Capitolo 2

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NB: Ricordo anche che ogni tanto troverete un numero in mezzo al testo, ebbene è possibile vedere la traduzione di quello che ho scritto nella "Legenda" apposita. Lo ricordo per coloro i quali cominciano le storie del capitolo 2.

Cetty ottenne finalmente il foglietto di disponibilità al lavoro, un foglio indispensabile per tutto, anche per respirare, e in quel frangente ve n'era bisogno più che mai, poiché all'ufficio di collocamento l'aria chiusa non era molto salubre.

Tuttavia, mentre osservava il foglio aspettando l'autobus che l'avrebbe riportata a casa, non poté fare a meno di pensare all'incontro che aveva avuto con quel ragazzo, che si chiamava Calogero.

Certo, nulla a che vedere con Giuseppe, il suo fidanzato storico, però aveva un suo perché.

Pazienza, erano di quegli incontri che si dimenticavano nel giro di mezz'ora massimo, cinque minuti se si andava su internet tramite lo smartphone e si controllavano le notifiche di Facebook.

E così fece anche Cetty, e, dopo aver risposto a un paio di "stati" scritti dall'amichetta del cuore (che si chiamava Denise e come nome tuttavia usciva Denise E Giancarlo, tanto per usare un contatto comune), continuò ad attendere.

Non passava. Nessun autobus passava. Dieci, venti, trentacinque minuti... nulla.

Al trentacinquesimo minuto, cross dell'ala destra ecco che un mezzo dell'agenzia municipalizzata dei trasporti arrivò lentissimo nei pressi della pensilina dove vi era la fermata, anche perché non poteva mai e poi mai fermarsi prima né dopo, a meno che l'autista fosse pigro oppure avesse qualche intrallazzo con qualche passeggero.

Ed era successo che l'autobus ebbe preso la funzione taxi, solo che non è l'argomento di questa storia.

A noi basta sapere che il detto mezzo, che caritatevolmente arrivò dalle parti di Cetty, era fuori servizio e stava semplicemente recandosi in rimessa.

Fu allora che Cetty diede di matto.

"Ma non è possibile! Non è proprio possibile! Na 'sta città, t'a po' fari appìeri! (1)"

" 'Nca chi" (2) rispose una signora di mezza età comparsa dal nulla e piena di sacchi della spesa.

Ad ogni modo, come fu come non fu(3) Cetty riuscì ad arrivare a casa, e fu allora che chiamò le sue amiche.

Rispetto a Calogero, ne aveva una marea, e quindi poteva anche permettersi il lusso di uscire un po' con quella, un po' con quell'altra eccetera. E periodicamente taggare su facebook un'immagine sdolcinata per ognuna delle sue amiche, che dunque a turno ricevevano la loro dose di miele.

"Tesoro!" esclamò Cetty, chiamando un'incognita. Inutile dire che fino alla sera prima la stessa Cetty era stata in piedi fino a tarda notte per parlare male del succitato "tesoro".

"Viiiita!" rispose di rimando Tesoro, che all'anagrafe era chiamata Sharon, letto per come si scrive.

"Che mi racconti? Che fa, usciamo stasera?" chiese Cetty, sbadigliando. Alzarsi, o anche no, per andare all'ufficio collocamento, era sempre controproducente per la salute fisica e mentale dell'individuo.

"Sìììì vita mia, andiamo ai Candelai che è assai che non ci andiamo!" esclamò Sharon, entusiasta. Tutte quelle che si chiamavano Sharon, a Palermo, erano maniache della moda e dei balli in discoteca.

"Ok allora ci vediamo alle dieci e mezza?" Per una coincidenza assurda, si sarebbero viste di lì a dodici ore esatte.

"Perfetto allora chiamo anche a Cristina e Filomena!"

Romanzo RosaneroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora