Resina di albero e Barbagianni arroganti

2.2K 167 20
                                    

La professoressa Lastcray -l'insegnante di Trasfigurazione- aveva avuto dei problemi con gli studenti del primo anno, motivo per il quale ci concesse l'ora libera (il che, per la maggior parte degli studenti, voleva dire tornare a dormire o spaparanzarsi sul divano della Sala Comune).

Decisi dunque di fare una passeggiata con Rose per il parco, dove la brezza mattutina ci sferzava dolcemente in viso e il sole era ancora coperto dalle soffici nuvole color latte.

«Al, posso farti una domanda?» domandò Rose scostando una ciocca di capelli rossi dal suo viso, mettendola dietro l'orecchio.

«Certo.»

Mi guardó e riuscii a scorgere preoccupazione mista a tristezza nei suoi espressivi occhi azzurri ereditati da zio Ron.

«Non so cosa abbia Mary.. Insomma, con me e gli altri è sempre la stessa ma quando si tratta di Malfoy si trasforma completamente!

Ieri l'ha quasi schiantato e in corridoio voleva prenderlo a pugni, lo spintona se lo incontra, gli fa cadere i libri a terra..

Va avanti da vari giorni ormai e mi chiedevo se avessi una vaga idea di cose le stesse prendendo.»

Assunsi un sorrisetto malizioso: «Sei piú preoccupata per Mary o per Scorpius?»

Mi guardò oltraggiata.

«Per Mary! È la mia migliore amica! Cosa vuoi che me ne importi di quell'essere che tu definisci "amico"» sbottò, per poi rifilarmi un colpo sul braccio.

«Fingeró di crederti cuginetta» dissi assumendo il cipiglio alla nonna Molly.

Roteó gli occhi al cielo sbuffando teatralmente.

«Bene.. tornando a noi.. ne sai qualcosa?»

Esitai.

Non sapevo se sarebbe stato prudente parlarne con Rose, non che non mi fidassi: era pur sempre mia cugina..
Qualcosa che non seppi definire mi consigliò di aspettare.

Così decisi che per quella volta Rose sarebbe rimasta in incognito.

«Non ne ho la piú pallida idea» mentii.

In quel preciso istante una figura ci venne incontro correndo e sbracciando con fare alquanto teatrale: se fossimo stati invitati ad assistere ad una corsa campestre di Troll, quelli sarebbero stati sicuramente i movimenti.

«Albus! Albus!»

Riconobbi la voce del mio amico Bryan.

Che fosse tornata Cecily dall'ospedale?

Bryan si appoggiò al tronco di un albero con l'intento di placare il fiatone e di far tornare il battito del cuore ad un ritmo regolare, con l'unico esito che si sporcò le mani di un'appiccicosissima resina gialla.

Rose per poco non lasciò cadere i libri che aveva in mano dalle risate, mentre io mi sforzavo di capire le parole sconnesse che Bryan, tra un respiro e l'altro, cercava di mettere insieme.

«Devi.. andare.. Scorpius ha un'idea.. è in Sala Comune.. per la questione di...»

Compresi all'istante e lo bloccai con il palmo della mano sperando che non rivelasse altro, cercai di andarmene da lì inventando una scusa plausibile, alla quale Rose prontamente non credette e mi trascinai Bryan dentro al castello, fino ai sotterranei.

***

«Stasera metteremo tutto in atto, ma è di vitale importanza andare da tuo fratello!» concluse Scorpius posando il blocchetto sul quale scriveva i compiti sopra la scrivania: brulicava di fogli accartocciati, libri piú simili a mattoni che altro e quaderni di scuola.

«Ah no, non se ne parla proprio! Quel barbagianni arrogante non muoverá un dito, lo sai» ribattei incrociando le braccia: James Sirius Potter era la persona più scortese e presuntuosa che avessi mai conosciuto e a volte mi meravigliavo del fatto che nelle nostre vene scorresse lo stesso sangue.

Si vantava del fatto che avesse tanti amici con cui andare ininterrottamente in giro per Hogsmeade come guardie del corpo e, anche se sapevo che nel suo profondo sapeva essere gentile e ammetto che di bene gliene volevo- nonostante il suo quoziente intellettivo pari a zero e l'atteggiamento da primate sottosviluppato-  ma non ci avrebbe mai aiutato.

Scorpius mi guardó supplichevole: «Al, senza di lui non ce la facciamo! Devi farlo assolutamente... almeno provaci!»

Sprofondai nella poltrona verde scuro sospirando, e alla fine acconsentii: «Ci proverò, ma non ti garantisco nulla.»

EchoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora