Cap 12

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Tic Tac

Tic Tac

Tic Tac

Non lo avete capito?

Il vostro tempo è finito.

.....

Un movimento distrae i due cadaveri viventi dal loro " divertimento ".

Si girano e rigirano eppure non vedono e non sentono niente.

- Sarà stato solo il vento - dice scocciato e indifferente Igor alzando le spalle.

- Non era il vento - risponde l'altro attirando su di se l'attenzione del compagno.

Un fruscio alle loro spalle attira la loro attenzione ancora. Si guardano per poi iniziare ad  avvicinarsi lentamente. Passo dopo passo.

Si fermano rendendosi conto che nella direzione in cui stanno andando non c'è niente. Quando sono sul punto di girarsi qualcosa di luccicante sfiora lo zigomo di Igor conficcandosi poi in un tronco davanti a lui.

Un coltellino.

Igor con gli occhi spalancati si gira lentamente eppure non trova nessuno. 

Letteralmente nessuno. Tutti gli ostaggi sono scomparsi, anche il suo compagno. 

Inizia rapidamente a salire una nebbia fitta, grigia e fredda fino a che non riesce neanche a vedere  la punta del suo naso. 

- Non mi fai paura chiunque tu sia - urla al vuoto e l'unica risposta che riceve è l'eco della sua voce. 

- Vieni fuori testa di cazzo. O forse hai troppa paura ? - urla di nuovo ma anche questa volta nessuna risposta. 

Viene attirato da un bisbiglio quasi inudibile alla sua destra. Gira il volto in quella direzione cercando di capire le parole sussurrate. Niente, non riesce a capire neanche la più piccola sillaba. 

Chiunque stia bisbigliando si sta prendendo gioco di lui ma non sa chi è il suo avversario. Preso da una rabbia cieca inizia a correre verso quel suono.

Corre. Corre. Corre.

Tutto è inutile, quel bisbiglio sembra lontano chilometri come lo era all'inizio eppure aveva corso per molto. Ne era più che sicuro. Non poteva essersi mosso di pochi metri. Impossibile.

Rallenta la sua corsa sfrenata fino a farla diventare una semplice camminata.

Non riesce a vedere nulla ma quel rumore continua ancora, ancora, ancora e ancora.

La rabbia iniziale inizia a tramutarsi in una crescente paura che pian piano logora quell'apparenza di coraggio. Serpeggia lenta e cauta tra le mura di orgoglio distruggendole pian piano fino a lasciare solo polvere. Fine polvere.

Un urlo disumano risuona in quella fitta nebbia. 

Un'altro.

Un'altro ancora.

Le urla continuano ad avvicinarsi sempre più. Aumentando di volume istante dopo istante, secondo dopo secondo. Si accostano sempre più, tanto che è costretto a tapparsi le orecchie.

Preme i palmi delle mani per attutire quel suono agghiacciante e strizza gli occhi come se servisse a qualcosa.

All'improvviso tutto tace. Passa del tempo e lui si alza cautamente perlustrando con lo sguardo la zona. Niente è cambiato.

Posa lo sguardo sulle scarpe sentendo qualcosa che sfrega contro il suo petto. Inclina la testa cercando di capire cosa c'è che non va. 

Un braccio ha trapassato il suo petto e la mano tiene in pugno il suo cuore. 

- Buona notte - bisbiglia la voce.


L'Hunter senza cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora