Shakespeare in the park

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Il primo giorno di prove era stato contento di scoprire che una faccia nota dei Rovi della luna era coinvolta nella rassegna Shakespeare by the sea. L'hair stylist Tracey Orange infatti si sarebbe occupato delle acconciature degli attori in scena e aveva raccontato a Jason che collaborava a quell'iniziativa ormai da anni e per passione.

Quel giorno si sarebbero esibiti a Valley Park e mentre gli preparava l'acconciatura Tracey appariva se possibile ancora più allegro del solito. Canticchiava, invece di chiacchierare, qualcosa che era piuttosto raro per lui.

"Sei particolarmente di buon umore" notò Jason, a cui la contentezza del parrucchiere trasmetteva altrettanta positività.

"Già" rispose Tracey tutto inorgoglito. "Oggi viene Pete a vedere lo spettacolo."

"Pete?"

"Peter, il mio ragazzo" rispose Tracey fuori dalla sua pelle. Poi pigolò: "Il mio ragazzo. Come suona bene."

"Ah..." rispose Jason quando capì, sul chi vive. Ora ricordava: Peter, un caro amico di Cameron. Quando ancora stavano insieme, parlando del più e del meno, gli aveva raccontato delle prime uscite tra Peter e Tracey. Era una nozione che aveva accantonato ma ora era ricomparsa prepotente nel suo cervello. Dissimulò il disagio, non senza difficoltà.

E se fosse venuto pure lui?

No. Impossibile.

"Eccolo!" esclamò Tracey vivace. Il backstage era comunque all'aperto del parco, separato solo da una striscia di plastica rispetto alla zona dei visitatori, e ora Peter lo aspettava sorridente dall'altra parte, facendo segno. Jason lo guardò: per fortuna era da solo. Era un ragazzo dagli occhi azzurri, capelli rasati, non molto alto, sguardo gentile. Che attendeva, docile.

Comprensivo, Jason rispose: "Vai pure da lui. Non c'è problema."

Tracey, felice, rispose: "Ma non ho ancora finito con la tua parrucca! Ti dispiace se lo vado a prendere e lo porto qui, così continuo a lavorare e non perdo tempo?"

"Ehm..."

Ma Tracey aveva già dato scontato il come risposta. Pettine in mano, trotterellò verso Peter e Jason con la coda dell'occhio li vide parlare, senza poter ascoltare quello che dicevano. Notò però l'imbarazzo del nuovo arrivato, che non attribuì solamente alla titubanza dell'entrare nella zona riservata. Alla fine, incerto, sollevò la striscia di plastica e passò oltre, per far contento Tracey.

"Eccolo qua! Peter, Jason Grant, Jason, Pete" li presentò Tracey e poi si rimise subito al lavoro. L'attore strinse la mano al ragazzo e per un nanosecondo poté guardarlo negli occhi. Vide l'imbarazzo, capì che sapeva. Lo immaginava, non si arrabbiò nemmeno per questo: era giusto che Cameron si confidasse, almeno con i suoi amici più stretti che nulla avevano a che fare con lui. Non aveva mai neanche ipotizzato di vietarglielo. Scambiarono due convenevoli, poi Tracey si allontanò qualche minuto per andare a prendere alcuni prodotti. Calò una pesante cortina di silenzio.

Visto che il ragazzo era più a disagio di lui, fu Jason a rompere il ghiaccio. "Tu sei molto amico di Cameron, vero?"

Con le mani in tasca, teso e a disagio, Peter trasalì, poi balbettò: "Ah, ehm..."

"Mi dispiace metterti in questa situazione antipatica. Scommetto che Tracey non sa nulla..."

"Ehm... No, lavorate insieme, perciò..."

"Perciò hai preferito non raccontarglielo. Ti ringrazio" disse onestamente Jason, che in quella situazione, seduto sulla poltrona della 'zona trucco' improvvisata e con la parrucca non ancora attaccata del tutto, si sentiva un vero cretino. Si sforzò comunque di sollevare gli occhi su di lui, per comunicare che lo diceva con piena sincerità.

I rovi della lunaWhere stories live. Discover now