CAPITOLO 5

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Era possibile che qualcuno stesse passando l'aspirapolvere per terra? Sensi, rannicchiato sul letto graniticamente ortopedico dell'ispettrice aprì uno spiraglio d'occhi, vide la sveglia e riformulò: era possibile che qualcuno stesse passando l'aspirapolvere alle sette e mezza del mattino?

«Se fossi il tuo vicino ti denuncerei» borbottò.

Lei, ovviamente, non lo sentì. Continuò a passare l'aspirapolvere in salotto, poi in cucina, infine entrò in camera da letto. Sensi nascose la testa sotto al cuscino.

L'ispettrice finì di passare l'aspirapolvere, lavò per terra in cucina, in bagno e in salotto, diede qualche goccia d'acqua ai cactus sul davanzale e preparò la colazione.

Dal letto, Sensi sentì il mixer che frullava. Qualche beverone a base di frutta, senza dubbio.

Dato che, però, aveva una fame terribile, finì per uscire dalle coperte e strascicare i piedi fino in cucina.

Come supponeva, la colazione era a base di arance spremute e mango centrifugato.

«Credi che MacDonald faccia anche servizio a domicilio?».

L'ispettrice si voltò per lanciargli un'occhiataccia. «Modera il linguaggio, a casa mia».

Sensi sbadigliò e si lasciò cadere su una sedia. «Dimmi che non sono le otto» si lamentò.

«Non sono le otto. Sono le sette e cinquantasei» lo accontentò la Riu. «Ora, se fai il bravo potrei darti un po' di spremuta. O hai ancora lo stomaco chiuso per l'emozione?»

Sensi sbuffò e, piuttosto abbattuto, le allungò la tazza. «Rosanna, se ti è rimasta un po' di umanità dammi dei carboidrati. Anche della crusca, non importa. Certo, se fossero biscotti al cioccolato sarebbe meglio».

«I carboidrati della crusca vengono assorbiti solo dai ruminanti, perché tu lo sappia» ribatté l'ispettrice. Ma poi, mossa a pietà, gli piazzò davanti un sacchetto di biscotti integrali.

Sensi aggiunse un quintale di zucchero di canna alla spremuta e iniziò a ingurgitare biscotti uno dietro l'altro.

L'ispettrice, nel frattempo, aveva finito di fare colazione, si era rialzata, aveva lavato la tazza e l'aveva riposta nella rastrelliera.

«Vieni un po' qua» borbottò Sensi, allungando un braccio e tirandola verso di sé. La baciò su un fianco, sopra al pigiama, e le posò la testa sopra la pancia.

Quando faceva così ti veniva voglia di coccolarlo e lui lo sapeva benissimo. L'ispettrice gli accarezzò i capelli, che erano tornati a essere il solito casino.

«Devi farti una doccia, prima di andare in questura?» gli chiese.

Lui le mordicchiò la pancia. «Veramente pensavo di tornare a letto».

L'ispettrice si irrigidì lievemente. «Di Riccardo Belfiori non te ne frega proprio niente, vero? Vuoi solo tornartene a dormire».

Sensi si appoggiò meglio contro la sua pancia. «Non ho detto che volevo tornare a dormire. Ho detto che volevo tornare a letto. Su Riccardo Belfiori ho una sensazione spiacevole».

L'ispettrice rimase in silenzio e lui finì per alzare gli occhi verso di lei. «Lo conoscevi. Che cosa ne pensavi, di lui?»

La Riu lasciò vagare lo sguardo oltre la sua testa. «Non lo conoscevo così bene».

Sensi la tirò per una manica, come per attirare la sua attenzione. «Siamo solo io e te, giusto?»

«Io e te» confermò lei, senza capire bene che cosa intendesse. Ma erano sempre lui e lei, quello non cambiava e non poteva cambiare.

I ricordi degli specchi - L'indagine più oscura del Commissario SensiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora