Capitolo Dieci

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Evangeline dopo quella discussione era corsa in quella che era diventata la sua camera. Non voleva venire a conoscenza di null'altro, nemmeno il minimo dettaglio perché tutto ciò che l'era stato raccontato era assurdo e ancora di più lo era stata la bugia raccontata riguardo la sua possibile e futura morte. Evangeline non voleva morire, non voleva far morire Emily o costringerla a fuggire continuamente abbandonando tutto e tutti, lei in primis non voleva lasciare la famiglia che aveva appena creato.

Emily l'aveva adottata dopo diciassette anni, a momenti diciotto, in cui aveva sperato che qualcuno la prendesse con sé e non voleva abbandonarla così presto.

Si era coricata sotto le coperte calde e aveva pianto.

Era frustata, arrabbiata e non voleva accettare tutte quelle fantasie.

Riposò poco a causa di quelle storie e così la mattina sopraggiunse velocemente colorando il cielo prima di rosa e poi di un azzurro tenue.

Non doveva nemmeno scendere dal letto dato che era già in piedi e vicino alla finestra aperta, mentre l'aria fresca della mattina le faceva volteggiare i capelli spettinati.

Le parole che l'erano state dette la sera prima erano marchiate a fuoco nella sua memoria e anche mentre svolgeva la solita routine mattutina con il suo monologo allo specchio continuò a pensare a ciò che la donna le aveva detto. Anche quando aveva finito ed era pronta per far colazione attese svariati minuti prima di scendere, indecisa sul da farsi fino a che l'urto del vomito causato della fame non l'aveva aggredita e costretta a scendere controvoglia.

Nel salottino, appena scese le scale, vide alcune bacchette di incenso acceso, un chiaro segno che la padrona di casa era presente; Emily si dilettava a creare anche incensi ed oli profumati da quello che aveva capito e quelle bacchette erano sicuramente opera sua dal profumo dolce e leggero che emanavano.

-Buon giorno, spero di non averti svegliata io- la voce della donna fece riprendere la ragazza che si era fermata nel bel mezzo del salotto e che le aveva fatto venire un colpo appena l'aveva vista.

-Giorno e assolutamente no, mi sono svegliata da sola- non vi fu tempo per silenzi pieni d'imbarazzo perché Emily sembrava più che desiderosa di chiacchierare

-Per fortuna, prima mi era caduta una pentola e credevo di aver fatto troppo rumore-

-Cosa facevi con in mano una pentola? Cercavi un sottovaso? - chiese dubbiosa perché sapeva quanto la donna detestasse cucinare.

-Simpatica, stavo facendo la colazione per te-

-Come mai? E poi da quando cucini? Ha preso fuoco qualcosa? -

-Per chi mi prendi?! Non ho bruciato la cucina e non ho fatto chissà cosa. In realtà non so nemmeno se ti piacciono ma spero di sì, mi sono messa veramente d'impegno per farti dei dolci-

-Non dovevi-

-Si che dovevo, sono ancora in forno perché pensavo ti saresti svegliata tardi o che saresti scesa dopo... con la conversazione che abbiamo avuto ieri io non saresti stata in grado di scendere come hai fatto te-

-Sono stata sveglia tutta la notte a pensarci. Inizialmente era uno shock unito all'agitazione e non è ancora passato del tutto ma poi ho iniziato a pensarci veramente, intendo in modo serio e calmo-

-A pensare a quello che sei o alla proposta che ti ho fatto? I muffin servivano a convincerti per la seconda-

-Mi volevi comprare! - quella rivelazione non riuscì a farla arrabbiare perché Emily l'aveva detta con un sorriso ed un tono talmente primo di cattiveria che non poteva prendersela -Ho pensato a tutto quanto, a quello che sono davvero e a quella proposta- il tono con cui parlava e l'aria nella stanza erano cambiati, ora c'era bisogno di serietà.

-E a che conclusioni sei arrivata? - ora era il turno di Emily di essere curiosa

-Non ho ancora accettato del tutto quello che sono, mi servono delle prove, devo vedere dei cambiamenti o fare qualcosa di particolare per crederci davvero- non poteva credere a qualcosa del genere senza una prova. Credeva nel mondo magico per la dimostrazione che Emily le aveva dato il giorno prima ma pensare che anche lei poteva avere qualcosa di speciale le sembrava strano, troppo strano -Mentre per il luogo sicuro ho deciso di accettare la tua proposta-

Tutto d'un tratto la stanza si riempì di silenzio, forse Emily aveva capito male ma Evangeline aveva accettato di sua spontanea volontà.

-Sei sicura? - ed ora era anche preoccupata.

-Sicura, non voglio mettere in pericolo nessuno né tanto meno te visto che sei la mia nuova famiglia e non voglio causarti problemi o rischiare di perderti-

La ragazza sorrise, un tratto di sconfitta e paura prese a pizzicare la pelle della strega, le emozioni della giovane erano così forti e confuse che quasi riuscì a vederle mentre le provava.

Entrambe stanche, confuse e sollevate si sedettero al tavolo della cucina e, mentre aspettavano i muffin, iniziarono a parlare di quello che la ragazza aveva deciso. Emily le diede alcune informazioni ma nemmeno lei sapeva tutto; era passato troppo tempo per ricordarsi perfettamente il luogo e quello che avrebbe fatto ma era certa che il suo contatto sarebbe stato perfettamente in grado di spiegare tutto alla ragazza.

La mattinata passò così.

Emily spiegò e provò a spiegare ciò che ricordava di quel luogo alla ragazza con gli occhi pieni di meraviglia e le orecchie tese, pronte ad ascoltare tutto quello che lei aveva da dirle. Il mondo magico l'affascinava e si vedeva, era certa che se la sarebbe cavata egregiamente in mezzo a tutte quelle novità ed i dubbi che la portavano a volerla tenere con lei se ne andarono.

Quella ragazza era più pronta di lei per intraprendere quella che sarebbe stata la sua nuova vita.

Nyctophilia - ShadowsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora