La Cerimonia di Smistamento

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La McGranitt chiamò alcuni nomi dalla lista: ci furono vari Grifondoro, due Tassorosso e un Corvonero.

«Scorpius Malfoy.»

Un ragazzino dai capelli biondi e una divisa che gli calzava a pennello si avvicinò, per poi sedersi sullo sgabello: un'espressione intimorita camuffata alla perfezione in viso.

Se avessi avuto dei libri in mano, come era mio solito, sarebbero caduti con un sonoro tonfo sul pavimento, attirando gli sguardi di tutti: studenti, professori e insetti che siano.

«Mary! E' il ragazzino di cui ti ho raccontato prima, quello del lago!» sussurrai sbigottita alla mia amica.

«Lo immaginavo! E' il figlio di Draco Malfoy, non c'è molto da stupirsi se si è comportato in quel modo, anche se potrebbe sempre cambiare.
Perlomeno si è messo a posto quella divisa.»

Mary parve non scomporsi e dedussi che dall'ultima affermazione aveva cercato di strapparmi un sorriso, ma io non le diedi questa soddisfazione.

Ripensai ai momenti in cui mamma mi raccontava le sue controversie avute con Draco Malfoy, i momenti in cui la prendeva in giro, la ignorava e diceva che non era abbastanza.

Lei aveva sofferto tanto, ma da brava grifona che era si riprese in fretta, e lui aveva presto cambiato opinione e atteggiamento nei suoi confronti: la guerra li aveva cambiati entrambi e le vecchie ferite erano state completamente risanate, lasciando posto a due amici, nonché colleghi.

Mamma credeva nel risentimento, credeva nel perdono..

"Il perdono ci salva Rose, il perdono ci dà speranze, certezze.

E' un dovere di tutti, ma riuscirci è un onore di pochi, e tu devi essere fra quei pochi.

Impara a perdonare, tesoro mio."

Mi ripeteva sempre queste parole guardandomi negli occhi, assicurandosi che giungessero dritte nel cuore, nell'anima.

Io le capivo, la capivo.

Papà però era di tutt'altro pensiero, affermando che certe persone non sarebbero mai e poi mai cambiate in vita loro, che nel profondo sarebbero state sempre le stesse.

In gran segreto mi diceva di essere riluttante, di non guardare minimamente in faccia coloro che avevano ferito tutta la mia famiglia, discriminando, torturando e uccidendo le persone, basandosi su idee e convinzioni razziali completamente sbagliate e infondate.

"Non dovrai mai avvicinarti ai Malfoy, Rosie, mai."

E ora?

La guerra e le sue fattezze appartenevano ad un passato fatto di lacrime, luci e ombre.

Il passato era passato e ora ci si trovava in un presente migliore, quindi perché ridare il via a quella che era stata un'era piena di paure, discriminazioni, morti e vuoti che non sarebbero mai stati colmati?

Perché prendere nuovamente in giro?

Perché prendersi gioco di una persona?

Perché certe persone non cambieranno mai.

Mamma aveva visto il cambiamento del nemico, lo aveva vissuto, eppure gli eredi non avevano seguito lo stesso esempio, infischiandosi dei sentimenti altrui.

Papà aveva ragione, e io avrei seguito il suo avvertimento.

Non mi sarei mai avvicinata a lui.

I miei pensieri furono interrotti nel momento in cui il cappello posato sulla testa del giovane Malfoy gridò deciso che la sua casa di appartenenza sarebbe stata Serpeverde.

Vari applausi si levarono dal tavolo verde-argento, mentre il ragazzino si sedeva e rivolgeva sorrisi gentili a tutti.

«Mary Kent.»

La mia amica aspettò fiduciosa la decisione del cappello, che alla fine disse: «Corvonero!»

Le rivolsi un gran sorriso, che ricambiò: era raggiante come poteva esserlo un bambino in un negozio di giocattoli.

Jessica Petterson fu assegnata a Serpeverde insieme a Dena Thompson e Bryan Nott. Pamela Jenkins capitò in Grifondoro seguita a ruota da Alex Jones e Miranda Morridge.

«Albus Potter.»

Nella Sala Grande calò l'assoluto silenzio e Albus mi lanciò un'occhiata mista di emozione e paura.

Il Cappello Parlante impiegò cinque buoni minuti- rivelando Albus essere un Testurbante- prima di esprimere il suo giudizio, che fu un sonoro: «Serpeverde!»

Si levarono leggeri brusii tra gli studenti nella Sala Grande, Albus dapprima strabuzzò gli occhi, poi, a passo deciso, si avviò verso il tavolo di Serpeverde, sedendosi accanto a Scorpius Malfoy.

La McGranitt non riuscì a farmi formulare un pensiero, che chiamò: «Rose Weasley.»

Mi imposi di non esplodere in uno dei miei scatti di nervosismo e attesi.
Dovevo solo rimanere calma.

Il cappello d'un tratto mi parlò: «Rose Weasley..

Grande mente, proprio come tua madre, con un'aggiunta di Weasley naturalmente.

In te c'è molto: hai grandi abilità, determinazione, ingegno..

Aspetta, cosa vedo?

Vedo la paura, viva, scura e penetrante come la sensazione che provoca.

Vedo i dubbi, bianchi come il fumo; vedo l'incertezza aggrapparsi ad ogni cellula del tuo corpo, della tua mente...

A cosa sono dovute queste emozioni, Rose?

Forse a..»

«NO! La Legilmanzia usata senza permesso è punibile secondo la legge dell'articolo..» mi affrettai a dire, in preda al panico più totale.

Il Cappello non avrebbe osato mettermi in una situazione simile, né tanto meno scoperto tutto ciò che di più nascosto tenevo.

«D'accordo, d'accordo!

So dove mandarti allora..

Corvonero!»

Il mio cuore lottava contro la possibilità di sgretolarsi ed esultare di gioia.

Per via delle mille altre emozioni che provavo in quel momento, non presi parte alla battaglia, optando per avviarmi al tavolo blu-bronzo senza proferire parola.

Mary mi accolse entusiasta, facendomi sedere accanto a lei e pronta a iniziare la cena.

Sconsolata, mi girai verso Albus e notai che parlava animatamente con Scorpius Malfoy.

Quell'immagine spazzò via tutta la tristezza mandandomi letteralmente in bestia: gli avrei sicuramente dato alcuni consigli sulle persone giuste da frequentare.

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