Capitolo 10

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"Avete capito tutti?" Ci chiede Scott. Annuiamo contemporaneamente tutti e cinque.
"Bene, cominciate a caricare il furgone: sono quasi le tre." Ci ordina. Gli altri cominciano a dirigersi verso l'uscita ma la voce di Scott mi ferma.
"Non tu Shira, fermati un attimo." Aspetta che tutti escano e poi riprende a parlare.
"Shira, questa è la tua prima rapina."
Scott si appoggia al bordo della sua scrivania e incrocia le braccia. Siamo nel suo ufficio, è il giorno del mio primo vero e proprio colpo e sono a dir poco elettrizzata. Ho talmente tanta voglia di uscire da questo posto e indossare quel dannato passamontagna!
"So come ti senti e capisco la tua eccitazione. Ad ogni modo devo farti qualche raccomandazione."
Sbuffo al sentir nominare quella parola. Odio quando mi fa le raccomandazioni: sembra una madre con la figlia undicenne la prima volta che esce con le amiche.
"Scott ti ricordo che stai parlando con me e non con una semplice spacciatrice."
"Lo so, lo so. Mi fido di te perché so che non mi deluderai..."
"Non l'ho mai fatto." Faccio spallucce vantandomi.
"Ma è la prima volta che rapini una banca. È vero: non è la prima volta che impugni una pistola, ma probabilmente sarà la prima volta che dovrai sparare..."
"Scott ho già partecipato a vari omicidi, non mi farò mica impressionare da un po' di sangue!" Lo interrompo di nuovo. Credevo che si fidasse di me e che mi considerasse pericolosa come lo fanno i poliziotti, ma a quanto pare mi sbagliavo.
"Shira, non hai mai ucciso. Assistere da lontano non è come uccidere. Per di più hai solo diciotto anni, sei ancora una ragazzina..."
Che cosa? Non può dirmi queste cose, non prima di una rapina.
"Scott ho fatto anche di peggio e non mi sono mai tirata indietro. Ti ho sempre riportato il bottino anche quella volta ad Orlando. Ho superato prove su prove, sono sfuggita ad un milione di inseguimenti, ho affrontato molti interrogatori. Insomma saprò premere quel dannato grilletto, no?" Alzo il tono di voce e per la prima volta capisco che non sono una semplice ladra, ma una maestra. Sono molto più di quel che pensa Scott e, anche se ho un ego enorme, non devo farmi confondere le idee da lui.
"Hai ragione, ma devi dimostrarmi che posso..."
Ancora con 'sta storia? Gli avrò dimostrato di essere una temibile criminale un milione di volte e lui ancora non si fida?
"Sai che ti dico?" Lo interrompo portando una mano davanti a me.
"Tornerò qui con trecentomila verdoni che prenderò da sola e allora tu mi darai il permesso di rapinare..." ci penso un po' su: devo trovare una banca importante e con un sistema di sicurezza quasi perfetto. Devo dimostrargli che sono Shira Drake, che sono una ladra professionista e che il mondo mi deve temere perché sono anche un'assassina.
"...la Wells Fargo." Dico decisa dopo averci riflettuto a lungo.
Scott sbianca.
"La Wells Fargo?" Mi chiede incredulo.
"Sì."
"A San Francisco?"
"Esatto."
"Ma ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo?"
"Ma che problemi hai? Ti sto proponendo un affare: ti porto trecento mila dollari e tu mi fai rapinare la Wells Fargo. Mi spieghi perché non dovrei?"
"Shira, ma ragioni qualche volta prima di parlare?"
Non capisco: che cos'ha questa banca oltre a essere una delle più importanti al mondo (cosa che farebbe salire la mia reputazione alle stelle)?
"Prova ad immaginare: la Wells Fargo, una delle più potenti banche degli Stati Uniti viene rapinata. Nella città dove si trova la sua sede, San Francisco, è stata trasferita anche la più sospettata ladra della Nazione. Ti rendi conto delle stupidaggine galattiche che escono dalla tua bocca diciottenne?"
Effettivamente non ha tutti i torti, ma devo rischiare, devo farlo per mio padre. Lui sarebbe fiero di me se penetrassi in quella banca e riuscissi a prelevare mezzo milione di dollari. Io devo farlo per lui e non sarà di certo Scott a fermarmi.
Così corro verso la porta ed esco. Sento la voce di Scott chiamarmi indietro ma io non mi volto.
"Stanotte ti porto i trecentomila, promesso." Gli urlo. Non odo più risposta così continuo a correre per quei luridi corridoi: seriamente, con tutti i soldi che si fa, Scott potrebbe mettere a posto questo posto, no?

Entro dentro il furgoncino nero. Dentro ci sono già tutti i miei nuovi colleghi, c'è anche Rick che mi deve seguire per tenermi d'occhio. Scott dice che lo manda per la mia sicurezza, ma so che lo fa perché io non mi prenda del denaro in più. Pft, come se rubassi davanti ad una spia del mio capo.
Mi allaccio la cintura e guardo gli uomini vicino a me.
Seduto su sedile accanto c'è Rick con la sua faccia seria e concentrata: che precisino del cavolo.
Dall'altra parte c'è un omone dalle dimensioni enormi: di sicuro lui non farà il palo. Ha già il passamontagna addosso, ma noto un paio di occhi scuri. Sono segnati dagli anni, si vede perfettamente che è uno che sa come muoversi per esperienza. Sulle braccia ha dei tatuaggi che ho notato prima che indossasse la felpa nera. Davanti a noi c'è un ragazzo sui venticinque anni con i capelli lisci e castani e gli occhi chiari. Non rimango lì a fissarlo perché non voglio farmi beccare, ma ha dei lineamenti poco duri e questo rende il suo viso e il suo sguardo poco credibili: forse è per questo che non è lui il capo.
Ah, già il capo. Lui è un uomo sui trentacinque/ quarant'anni. È rasato e ha vari tatuaggi sul collo: ecco perché non deve assolutamente dimenticare il passamontagna. Se le telecamere ci beccano lui è il primo ad essere sbattuto dentro.
La cosa che mi ha colpito subito di lui sono stati i suoi occhi. Sono stati la prima cosa che ho notato. Indovinate di che colore sono? Esatto, color cioccolato.
Nel preciso istante in cui penso agli occhi di Jason il capo entra nella parte posteriore del furgoncino e si siede vicino al ragazzo davanti a me.
Si toglie il passamontagna e finalmente posso vedere i suoi occhi senza tutto quel tessuto nero addosso. Non sono come quelli di Jason, sono più a mandorla e più duri. Quelli che amo sono invece più dolci e trasmettono tranquillità e sicurezza.
"Ragazzi, oggi abbiamo l'onore di avere con noi la grande Shira." Mi indica con la mano aperta e io sorrido ricambiando il suo sguardo.
"Allora, Shira, devi sapere alcune cose: quando entriamo tu, Ross, Rick e Andrea dovete disporvi in modo da non lasciare nessun angolo scoperto. Nessuno deve uscire dalla banca, nessuno deve telefonare, tutte le persone presenti lì dentro dovranno rimanere fermi immobili, chiaro?"
Annuisco senza parlare. Il piano mi è chiaro, ma devo concentrarmi per non lasciare niente al caso.
"Se qualcuno di loro riesce a contattare la polizia sarà colpa vostra." Indica tutti noi. Annuiamo contemporaneamente senza parlare. Ok, dopo ciò ho l'ansia alle stelle.
"Non potete e non dovete farvi sfuggire niente. Io andrò a ritirare i verdoni."
Bene, devo trovare il modo di prendere i miei trecento mila.
"Capo" lo chiamo. Lui alza lo sguardo verso di me, non abbasso lo sguardo perché sarebbe segno di debolezza. Sostengo il suo sguardo alla perfezione.
"Dimmi."
"Devo portare via trecento mila dollari."
"Posso sapere il perché?"
"No."
Lui mi lancia un'occhiata promettente poco di buono. Poi sbuffa.
"Ok, te li prenderò."
"Non ci siamo capiti: IO devo prendere i trecento mila, non tu." Cerco di chiarire. Rick si volta a guardarmi: forse sto usando un tono troppo alto per essere l'ultima arrivata, ma devo fare così altrimenti non avrò ciò che mi spetta.
"Drake, non voglio doverti venire a prendere il prigione e non voglio sostenere interrogatori a causa tua, chiaro?"
"Non ce ne sarà bisogno, sono la ladra più rapida e abile che ti potesse capitare. Fammi fare ciò che devo fare e non ti capiterà niente."
"Mi stai per caso minacciando?"
"No"
"E allora cosa stai insinuando."
"Niente, tranquillizzati: non vi capiterà niente."
L'omona vicino a me, che fin ora non ha ancora aperto bocca si volta a guardarmi. Si toglie anche lui il passamontagna e mi inchioda sul posto con i suoi occhi scuri. Lo riconosco all'istante, la leggenda della Rosa Rossa prende vista davanti a me e io mi sento subito onorata di poter condividere un'esperienza del genere con il grande Ross.
Rimango per qualche minuto senza parlare. La Rosa Rossa è la leggenda che ha fatto la mia infanzia, sono sempre stata attratta dalla sua storia e ora ce l'ho vicino a me.
Ho la bocca aperta e non riesco a formulare una frase di senso compiuto.
"Credevi anche tu che fossi morto, vero?" Mi chiede. La sua voce è bassa e roca a causa del fumo.
Annuisco.
"Beh, sono vivo e vegeto. Ad ogni modo, apprezzo il tuo modo di ragionare, di parlare e di agire, ma si nota la tua inesperienza. Lui" indica il capo "sa quello che fa e se ti dice che qualcosa non è prudente non si fa, punto. Ti capisco perché anche io ero come te, non volevo che nessuno mi mettesse i piedi in testa, ma è così che ho quasi rischiato la morte."
Ricordo le notizie in prima pagina, la gente che parlava: è morta La Rosa Rossa, un'esplosione ha distrutto un hotel, lui era lì dentro, non hanno trovato il suo corpo...
"Non essere troppo sicura di te stessa." Ross si rimette il passamontagna ed io, pur essendo ancora persa nei miei pensieri, faccio per imitarlo.
"Shira, mettiti queste se vuoi venire a prendere i soldi con me." Il capo mi passa una scatolina con delle lenti a contatto. Lo guardo stranita.
"Hai degli occhi azzurri riconoscibili tanto quanto i miei tatuaggi, quindi indossa queste lenti marroni e zitta."
Sinceramente non ci avrei mai pensato lo ringrazio mentalmente. Indosso le mie lenti e il passamontagna.
L'autista ci avvisa che tra poco saremo arrivati così tutti cominciano a caricare le pistole e ad indossare i passamontagna.
Anche io carico la mia pistola e prendo delle pallottole in più per sicurezza.
"Shira" mi chiama il capo. Alzo lo sguardo "tu andrai a prende i tuoi trecentomila una volta che io ho finito: non bisogna assolutamente spezzare la formazione."
Annuisco velocemente e ricomincio a sistemarmi la zip della felpa nera che non vuole collaborare.
Il furgoncino si ferma di colpo.
"Ok, andiamo." Ci ordina il capo. Scendiamo tutti, io dietro a Rick, e ci dirigiamo verso l'entrata della Chase Bank di Daly City.
Corriamo verso l'entrata e, una volta dentro, puntiamo le nostre pistole verso la gente. Scott aveva ragione: non ci sono tante persone perché è giovedì e sono le quattro e un quarto del pomeriggio.
"Questa è una rapina" Urla Andrea.
"Mani in alto." Continua Rick. Vedo il capo allontanarsi verso le signorine dietro al vetro per farsi dare tutti i soldi. Punta la canna della pistola nell'apertura per parlare dato che il vetro è antiproiettile.
"Che nessuno si muova, altrimenti sparo." Urlo anche io. La gente mi guarda terrorizzata e non si muove di un millimetro.
"Sbrigati" urlo al capo che sta ritirando la grana e urla alla signorina di sbrigarsi. Lei trema tutta e consegna tutto ciò che ha.
"Bene, vieni." Mi urla il capo una volta finito. Mi allontano dalla formazione e lascio il posto a lui. Mi dirigo verso la signorina che è pallida come un cadavere.
"Trecento mila." Cerco di parlare in modo duro e autorevole per non farle capire che sono solo una ragazza diciottenne.
"N-non pos-so..." balbetta lei. Adesso mi arrabbio sul serio: ho il tempo contato, una promessa da mantenere, non devo farmi beccare, non devo lasciare il tempo alla polizia di arrivare e lei non vuole obbedirmi??
Sbatto il pugno contro il vetro.
"Dammi ciò che ti ho chiesto o punto la pistola sulla gente e sparo alla cieca. E ora muoviti." La minaccio urlando. Sento lo sguardo dei miei quattro colleghi puntato addosso, ma continuo a fare ciò che devo fare.
La signorina mi consegna tutto ciò che mi spetta e a quel punto la morsa che mi stringeva lo stomaco mi lascia. Prendo i soldi e mi volto verso i ragazzi.
Loro cominciano ad uscire correndo, ma io no: devo accertarmi che nessuno scappi o, peggio ancora, chiami la polizia.
Punto ancora una volta la pistola verso la folla che comincia a muoversi.
"Non chiamate la polizia altrimenti torniamo qui e vi facciamo fuori come cani." Li minaccio ancora una volta e poi esco velocemente stringendo tra le mie mani il mio bottino. Salto sul furgoncino che sgomma a tutta velocità. Mi tolgo il passamontagna e le lenti. Ah, finalmente libera.
Il silenzio regna dentro il furgoncino così cerco di spezzarlo.
"Cos'è tutto questo silenzio? Sensi di colpa?" Ridacchio. Andrea e Rick mi guardano contrari.
"Ma che dici? Stiamo in silenzio per sentire il suono delle sirene." Mi informa Andrea.
Le sirene? La polizia?
"Non è possibile. Non possono essere già qui, no? Abbiamo fatto meno di cinque minuti, nessuno ha chiamato..."
"Calmati Shira, non ci sono volanti che ci inseguono ora, ma potrebbero arrivare." Rick mi poggia una mano sulla spalla. Tiro un sospiro di sollievo e mi rilasso.
Il capo entra nella parte posteriore del furgoncino e ci sorride.
"Molto bene, siamo riusciti ad uscire da lì in meno di tre minuti, complimenti ragazzi." Ci loda lui. Tutti noi applaudiamo.
"Una lode in più per la piccola nuova arrivata che ci ha mostrato le sue doti intimidatorie." Ridacchio divertita e gli punto un dito contro per scherzare.
"Non so perché Scott non ti faccia ritirare i soldi dei debiti: tutti pagherebbero in tempo con te." Ride Rick. Annuisco corrugando la fronte.
"Bene, escludendo i soldi di Shira, abbiamo ritirato mezzo milione." Il capo alza le mani felice. Applaudiamo di nuovo e Andrea e Rick si mettono a battere i piedi come elefanti provocando un suono forte. Mi volto verso Ross che non ha ancora esultato come si deve.
"Tutto bene?" Gli chiedo cercando però di mantenere le distanze.
Lui si volta verso di me e annuisce lentamente. Ok, magari non ha voglia di parlare dei suoi problemi con una ragazzina. Devo solo lasciarlo in pace. Ciò mi viene difficile però: come reagireste se Jason Derulo fosse seduto vicino a voi? Credo gli stareste appiccicati tutto il tempo, no? Bene, Ross è una leggenda per me, uno dei più grandi assassini americani non sospettati, il mio modello da seguire. Ho rapinato la mia prima banca con lui e ora gli sono seduta accanto. In poche parole: un sogno che si avvera!
"Ora dobbiamo solo..." Rick viene interrotto dal capo.
"Zitti, zitti tutti." Sussurra rimanendo fermo e con le orecchie tese come quelle di un cane da guardia.
Tutti noi ci concentriamo sul suono che non si fa attendere: le sirene.
"Chris accelera." Urla il capo. Il furgoncino accelera violentemente fino a schiacciarci contro i sedili. Non credevo che un veicolo del genere raggiungesse queste velocità.
Il capo si muove nervosamente su e giù mentre io cerco di trovare un modo per allontanare le volanti.
Pensa, Shira, pensa. Ci sono: dobbiamo bucar loro le ruote.
"Dobbiamo bucare le loro ruote." Suggerisco. Il capo mi guarda storto.
"Che c'è? Almeno io cerco di collaborare." Cerco di mantenere la calma, ma sento già le mani tremarmi.
"Bene, allora cosa suggerisci?" Mi guarda con fare sbruffone, ma non ho tempo per mettermi ad insultarlo.
"Abbiamo qualcosa di appuntito da tirar loro contro?" Chiedo cercando con gli occhi per tutto il furgoncino.
"Solo proiettili."
"Forano le gomme?" Chiedo.
"Non credo, ma puoi puntarli sul vetro." Mi suggerisce Andrea.
"Bene." Prendo velocemente la mia pistola, la carico e mi dirigo verso le portiere.
"Aspetta." La voce di Ross mi blocca sul posto. È la prima volta che parla da quando siamo usciti dalla banca.
"Il passamontagna" Mi dice passandomelo. Lo ringrazio e lo indosso. Poi prendo la pistola e apro la portiera.
La luce del giorno mi acceca per qualche secondo e mi copro il viso con le mani.
Rick mi tiene da dentro per non farmi cadere risucchiata dalla velocità del veicolo. Le volanti sono dietro di noi, sono ben quattro.
Bene, Shira, prendi bene la mira e spara.
Tengo ben saldo il braccio come mi ha insegnato Scott e premo il grilletto. La pallottola si va a conficcare nel bel mezzo del vetro della prima auto. Continuo a sparare senza sosta eliminandone una. Le altre tre prendono il suo posto e io continuo a premere questo dannato grilletto sperando che la storia finisca presto. Quando vedo che il vetro di un'auto si rompe passo all'altra sapendo che la prima non è più un mio problema.
Nel giro di due minuti tutte e quattro le volanti sono fuori uso. Sorrido soddisfatta e mi volto verso i miei quattro colleghi. Rick mi tiene ancora stretta a se è questo in un certo modo mi tranquillizza: ha una presa ferrea, come quella di Jason.
Chiudiamo velocemente le portiere e tiriamo un sospiro di sollievo.
"Tra poco entreremo in un'area alberata e abbandoneremo il furgoncino: di sicuro avranno preso la targa." Ci avvisa il capo. Annuiamo e io mi vado a sedere: sono stanchissima, non vedo l'ora di consegnare i soldi e andare a dormire.

F.I.R.E.W.O.R.K.S. [SOSPESA]Where stories live. Discover now