindi ne ho approfittato per venire a farvi visita." sparo la prima scusa che mi viene in mente. 

I miei annuiscono e, finalmente, smettono di farmi domande. Salgo in camera, poggio la valigia sopra la sedia e mi butto sul letto, a peso morto. Amo l'odore di casa, amo tutto di New York. Il mio cellulare squilla, lo estraggo dalla tasca e per poco non cado a terra. 

Cazzo, mi sono dimenticato di chiamare Sammy...

"Pronto?" sussurro spaventato.

"Oh, allora sei vivo..." sbraita dall'altro capo del telefono. 

"Si, scusami ma in aeroporto il telefono non prendeva. Sono appena arrivato a casa dei miei." invento. Sto iniziando a sudare, la sua voce arrabbiata non mi piace per niente. 

"Va bene monello, sei perdonato per stavolta." ridacchia. 

Sorrido anche se non può vedermi e mi affaccio alla finestra. Auto lussuose scorrono in strada, incuranti del tempo. New York, la città che non dorme mai, la Grande Mela. 

"Evan?" 

"Ha appena mangiato, adesso sta giocando con Diana. È rimasta per tenermi compagnia finché Dylan non esce da lavoro." Ha la voce addolorata, so che le manco ma ha preso lei la decisione di spedirmi qui.

Un fidanzato per finta 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora