4 ( Will )

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Lasciai Nico nella sua stanza, volevo restare molto più tempo con lui però avevo anche il mio lavoro che me lo impediva, sarei tornato a vedere come stava più tardi.
Passai un buona giornata tutto sommato.

Prima compilai tutte le scartoffie, richieste di medicinali, inventario completo, ecc...
In realtà questo era compito di un altro figlio di Apollo a me noto, Austin, ma siccome è pigro, alla fine faccio sempre tutto io.

Austin è capace di addormentarsi su ogni superficie disponibile perciò non puoi mai perderlo mai di vista, nemmeno per pochi secondi, neanche fosse un ghiro, anzi secondo il mio modesto parere, lui è un incrocio tra un essere umano ed un pradipo, altro che figlio di Apollo.

< Austin!> lo richiamo urlando, mentre stavo pensando, lui ne ha approfittato per schiacciare un pisolino su una poltrona che sta qui, vicino a noi.

< Sì, che? cosa? Ero sveglio, lo giuro!> gridò, alzandosi di botto, poi si era appoggiato ad un mobile perché a causa del movimento troppo veloce, gli era venuto un capogiro alla testa, che per poco non lo fa crollare a terra.

< Austin eri tutto tranne che nel nostro mondo.> lo ripresi bonariamente.
< Okay l'ammetto, stavo dormendo. >
< E russando aggiungerei come un trombone, credo che ti abbiano sentito in tutto il campo mezzo sangue, potresti anche spaventare un paio di mostri.> dissi ridendo come un pazzo.

Austin in risposta mi dette una leggera spinta divertito, facendo il finto broncio.
A quel verso mi venne in mente il mio Nico e come il suo broncio fosse tenero ed adorabile, a come gonfiasse le guance quando era contrariato da qualcosa o come diventava rosso e muovesse dolcemente il naso quando era imbarazzato da qualcosa che aveva fatto.

< Pensi a qualcuno in particolare, Will? > domandò facendo un sorriso sornione mio fratello.
< No, nessuno.> risposi sicuro.
< Nemmeno al figlio di Ade steso sul letto di là con cui sei entrato mano nella mano stamattina? >

A quelle parole divenni rosso come un pomodoro sia per il ricordo del calore della sua mano, sia perché velatamente mi avevi fatto notare che tutti i semidei ci avevano visti così.
< Terra chiama Will?>
< Ci sono, ti sento benissimo.>

< Allora avevo ragione è il ragazzino tenebroso? Ti piace?> chiese tutto ad un fiato.
< Non te lo dico.>
< Cosa? Perché?> disse nervoso.
Non era colpa sua, ma era risaputo che lui non sapesse proprio mantenere alcun segreto.

< Come dire....Non sei una cima nel non fare gossip.> cercai di dire essere sincero senza offenderlo.
< Mi ritengo profondamente oltraggiato.> disse sorridendo.
< Ok, potrebbe essere che a me piaccia Nico e sempre per ipotesi potrei averlo trascinato qui, non solo a causa del suo stato fisico ma anche perché volevo che lui mi notasse.>

< È questa ipotesi come andrà a finire?>
< Bene...Almeno spero.>
< Will, un figlio di Efesto si è bruciato gravemente, di nuovo.>
Sentì urlare il mio nome da un altro dei ragazzi, a quanto pare un figlio del dio amante del fuoco, si è bruciato un'altra volta, è già il sesto oggi è siamo solo a mezzogiorno.

Andai di là e aiutai gli altri con il figlio di Efesto che non voleva stare fermo per essere curato.
Dopo un a mezz'ora riuscimmo a spalmare un unguento cicatrizzante sulla ferita sulla sua gamba e a bendarla con attenzione.

Stavo andando a pranzo quando vedo Percy entrare in infermeria cercando qualcuno tra i lettini.
< Jackson cerca qualcuno?> chiedo curioso.
< Sì, Nico mi hanno detto che era qui...>

< Sì trova di là.> gli risposi indicandogli la porta della stanza privata dove si trovava il figlio di Ade.
Lo vidi bussare per poi entrare,un pò ero geloso devo ammetterlo e anche invidioso, era amico di Nico mentre a me a malapena parlava.

Uscì per andare in mensa seguendo gli altri semidei, per poi sedermi al tavolo dei figli di Apollo.
Ad un certo punto mentre mangiò sento qualcuno cercare di attirare la mia attenzione battendo sul mio braccio, perciò mi giro e incontro l'inconfondibili occhi azzurri e capelli biondi tipici nostri.

< È vero che ami Nico Di Angelo?> chiede ingenuamente.
Ora io ve l'avevo detto che Austin non sa reggere i segreti, solo che oggi io amante della non violenza, lo pesterò a sangue, ve lo giuro.

Mi alzo di scatto e prendendo Austin per l'orecchio lo trascino di nuovo in infermeria con me in una stanza per il personale.
Dopo averla chiusa a chiave gli tiro un pugno sul naso, facendogli uscire il sangue.
< Ti avevo detto ->

< Di non dirlo in giro lo so, ma io l'ho detto solo a Gabriele che l ha detto a Taylor e beh lo sanno tutti i figli di Apollo ma solo noi.> mi interrompe Austin.
< Ti conviene che sia così. >
Tornai al mio lavoro cercando di fare il meglio possibile, aggiustai due braccia rotte a due figli di Ermes , un antibiotico per un figlio di Atena che si era preso la febbre, una pastiglia per il mal di testa per una figlia di Afrodite ed infine tanti figli di Ares, (vi dico solo che ne ho perso il conto) con ossa rotte o traumi.

Giunge ringraziando Zeus la sera ed io posso finalmente andare a cenare.
La cena fu piuttosto tranquilla e piacevole, nonostante i miei fratelli mi guardassero come se avessi bisogno di uno psichiatra molto bravo.

Tornai in infermeria dato che ero stato impegnato tutto il giorno non ero riuscito ad andare a vedere come stava Nico.
Aprì leggermente la porta, giusto per vedere lo spettacolo più carino di questo mondo.

Un esemplare di Nico stava tutto rannicchiato su se stesso formando una piccola palla con il corpo, in più aveva tutti i ricci indomabili sparsi sul cuscino che evidenziavano il suo viso con sopra un espressione serena.

Lo osservai dalla porta per molti minuti per poi avvicinarmi al letto e stendermi con lui sotto le coperte, rimboccandolo per bene, non volevo mica che prendesse davvero la febbre.

Dopo aver sentito il suo respiro farsi più pesante decisi di raggiungerlo nel mondo dei sogni.

Neko-ginny
In questo capitolo mi ritrovo in Austin, sorry ma sono un riccio pigro.

Ps: voi pensate di essere persone pigre?

☆♢☆♢

Un Nico diversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora