-IV- Progressi (parte I)

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Levi's Pov
Stamattina mi sono svegliato prima di tutti, alle sette.
Come ogni weekend mi preparo per la mia corsa mattutina.
Metto la tuta, prendo il telefono, le cuffie e le chiavi di casa ed esco.

Mi infilo le cuffie e metto la mia playlist dei Twenty One Pilots e parte Taken by sleep.

Inizio a correre.

Eren's Pov
Mi sveglio alle otto. Oggi è sabato.
Vado in cucina e trovo Hanji che fa colazione con un cappuccino.
<Buongiorno Eren.> mi saluta sorridente.
<Giorno.> sussurro e la guardo, lei mi sorride.
<Cosa vuoi per colazione?>

...

<Non ho fame...>
<Ok.>

Ora che ci penso, non vedo Levi.
<Dov'è Levi?>
<A correre. Lo fa ogni sabato e domenica mattina.>
Annuisco.
Ci tiene proprio al suo fisico lui...il mio fa schifo...

<Volevo dirti comunque che lunedì inizi scuola.> guardo la bruna.
<Cosa?>
<Lunedì inizi scuola.>

La scuola...

No, no, no, no!
Io non voglio andarci!
Mi picchieranno di nuovo!

<No.>
<Cosa no?>
<Non ci vado a scuola...>
<Ma devi andarci Eren, per istr->
<IO NON CI VOGLIO ANDARE!> corro in camera mia.

Ho bisogno dei miei calmanti cazzo!
Non ce li ho!
Sto perdendo nuovamente il controllo del mio corpo.
Inizio a piangere.

Sento le voci.

Basta!
Fatele smettere!



Levi's Pov
I Twenty One Pilots sono davvero grandi!

Mi arriva una chiamata dalla quattrocchi.
<Pro->
<Levi corri a casa! Ora! Eren sta male!>
Stacco immediatamente e corro a casa il più veloce che posso, meno male che stavo già tornando.

Arrivo finalmente.
Entro e si sentono le grida di Eren.

Corro di sopra e entro in camera del moccioso.
Quello che vedo mi fa gelare il sangue.

<Eren posale, ti prego.> Hanji lo sta pregando di buttale le forbici che ha in mano. Ha un polso sanguinante.

<NO! FATELE SMETTERE! BASTA!> si copre le orecchie con la mano libera.

<Eren...> lo chiamo.
<NON AVVICINARTI! LASCIATEMELE ZITTIRE! Vi prego...> sta piangendo disperatamente.
<Eren, buttale. Ti prego...> mi avvicino lentamente.
<No... Vattene...> indietreggia.
<Eren sono io, Levi...>
<Levi?>
Annuisco e lui si ferma a guardarmi.
<Ora butta quelle.>
Lui guarda le forbici e le getta a terra.
Lo prendo velocemente per il braccio e lo tengo stretto a me.
<Ti prego non rifarlo mai più.> gli sussurro.
<Scusa...> si è calmato per fortuna.
<Ora vieni. Bendiamo il polso.> lo porto con me in bagno.

[...]

Sono riuscito a far addormentare il moccioso.
Mi faccio una doccia veloce e scendo in cucina dalla quattrocchi che sta bevendo un tè.
Mi siedo.
<Cos'è successo?> chiedo.
<Gli ho detto che da lunedì deve andare a scuola e si è messo a dire di non volerci andare. Gli stavo dicendo che era per il suo bene ma non mi ha lasciato finire e si è messo a gridare per poi correre in camera sua.> si siede.
<Sono salita sentendo le sue urla. Quando sono entrata aveva appena preso le forbici e si era fatto un taglio sul polso, meno male non troppo profondo. L'ho calmato più o meno e ho chiamato te in fretta e furia.> sospira.
<Hanji, lo sai cosa ha passato a scuola e tu gli vai a parlare proprio di quella?>
<Lo so, ma non mi immaginavo questa reazione... Mi dispiace. Però ho capito una cosa.>
<Cioè?> mi alzo per prepararmi un tè.
<Che se ci sei tu si calma. Se ci sei tu non ha bisogno dei suoi calmanti.>
<È vero... Però non posso certo stare tutto il tempo a casa, io lavoro e anche tu. Lui non può di certo stare a casa da solo. Non oso immaginare cosa potrebbe fare...>
<Hai ragione. Ma come potremmo fare?>
<Potremo fargli frequentare i corsi pomeridiani? No sarebbe peggio...>
<E se vai a lavorare a scuola sua? Tanto hai già fatto il professore no? E mi sembra che il prof che dovrebbe avere Eren quest'anno è andato in pensione. Magari potresti tenerlo d'occhio.>
<Ma si dai. Lo farò. Basta che posso tenerlo d'occhio affinché non gli succeda nulla.>

𝐸 𝓅𝑜𝒾 𝓈𝑒𝒾 𝒶𝓇𝓇𝒾𝓋𝒶𝓉𝑜 𝓉𝓊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora