-XV- Conseguenza

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Levi's Pov
Stamattina niente scuola per un intera classe e un professore.
Tutti stiamo andando in ospedale.
Entriamo e chiediamo del dottor Johnson, ricevendo in risposta che è nel suo ufficio.
Ci avviamo io e Hanji, visto che avevamo chiesto appuntamento.
Entriamo e il medico ci fa accomodare.
Ho l'ansia...

<Bene, Jeager giusto? Bhe...> si alza e viene da noi, davanti la sua scrivania, e ci si appoggia, leggendo sulla cartellina qualcosa riguardante Eren.
<Allora?> chiedo nervoso. Mi sto spazientendo.

<Il ragazzo...è entrato in come la notte scorsa.>

Mi appoggio allo schienale della sedia guardando le mie mani che all'improvviso hanno smesso di stringere la mia felpa.
Sento una mano sulla spalla e riconosco  che è quella di Hanji.
<Mi dispiace. Ora se vorreste scusarmi.>
<Si, grazie dottore.> la bruna si alza e stringe la mano al medico che si richiude nel suo ufficio dopo averci fatto uscire.
<Levi?> non riesco a guardarla.

Non ne ho la forza...

Iniziamo a camminare nella direzione degli amici del moro.
<Allora?> mi si avvicinano, mentre fanno domande su domande.
<Ragazzi, Levi è stanco.>
<Me ne torno a casa.> sussurro e mi dirigo verso l'uscita.
Vado alla mia macchina e vado a casa.

Salgo, nella mia camera, dove successivamente mi chiudo e mi stendo sotto le coperte.

Fa più freddo del solito...

Sento un vuoto allo stomaco e un groviglio di pensieri mi stanno facendo impazzire.
Mi rannicchio in posizione fetale e affondo la faccia nel piumone che sto stringendo a me.
Ricordo quanto questo amasse farlo il moccioso, però invece delle coperte si rannicchiava sul mio petto, ed io amavo coccolarlo e giocare con i suoi capelli.

Ora questo...non potrò farlo più...

Mentre chiudo gli occhi sento la porta d'ingresso, e li riapro.
Sento dei passi per le scale e farsi più vicini alla porta della mia camera.
<Levi...> è Hanji.
<Levi, puoi aprirmi?> non mi muovo.
<Levi, non puoi stare così. Lo so che fa male, non pensare che non lo capisca...ma non puoi lasciarti andare anche tu.>

Perché?
Perché per una volta, una fottutissima volta, non posso seguire i miei sentimenti?
Chi cazzo l'ha detto che devo essere forte?
Forse me lo sono imposto io, forse per difendermi da questo mondo di merda...
Ma io non ho mai detto di volere tutto questo...

<Levi...> sento di nuovo la voce della bruna.
Io non accenno a muovermi.
Poi la sento sospirare e dei passi farsi lontani e scendere le scale.
Se n'è andata.
Chiudo gli occhi e poco dopo mi addormento.

[...]

Mi sveglio sentendo la suoneria del mio telefono.
Allungo la mano e finalmente riesco a prenderlo.
Vedo un numero.
Rispondo.
<Pronto?> chiedo scazzato.
<Levi?> la conosco questa voce.
<Armin?> mi metto seduto.
<Si. Ti disturbo?>
<No, dimmi.>
<Amh, volevo solo chiederti se tu potresti venire a casa mia un momento.>
<Perché?>
<Bhe, devo farti vedere...delle cose.> ha la voce tremante.
<Arrivo.> chiudo la chiamata.

Dev'essere qualcosa che riguarda il moro, me lo sento.

Mi alzo e mi cambio.
Scendo di sotto e vedo la quattrocchi, sta dormendo sulla sedia.
Prendo la sua giacca appoggiata alla sedia e gliela appoggio sulle spalle.
Le lascio un bacio sulla guancia e esco, dirigendomi a casa del biondino.

Ho paura di quello che sto per vedere...




Angolettoooo
Ok, eccomi!
Salve a tutti, sono viva tranquilli.
Ultimamente la fantasia scarseggiava e si erano messi anche i compiti.
Praticamente dobbiamo partecipare ad un concorso di arte e indovinate il tema.
Un cavallo...
UN CAVALLO!
Che cazzo di tema è?!
Ora disegno Jean...
Si, disegnerò Jean!
Ok, ora basta.
Bye ~♥️

𝐸 𝓅𝑜𝒾 𝓈𝑒𝒾 𝒶𝓇𝓇𝒾𝓋𝒶𝓉𝑜 𝓉𝓊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora