3. SE DICE IL VERO, NON HAI PAGATO ABBASTANZA (PAROLA DI SET)

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I've got a bad case of A.D.D.

I've been this way since seventeen

I've got a fucked up brain and a really bad attitude

I blame it on my drug abuse

(Just Like You, Falling In Reverse)

Sul calar della sera Set svoltò all'interno del vicolo in cui viveva. Arrivato vicino al suo scatolone sferrò due calci ben assestati sul sedere del suo vicino di letto per dargli la buonasera. Quello ormai aveva una certa età e non si dimenticava mai di sottolinearlo, perciò Voland ci mise tutta la delicatezza di cui era capace, insomma non troppa. Comunque se fosse stato così fragilino ci sarebbe già rimasto secco a vivere in strada.

L'oggetto delle sue attenzioni si rigirò pesante sul cartone e lo squadrò con il dovuto rimprovero.

- Dove sei stato scansafatiche? – brontolò in tono bonario.

- Accendimi, vecchio – ordinò Set, ignorando la domanda.

Subito dopo gli porse una sigaretta ormai stropicciata e se ne portò una alle labbra. Il vecchio barbone-indovino (così si guadagnava il pane) sorrise e dopo essersi frugato nelle tasche alla ricerca dell'accendino, allungò la mano callosa. La fiamma illuminò per due volte l'angolo buio del vicolo.

- Sono stato a smaltire – spiegò il giovane, aspirando il fumo.

- Con tutta la fatica che hai fatto a tirarti fuori da quello schifo, non avrai mica ricominciato? – domandò accigliato il vecchio.

Set gli sedette accanto, la schiena poggiata al muro ruvido, ma lo sguardo inquisitore gli rimase incollato addosso. Di sicuro era per evitare sguardi di quel genere che se n'era andato di casa. Purtroppo conosceva un solo modo di reagire. Non gli restava che sputargli addosso la verità, finché non ci sarebbe stato altro che silenzio.

- Diciamo che sono stato costretto a farmi un giro – considerò svogliato.

Si riferiva ai calmanti che gli avevano iniettato in centrale, aveva smesso con la roba e non sarebbe tornato indietro. La sua malattia, se così si poteva definire, era sempre stata più forte. Le droghe gli concedevano una pace provvisoria, ma non appena l'effetto svaniva si ritrovava punto e a capo, anzi più confuso, con più problemi e senza grana. Ragione per cui quel fuoriprogramma l'aveva parecchio irritato.

- Hai speso tutti i soldi che ti avevo dato per quella robaccia? – incalzò il vecchio.

L'interrogatorio continuava e per un attimo a Set parve di ricordare la faccia di suo padre. Non fece nemmeno in tempo a metterla a fuoco che era già sparita. Il sangue cominciò a ribollirgli nelle vene e gli occhi a bruciare. Sapeva di dover finire quel giochetto il prima possibile. Aspirò nervosamente il fumo.

- Quelli li ha presi la polizia – rispose contrariato, il fatto di sentirsi in torto lo rese ancor più scontroso del normale.

- Sei proprio un pessimo elemento – mormorò il suo padrino, scuotendo la testa.

Tuttavia, un secondo dopo sventolò la mano in aria come a minimizzare la cosa e sorridendo gli porse un sacchetto di carta marrone. Set lo prese esitante, la faccia da pesce che vede un dito battere sul vetro del suo acquario.

- Mangia, dai. Oggi è andata bene – spiegò il saggio.

La rabbia di Set scemò un poco, lui gettò il mozzicone e d'improvviso la fame che aveva dimenticato si fece sentire. Mentre apriva il pacchetto e divorava l'hamburger, quasi si scordò della giornataccia che aveva avuto.

- È passato un tizio nel pomeriggio – riprese il vecchio, sorridendogli - Mi ha lasciato giù un pezzo da venti solo per avere informazioni su un certo Vain. Ha voluto darmi il suo biglietto, in caso avessi scoperto qualcosa – fece una pausa, sfoggiando un cartoncino bianco immacolato nel sudiciume che lo circondava.

Sulla parte superiore una grafia minuta e precisa riportava il messaggio: "Informazioni su Sybil Vain detto l'Oracolo", al centro c'era la semplice stampa "David Green, Capo Redattore, Evening Times, Glasgow", mentre in basso si trovavano un'email e un numero di cellulare.

- Tu ne sai qualcosa? – chiese il vecchio, guardandolo sospettoso.

Set prese un profondo respiro, percepì un profumo dolciastro e l'immagine di Sybil Vain riaffiorò alla sua mente. Prima di parlare, appallottolò il cartoccio e alzatosi tentò un lancio al cassonetto in fondo al vicolo. Ancora piegato in avanti, si riavvicinò all'uomo e lo guardò torvo.

- Puzzi – scandì grave, incombendo su di lui.

- Non è che tu sia da meno, sai – replicò accigliato il vecchio.

- PUZZI DI LUI -.


>>>>>>>>>>>>>>> Sybil Vain (si schiarisce la voce): "Per via del copyright di Amazon non possiamo andare oltre questo punto. Sarebbe fantastico se tu ora decidessi di aprire questo link:

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e comprare il nostro libro...in caso contrario puoi mandarci un messaggio o fare un commento e convincerMi a mandarti il resto del libro in pvt, perché anche io sono un "asshole, just like you".

in caso contrario puoi mandarci un messaggio o fare un commento e convincerMi a mandarti il resto del libro in pvt, perché anche io sono un "asshole, just like you"

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Cose Non Soggette Alla GravitàOù les histoires vivent. Découvrez maintenant