Capitolo 1

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RICOMINCIARE DA ZERO


"Ognuno dipinge il quadro

della propria vita

con i colori delle proprie

scelte."

- M. Maini


<<Marta, cazzo svegliati!>> sento gridare. Mugolo di disapprovazione mentre mi porto una mano alla tempia. Sento le tende venire tirate di colpo e il sole filtra attraverso i miei occhi chiusi. <<Cazzo Elena!>> mi lamento coprendomi la testa col cuscino. Sento il rumore di una bottiglia che rotola e di un'imprecazione prima che le coperte mi vengano strappate di dosso. <<Non posso credere che l'hai fatto di nuovo!>> mi urla contro. <<Sta zitta che mi scoppia la testa!>> alzo la voce a mia volta. Mi metto a sedere per poi passarmi una mano tra i capelli aggrovigliati. Poso il mio sguardo appannato su una delle mie due migliori amiche. Mi guarda preoccupata. <<Ti sei ubriacata di nuovo, anche il giorno prima di partire!>> mi rimprovera. Sbuffo e mi alzo. Cerco di superarla ma mi blocca per un braccio. Guardo la sua mano per poi guardare lei. <<Non farlo...ti rovinerai solo la vita>> i suoi occhi esprimo compassione mentre pronuncia quelle parole. <<Sto facendo quello che avete detto tu e Selena no? Sto per andare a New York, per fare quel maledetto provino per la cazzo di Juilliard, non sei contenta! Volevo solo farmi un'ultima bevuta, tutto qui!>> ribatto strattonandomi dalla sua presa. La sento sospirare mentre barcollo sui mie passi per andare a fare una doccia. Mi richiudo la porta del bagno alle spalle e mentre apro l'acqua ed aspetto che diventi calda mi do un'occhiata allo specchio. Ho i capelli tutti annodati in un groviglio rosso, gli occhi sono accerchiati di nero, mentre il rossetto rosso è sbavato sulle labbra. Allungo una mano dietro la schiena e tiro giù la lampo dell'abito che avevo indosso la scorsa sera. Ero uscita da sola ed ero andata a ballare. Ho ricordi offuscati di quello che è successo, ricordo solo di essere tornata all'appartamento in un qualche modo e di essermi finita una bottiglia di vodka prima di crollare, ancora vestita, nel letto. So perché Elena è preoccupata per me, la è perché non è la prima volta che lo faccio. È passato solo un maledetto mese da quella notte, la notte che rivivo ogni volta che chiudo gli occhi, ed è praticamente un mese che torno a casa nel cuore della notte completamente ubriaca. Lo faccio perché almeno crollo e non ho il tempo di pensare. Io non voglio pensare, non voglio ricordare la sensazione di sentirlo crescere dentro di me. Lascio cadere il vestito ai mie piedi e mi accarezzo la cicatrice che non mi permetterà mai di dimenticarmi di lui. Gli occhi mi si riempiono di lacrime. Mi spoglio completamente per poi entrare nella doccia. Mi lascio ricadere sul pavimento della doccia mentre l'acqua che mi cade addosso si mescola alle mie lacrime. Se fosse per me non andrei minimamente a New York, ma Selena ed Elena mi hanno praticamente obbligata. Dicono che lo fanno perché devo ricominciare da zero, devo riprendere la mia vita tra le mani e non perdere la possibilità di inseguire il mio sogno. Forse in parte è vero, ma credo che Elena mi spinga ad andare perché ha paura che possa commettere qualche stupidaggine rimanendo da sola in questo appartamento. Probabilmente non ha tutti i torti, basta vedere come mi riduco ogni sera. È tranquilla a mandarmi a New York perché mi lascerà da una nuova baby sitter: Emma, sua cugina. È da quest'estate che c'eravamo messe d'accordo sul fatto che mi avrebbe ospitato volentieri il giorno del provino per la Juilliard, ed ora mi ospita volentieri sino a che ne avrò bisogno. Non mi piace pesare sulle persone, e se non verrò presa alla Juilliard non so proprio cosa farò. Allo stesso tempo però mi sento in colpa; mi sento in colpa perché sto provando a raggiungere il mio sogno, ma lo posso fare solo perché lui non c'è più. Ho impresso nella mente il suono del suo piccolo cuoricino che batte, ed i suoi movimenti nella mia pancia. Non so se riuscirò mai del tutto a superare una perdita del genere. Con la sua morte è morta anche una parte di me. Mi sciacquo velocemente per poi uscire ed avvolgermi in un asciugamano. Mi asciugo i capelli e poi torno nella mia stanza. Indosso la prima cosa mi capita in mano, dei leggings ed una felpa rossa, e poi controllo le valige. Ha già fatto tutto Elena almeno una settimana fa, ci infilo dentro le ultime cose e poi raggiungo Andreas e la mia amica in cucina. <<Sono pronta>> mormoro interrompendo il loro bacio. Non fanno altro tutto il giorno! Sono felice di andarmene almeno non mi verrà il diabete solo guardandoli! Mi lanciano un'occhiata carica di preoccupazione. <<Vuoi fare colazione?>> mi domanda Andreas. Scuoto la testa in segno di dissenso. <<No, ma magari un'aspirina>> ribatto facendo una smorfia per il dolore. Elena mi sorride per poi prepararmela.

3. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata per sbaglioWhere stories live. Discover now