Capitolo Tredici

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Appena era passata attraverso il portale aveva chiuso gli occhi e trattenuto il respiro per la paura. Non sapeva proprio cosa aspettarsi e fare così le sembrava una cosa normale ma si stupì quando sentì che quella pellicola non era umida né piena d'acqua o priva d'ossigeno come s'aspettava ma si ritrovò cullata da una leggera brezza per meno di un secondo.

Un soffio di vento sulla pelle e poi il terreno sotto i piedi e il rumore del vento freddo che smuoveva le foglie.

A sentire quel rumore credette di essere ancora nella foresta ma quando aprì gli occhi si accorse di quanto il paesaggio fosse diverso.

Una strada larga e sterrata con alberi giganteschi ai lati, alti come delle case e con rami ancora più lunghi che si intrecciavano al di sopra della strada che rendevano il luogo ancora più spettacolare. Un tunnel naturale, una galleria lunga diverse centinaia di metri accompagnava gli studenti fino a quando gli alberi non terminavano e lasciavano lo spazio al cielo nuvoloso ed il paesaggio cambiò nuovamente insieme ai suoi colori.

La strada sterrata finì e venne sostituita da un grande viale di ciottoli circondato dall'erba ancora bagnata che conduceva ad una struttura antica e maestosa: un castello.

Pareva molto antico, con torri e pinnacoli, guglie e archi che ricordavano alcune tra le più belle cattedrali nel mondo comune, grandi finestre con vetrate cristalline erano presenti su ogni torre e permettevano di osservare gli interni antichi. Evangeline osservò tutto questo con bocca aperta, meravigliata da quello che vedeva ed estasiata dal pensiero che forse le sarebbe piaciuto rimanere in quel luogo.

-Immagino che tu debba essere Evangeline- una voce femminile piena d'autorità la bloccò sul posto –Sono Aylin, preside di questa scuola, la chiamate così nel mondo comune se non erro, e anche contatto con Emily, la tua protettrice-

-Piacere di conoscerla- la donna le incuteva un certo timore, forse per via dell'aria austera e del tono autoritario ma non poteva fare brutta figura stando in silenzio –E' veramente un posto stupendo, mai vista una struttura del genere- provò allora a complimentarsi per la sua scuola ma non servì a nulla a giudicare dalla risposta che le diede

-Si, molto bella. E' una struttura antichissima e che viene usata da secoli ad aiutare i giovani ma ora veniamo a noi, a cose molto più importanti- cominciò facendola preoccupare, a momenti avrebbe iniziato anche a sudare -Non credo che Emily abbia detto molto di questo luogo e credo sia stato anche abbastanza difficile renderla a conoscenza di questo mondo- Evangeline ritornò alla mente a quando una crisi isterica l'aveva colpita quando l'aveva vista con quella pianta un po' troppo cresciuta ma non ne parlò, annui semplicemente –Un compito troppo difficile per lei ma ci penserò io e per questo ti prego di seguirmi- la donna prese a camminare senza sentire attendere risposta –Parleremo di tutto ciò che la riguarda appena arrivate nel mio ufficio, lontane da occhi ed orecchie indiscrete.-

Evangeline seguì la donna in silenzio per i corridoi di quel castello ed ogni volta che vedeva qualcosa di nuovo ne rimaneva stupita, avrebbe fotografato ogni particolare se solo avesse avuto con lei il telefono ma l'aveva dovuto lasciare a casa, non era possibile averne in quella struttura e dubitava della loro presenza in quel mondo.

Lampadari di metallo che pendevano dal soffitto con decine di candele accese per illuminare i corridoi, pareti con porte di legno pesante e spesso lavorato a mano abilmente e un pavimento di pietra liscio e freddo che permetteva ai passi di risuonare nel silenzio, era uno spettacolo che mai si sarebbe aspettata di vedere.

Dopo diversi minuti di camminata silenziosa la preside si girò guardandola negli occhi –Siamo arrivate, questo è il mio ufficio ma vada prima lei- e le fece segno di entrare.

La stanza era grande e rischiarata dalla luce proveniente dall'esterno con una grande finestra che permetteva di osservare parte del boschetto oltre il giardino.

–Emily ti avrà già raccontato di ciò che sei e quello che potresti rischiare, vero? L'avevo pregata di farlo e spero proprio che mi abbia ascoltata ma quella donna fa spesso di testa sua-

-Si, sono già a conoscenza di queste poche cose anche se non informazioni precise ma un quadro generale me lo sono fatta-

-Bene, è già qualcosa- annuì sedendosi dietro la scrivania –Accomodati pure, abbiamo qualcosa di cui discutere e non ci metteremo poco- Evangeline si sedette senza farselo ripetere due volte –Da cosa potrei cominciare? - chiese la preside

-Io sinceramente non saprei, è tutto così nuovo-

-Parliamo di questo istituto, prima ne hai apprezzato l'aspetta quindi iniziamo da ciò che ti ha affascinata e presto potrai visitarlo. Come Emily ti avrà già detto questo istituto aiuta tutte le specie magiche a relazionarsi, a conoscere gli altri e sé stessi cercando di indirizzare tutti sulla stessa strada per evitare scontri e guerre inutili-

-Quante specie ci sono qua? – domandò presa dall'entusiasmo –Scusi anche l'entusiasmo ma è la prima volta per me-

-Capisco, nessun problema Evangeline. Posso capire la sua curiosità anche se mi sarebbe piaciuto che qualcun altro la informasse su certe cose- era decisamente seccata

-Emily ha provato a raccontarmi tutto ma ero io che non ero pronta a sapere. Non incolpi lei, la prego-

Aylin annuì poco convinta –Tornando a noi, qua ospitiamo moltissime specie, non conosco il numero preciso ma so che provengono da tutte le parti di questo mondo. Alcune specie che posso elencarti sono le ninfe, i muta-forma come i Lican, qualche vampiro anche se non molti e i demoni ma ovviamente non abbiamo solo loro e spero proprio che tu venga a contatto con tutte queste diversità perché prima lo farai meglio sarà per te, ti faciliterà molto anche in futuro-

-Cosa?! Anche i demoni? Ma non avevano un loro regno? –

-Molti di loro sono presenti, demoni minori e maggiori ma non abbia timore perché nessuno le farà del male qua dato che tutti i vostri poteri sono tenuti sotto controllo grazie ad alcuni accorgimenti magici rilevanti di cui lei non può sapere. Ho innalzato io stesse delle barriere che impediscono di usare i poteri per far del male quindi non si crucci per questo-

-Quindi niente spargimenti di sangue all'interno della struttura? Niente zanne nel collo e assalti notturni? Ne sono sollevata, ci speravo. All'inizio ero preoccupata perché non sapevo cosa aspettarmi da questo posto ma da come mi sta raccontando capisco che si tratta di un posto controllato e per quello che so anche sicuro- Evangeline già si vedeva a passeggiare per i vari viali nel giardino ascoltando il vento con calma e senza preoccupazioni.

-Visto che siamo sull'argomento specie vorrei spiegarle precisamente cosa accade in questo luogo. Gli studenti hanno un codice d'abbigliamento ben preciso, la divisa dev'essere portata ad ogni lezione e può essere tolta e sostituita da abiti, per così dire, normali durante i pasti, finite le ore di lezione e nei giorni festivi e di riposo. Ogni specie ha un colore di riconoscimento, non cambierà il colore di tutta la divisa ma solo alcuni dettagli come dei ricami sullo stemma della parte superiore della divisa- ma una domanda sorgeva spontanea nella mente della ragazza; lei che era più razze insieme che colori avrebbe portato per il resto della sua permanenza se non poteva farsi scoprire?

-E la mia come sarà? –

-Dato che non possiamo rendere pubblica la tua condizione abbiamo deciso di classificarti come Angelo e il colore sarà un bianco perla. Non abbiamo avuto molti esseri celesti in questa struttura e sarai il centro delle attenzioni per qualche giorno ma ti prego di non dare troppa attenzione a loro, devi mantenere un profilo quasi assente-

-Starò molto attenta, non parlerò della mia origine e di ciò che sono-

-Bene, le tue valigie sono già in camera tua ad attenderti e le uniformi sono già nel tuo armadio. Ti abbiamo assegnato una compagna di stanza discreta e naturalmente portata al bene quindi abbiamo evitato ulteriori danni, hai altre domande? –

-Assolutamente- rispose contenta e curiosa. Aveva bisogno di risposte ed Aylin sembrava la persona adatta a fornirgliele.

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