Cameron's Life - Parte Terza

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Ryan, chiunque egli fosse, si era volatilizzato nel nulla. Dapprima, la sua sparizione aveva lasciato più o meno perplesso Cameron; ma era comunque convinto che, a breve, si sarebbe fatto sentire di nuovo. La nottata era stata fantastica. Nemmeno lui poteva credere di essere riuscito a lasciarsi andare così con un ragazzo appena conosciuto, e proprio il giorno stesso in cui Bradley se ne era uscito per sempre dalla sua vita.

Sicuramente Ryan aveva avuto qualche impegno improrogabile, per questo era svanito prima che Cameron si svegliasse. Non c'era altra spiegazione possibile. E così, il povero ragazzo rimaneva in attesa.

Ma passarono i giorni, e Cameron non ne ebbe più notizie; anche al Red Eagle, il pub dove si erano conosciuti, nessuno sapeva niente di lui, e ad ogni modo non ci si fece più vedere le sere successive. Arrivò persino a consultarsi con Peter per essere certo di non esserselo sognato, di aver incontrato quel ragazzo; l'amico da una parte si compiacque di sapere che avevano trascorso una notte tanto focosa, ma dall'altro rimase altrettanto perplesso nel conoscerne il seguito. Era evidente quello che si animava nel suo sguardo, e Cameron incassò il colpo senza che nemmeno Peter avesse bisogno di suggerirglielo a voce: magari per Ryan era stata veramente solo una botta e via.

Anzi, niente 'magari'. Che fosse così era abbastanza evidente.

E in teoria, anche Cameron non aveva avuto intenzioni serie, però allo stesso tempo non si aspettava uno strappo tanto deciso. Per rincuorarlo, Peter provò a suggerire che magari quel ragazzo era a Los Angeles solo in visita – forse in viaggio di lavoro, visto che faceva il modello – ed era già ripartito per la sua città d'origine. Doveva sentirsi anzi lusingato, che un ragazzo tanto bello e affascinante avesse voluto trascorrere il proprio tempo a LA con lui.

Alla fine, la cosa migliore sarebbe stato conservare il ricordo di quella bella notte, metterlo in borsa e andare avanti, quasi fosse stato un rito di passaggio. Eppure Cameron era attanagliato da una malinconia sorda che a stento riusciva a reprimere. Si sentiva usato, forse. Forse, semplicemente non gli piaceva l'idea di questa porta chiusa prima ancora di poter vedere dove avrebbe condotto.

Finì che veramente, anche se in un modo imprevedibile, questo accadimento aiutò Cameron a superare la separazione da Bradley: la fregatura era però che semplicemente questo malumore aveva soppiantato per molti tratti il precedente nei suoi pensieri.

Passata una settimana, aveva ormai deciso di mettersi il cuore in pace e mandare al diavolo Bradley, Ryan e magari l'intero genere maschile, se stesso compreso. In fondo, le prove ufficiali per I Rovi della luna erano ormai imminenti. Il mercoledì di quella settimana si trovava così agli studi, già oberato di lavoro fino al collo e nevrotico al massimo. La sua assistente Hanna lo seguiva per i corridoi spiegandogli l'ordine del giorno.

"Oggi incontrerete gli attori scelti per interpretare Lucas, Molly e Ewan. Il produttore poi convoca voi sceneggiatori per un breve incontro nel suo ufficio."

"Magnifico" ribatté lui asciutto.

Lei sollevò il foglio sulla cartelletta e continuò a leggere: "Poi tra non molto dovrebbero arrivare June Woods e David Jacobson per le prove. Vuole assistere?"

"Sarebbe meglio" rispose Cameron sospirando: "Per il personaggio di Ray sto scrivendo battute più difficili che nella prima stagione. Voglio assicurarmi che non le reciti come se stesse leggendo l'elenco del telefono mentre è seduto sul water. Mi andresti a prendere un caffé a tre piazze, per favore? Mi ci vorrà tutto."

"Ok" replicò pronta la sua assistente, continuando a fissare la tabella della giornata. Cameron si arrestò un attimo, respirando a fondo. Guardò il proprio riflesso nel vetro di una porta: uno schifo. Sembrava appena alzato dal letto.

I rovi della lunaWhere stories live. Discover now