Cap 5

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- Vi ho chiesto i vostri nomi - la voce era piatta ed incolore. Ma la frase in per sè esprimeva quella piccola luce di emozioni. Si stava scocciando. I due licantropo non avevano osato più alzare lo sguardo per incontrare quegli occhi verdi così glaciali e terrificanti. L'Alpha invece ne era incantato, gli sembrava di viaggare un un mare di estasi pura. - Il mio nome è Travis e sono l'Alpha mentre loro due sono i miei beta. Jill e Aron - si presentò l'Alpha.

L'Hunter studiò meglio i corpi dei due beta. Jill era poco più alto di lei con un corpo snello e alto messo in avedenza dai jeans stretti e trappati e dalla maglietta attillata. I capelli castani ricadevano sul suo viso coprendo i suoi occhi che fissavano insistentemente il terreno diventato improvvisamente interressante. mentre Aron era un ragazzo di normale altezza ma con dei muscoli scolpiti e delle spalle larghe con lunghi capelli biondo paltino fino alle spalle che coprivano l'intero viso che guardava le scarpe. Nessuno dei due osava guardarla negli occhi per paura di sentire di nuovo quella sensazione di oppressione e dolore al petto che trasmetteva.

- Quel'è il tuo nome - chiese Trevis curioso di sapere il nome della sua compagna per dirlo all'infinito ed assaporasi quel nome come se fosse l'unica cosa al mondo di cui potrebbe sentire il sapore. Un sapore tanto intenso quanto dolce e meraviglioso. - Kaira - una semplice parola, un semplice nome. Ma anche se semplice fece tremare i due beta e mandare in estasi l'Alpha che iniziò a ripeterlo all'infinito nella sua mente. - Starai da me. I miei beta prenderanno ... - L'Alpha non finisce neanche in tempo di dire la frase che la ragazza apre lo sportello posteriore della macchina prendendo le due enormi valigie. Con uno scatto richiude lo sportello forze con troppa forza visto che i due beta sussultano. nelle loro menti si stanno formando immagini di lei che si innervosisce e li tortura fino a farli morire godendo delle loro urla.

Scansando i tre licantropi che sono rimasti paralizzati davanti alla macchina guardando il vuoto si avvia verso il rumorio di voci e risate che aumentano il loro volume man mano che lei si avvicina. Gli alberi finiscono ed un'immensa piazza dove la luce del sole batte facendo risplendere il laghetto in mezzo ad essa. Le case che circondano lo stagno d'acqua popolate da licantropi pieni di vita e felicità. Ogni cosa è circondata da vegetazione. Ogni minima cosa anche la più piccola ed inutile traspira felicità nonostante sia inanimata. Quando muove solo un passo oltre quella riga che separe il tetro e fiabesco bosco le teste di ogni abitante scattano verso di lei. Incorciando i suoi occhi verdi ognuno ebbe una scossa come a capire chi lei fosse. I loro occhi prima sprizzanti di felicità adesso piangevano di terrore. I bambini vennero stretti dalle braccia dei genitori che la guardavano di sottecchi impauriti mentre lei attraversava quel piccolo paesino di licantropi per arrivare all'immensa villa dell'Alpha. Tutto adesso era circondato da un'aura di paura e tensione che rendeva tutto meno rigoglioso rendendolo smorto e senza vita. GLi stivali in ferro battevano sui ciottoli sparsi qua e la nella terra umida creando delle piccole onde che si espandevano sul terreno arrivando allo specchio d'acqua in cui si crearono delle minuscole ed impercettibili onde che in pochi avrebbero potuto vedere.

Salì la piccola scalinata in marbo bianco che portava al portone in quercia della villa. Lungo quella scalinata bianca e lucida i ticchettio del metalli si potè udire ancora di più e l'ultimo suono prima di fermarsi sembrò una fitta al cuore. I suoi occhi iniziarono a vagare sulla facciata dell'enorme casa. Il portone in quercia era alto più di tre metri e vi si potevano vedere le venature dell'albero con cui venne crato. La maniglia in oro massiccio rendeva la porta ancora più regale. Il muro bianco veniva contrastato con l'edera che risaliva pian piano sulle lisci pareti avvicinandosi alle finestre aperte che facevano intravedere l'arredamento moderno ed elegante della villa. Gli occhi si posarono poi sulle persiane colorate di un bianco con piccole goccie del color crema mischiate al colore primario ma quasi impercettibile se non per un occhio attento o esperto. E con quell'ultima occhiata entrò nella villa chiudendo l'enorme porta spezzanto il clmia di tensione.

- Hai fatto la scelta giusta. Lei è perfetta .


Ecco a voi un'altro capitolo. Spero vi piaccia.
Chi era che ha detto l'ultima frase? Cosa intendeva? Scopritelo leggendo i prossimi capitoli. Commentate e stellinate.

Xoxo

Lalla 

L'Hunter senza cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora