Capitolo 14

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FUOCO E GHIACCIO


"È nel fuoco che arde la fiamma

della mia passione... è nel

ghiaccio che cerco rifugio al mio

dolore."

- Roberto Giusti


Una familiare nausea ed un atroce mal di testa mi fanno destare dal sonno. Mugolo portandomi una mano alla tempia e lentamente apro gli occhi. Quando noto che tutto ciò che mi circonda è rosa, ricordo dove sono e con chi mi dovrei trovare nel letto. Mi sveglio di colpo e giro la testa per trovare un letto vuoto. Non me lo sono sognato, ero a letto con Aaron... Il suo profumo ancora intriso nelle lenzuola mi da conferma che non me lo sono immaginato. Scosto via il pesante piumino rosa e controllo se si è spostato nel letto di sopra. Nulla. La testa mi gira leggermente mentre lascio la stanza. La prima che scorgo è Emma. È dietro il bancone della cucina e con un sorriso stampato sul volto guarda verso il divano. Seguo il suo sguardo e noto Alex ed Aaron con la chitarra in mano. Le prima note di una canzone risuonano nella stanza. <<Buongiorno>>. Torno a guardare la bionda che mi saluta cordialmente. Deve essersi appena svegliata, perché indossa solamente la camicia che ieri aveva Alex. È dannatamente bella, sembra un angelo! Io non voglio immaginare che aspetto ho! <<'giorno>> borbotto avvicinandomi. Prendo posto su uno sgabello di fronte al bancone. A questo punto anche i ragazzi si accorgono della mia presenza. <<Buongiorno bella addormentata>> mi prende in giro Alex. Gli faccio una linguaccia. Il mio sguardo poi si sposta su Aaron che mi sorride dolcemente ed io ricambio. <<Alison e Kevin?>> domando rendendomi conto solo adesso della loro assenza. <<Kevin era messo piuttosto maluccio e sono andati alla residenza. Hanno preso un taxi e ci hanno lasciato le chiavi della macchina>>. Annuisco al moro per poi portarmi una mano alla tempia. <<Anche qualcun altro ci ha dato dentro>> mi deride Emma. Sento il rumore di un bicchiere che viene posato sul piano da lavoro e quando mi volto ne noto uno pieno d'acqua ed un'aspirina. <<Grazie mamma>>. Sorrido alla bionda e butto giù la pastiglia scolandomi tutto il liquido trasparente e fresco. <<E comunque...>> inizio inarcando un sopracciglio <<...quelli ad averci dato dentro siete stati voi>> continuo passando lo sguardo tra Emma ed Alex. Mentre Aaron cerca di trattenere una risata la coppietta diventa rossa dall'imbarazzo. <<Oddio!>>. Emma si porta le mani sul volto per nascondersi. <<Esatto, dicevi proprio così>>. Mi mordo il labbro inferiore mentre Aaron scoppia a ridere. A questo punto anche Alessandro ride. Mi volto verso Emma che continua a nascondere il volto tra le mani. <<Scusate>> mormora imbarazzata.

<<Ecco la colazione, o meglio il pranzo>>. Emma mi posa davanti un piatto di uova e di bacon e fa lo stesso con i ragazzi prima di sedersi al mio fianco. Guardo il mio piatto facendo una smorfia. <<Non so se riesco a mangiare>> borbotto mentre sento un senso di nausea montarmi dentro. <<Mangia>>. Mi giro lentamente verso chi ha usato un tono perentorio con me. <<Come scusa?>>. Inarco un sopracciglio in direzione di Aaron. <<Devi mangiare o starai peggio>> ribatte deciso. Lo fulmino con lo sguardo ma è intento a mangiare il suo piatto per degnarmi di un'occhiata. <<Lentiggine o mangi o te la fai a piedi sino alla Juilliard>>. Sento una risata soffocata da un colpo di tosse e quando mi volto Alex ed Emma ci scrutano con un sorrisetto. Che hanno da guardare?! <<Non chiamarmi lentiggine!>> borbotto per poi sbuffare ed infilarmi un pezzo di bacon in bocca. Non so nemmeno io perché gli sto dando retta! <<"Non chiamarmi angelo">> sento mormorare in tono femminile Alex. Emma gli da una gomitata per poi sorridere a trentadue denti. Li guardo interrogativa. Lo sguardo di Alex si fa tenero. <<Non voleva che la chiamassi angelo>>. <<E lui si ostinava a farlo>> continua Emma con un finto tono esasperato. <<Ma a lei in realtà piaceva>> conclude lui per poi darle un bacio sulla fronte. Inizialmente si finge ostile ma poi cede e sorride. Ora che ci penso, il fatto che lui mi abbia dato un soprannome e che lo continui ad utilizzare nonostante gli abbia detto di smetterla, è una cosa intima, solo nostra. Con la coda dell'occhio lo sbricio e quando lo faccio noto che lui mi stava già guardando. Sotto al suo sguardo sento una strana sensazione allo stomaco.

3. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata per sbaglioWhere stories live. Discover now