Capitolo 5

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Sophia:

Continuo a pensare che non bisogna mai fidarsi di una bestia quando i primi raggi di sole penetrano dalla grande finestra. Non ho chiuso occhio tutta la notte, ho continuato a pensare a come mi ha trattato, a Paul, alla mia famiglia. Lui ucciderà tutti solo per avermi. La cosa che mi fa più male, e che per salvarli dovrei far credere a Paul che non lo amo più e non oso immaginare il suo sguardo su di me, la sua delusione. Tocco la collana che mi ha regalato baciandola prima di girarmi di scatto verso la porta che si apre. Due donne entrano, tengono tra le braccia due abiti, la donna più anziana si avvicina a me.

- Signora ci manda l'Alpha, abbiamo portato due abiti, uno era della sua povera madre e un altro è nuovo!- mi mostra gli abiti.

Dopo aver fatto un bagno torno in stanza a guardare di nuovo quei vestiti. L'abito della madre è davvero bello, mai visto un abito così, ma decido di non prenderlo: non gli darò la soddisfazione di vedermi vestita come se il nostro matrimonio fosse per me un momento di allegria. Guardo l'altro abito: e lungo, ha delle pietre incastonate. Solo il colore non mi convince, non è bianco, anzi, sembra essere di un colore sporco.

- Chi ha scelto questo colore?- chiedo mentre le due donne mi aiutano ad indossarlo.

- L'Alpha, mia signora!- risponde la ragazza più giovane. Mi sistemano i capelli mentre guardo il mio riflesso. Sono davvero bella. Delle lacrime cercano di scendere. Dovrebbe essere giorno più bello della mia vita, e invece ...

- Siete davvero bella mia signora!- dice la ragazza aiutandomi con il velo, rispondo con un grazie stentato prima di uscire dalla stanza.

Tutto è addobbato per la grande cerimonia, quando sono vicina alla sala dove ci sarà l la mia condanna, mi fermo. Sono così agitata, ho paura.

Sento la sua presenza accanto a me. È vestito per la cerimonia, prima di entrare mi guarda in un modo strano.

- Anche il colore fa parte della tua sorpresa?- chiedo mentre mi volto verso di lui.

- Il bianco è per una persona pura... non te l'hanno insegnato?-.

- Dovrebbero darmi l'aureola solo per riuscire a stare nella stanza in tua compagnia- sta per rispondere alla mia provocazione, ma la musica inizia a risuonare annunciando la nostra entrata.

Cammino lentamente con lui al mio fianco, attorno a me non vedo nessun viso familiare.

« Che la storia della sorpresa fosse solo una farsa? Avrà voluto spaventarmi » penso tra me, ma il terrore mi assale quando mi avvicino all'altare: i miei genitori, Grace e Paul sono lì a guardarmi. Guardo Paul, i suoi occhi sono pieni di rabbia verso l'uomo al mio fianco, sento la mano di Cole sulla mia schiena per farmi camminare, ma al contempo le mie gambe sono bloccate dal desiderio di darmi alla fuga. L'uomo che è venuto a prendermi a casa si avvicina a Paul estraendo un coltello. Non sta mentendo! Li ucciderà veramente. Ritorno a camminare lentamente fino ad arrivare all'altare. La cerimonia inizia, noi rimaniamo in piedi, per fortuna noi siamo difronte a tutti gli invitati. I miei occhi, si puntano verso l'unico amore, ogni tanto guardo i miei genitori, ma come una calamita ritornano su Paul .

- Alpha Cole accetta in moglie la qui presente?- A quella domanda spero con tutto il mio cuore che lui mi rifiuti, che mi cacci. Mai desiderio è più sperato invano.

- SI – risponde con sicurezza e rabbia allo stesso tempo.
L'uomo incaricato fa la stessa domanda a me.

Rimango in silenzio mentre sento i battiti del mio cuore accelerare. L'uomo fa una battuta sulla mia giovane età per poi ripetere di nuovo la domanda. Nella mia mente si fa strada un'idea, non posso fuggire da questa cerimonia, ma devo mandare un messaggio a Paul. Prendo la sua collana e la bacio, i miei occhi sono puntati su di lui, come se Cole non esistesse per me.
- SI- non stacco mai gli occhi da Paul, quando lui sorride capisco che ha compreso il mio gesto. Faccio un lungo sospiro di sollievo prima di tornare a guardare il mio "finto" marito. Mi aspetto che sia arrabbiato, o pronto ad uccidermi, ma no, e fermo, il suo sorriso fa paura, potrei giurare di sentire le macchinazione della sua mente tutte indirizzate ad un unico obiettivo: farmi soffrire.

L'uomo in carica prende un filo che lega ai nostri polsi, mio padre sale e come da usanza li divise. Tutti iniziano ad urlare di gioia mentre mio padre mi abbraccia, anche mia madre viene verso di me per abbracciarmi.

Grace si avvicina al mio orecchio -Sappiamo che sei stata costretta- la stringo più forte a me, come a confermare le sue parole.

- Digli che lo amo e che proverò a scappare, poi ce ne andremo- sussurro mentre lei annuisce prima di tornare vicino ai miei genitori.
E il turno di Paul, sono così felice che lui abbia capito, non vedevo l'ora di essere tra la sue braccia, ma quando è ad un passo da me Cole lo ferma.
- Solo il padre ha questo diritto!- Paul mi guarda con tristezza mentre io continuo a toccare la collana.

- Signori che la festa abbia inizio- urla l'Alpha mentre si sta per allontanare da me, si avvicina al mio orecchio.
- Tu non sai in che guaio ti sei cacciata! Inizia a pregare Sophia, perché io renderò la tua vita un inferno- aggiunge prima di baciarmi con foga davanti a tutti, compreso Paul.

Fa cenno ad alcuni suoi uomini di portarmi lontano dai festeggiamenti, direzione la mia camera.

Una volta rimasta sola inizio a buttare giù tutto quello che trovo, mi tolgo il velo, i fiori e tutto ciò che possa ricordarmi che da questo momento non sarò più una donna libera.

Inizio a piangere a urlare per la rabbia e l'umiliazione che sto provando.






Il buio cala, solo la luce flebile di alcune candele illuminano la stanza. Quando sento la porta aprirsi, alzo la testa per vedere chi è.

Cole inizia a togliersi gli abiti della cerimonia, ha bevuto, ne sono più che certa. Lo sguardo da folle e il fatto che canticchi sono la prova, negli ultimi due giorni non si è mai mostrato così allegro. Lo vedo venire verso il letto, e in quel momento realizzo cosa accadrà di li a pochi istanti. Non permetterò che prenda la mia innocenza, ha già infranto il mio sogno d'amore con Paul non riceverà niente da me.

- La signora fa la timida!- dice con voce carica di disprezzo.

- Non ti lascerò toccarmi!- urlo mentre mi allontano da lui.

La mia fuga viene subito bloccata, in un attimo il mio corpo e attaccato al suo, sento il suo calore, la sua forza, provo in ogni modo di allontanarmi, ma davanti a me ho una roccia.

La sua bocca si posa sul mio collo lasciando una scia di baci lascivi e rabbiosi.
- Ti prego no!- urlo mentre cerco di staccarmi.

I suoi occhi sono pieni di rabbia e di odio nei miei riguardi.

- Meglio una sgualdrina che te! Almeno lei ammette di esserlo!- dice prima di voltarsi e andarsene. Non capisco le sue parole e nemmeno il suo odio verso di me, ma ne sono felice, almeno la mia innocenza non è stata corrotta da questo mostro.

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