Capitolo 7

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"Allora, che pensiero vuole esprimere questo poeta con le parole 'Silvestri animi'? Signorina Drake!"
Apro velocemente gli occhi e alzo di scatto la testa dal baco quando sento il mio nome. Tutta la classe è girata verso di me, sento i loro occhi bruciarmi addosso come per dire "si sarà addormentata perché di notte va a derubare dei buoni vecchietti...".
"Signorina Drake, stava dormendo di nuovo?" La prof mi si avvicina, la sua voce da cornacchia rimbomba nelle mie orecchie talmente tanto che non riesco nemmeno a capire ciò che dice.
"Prof, sono..." guardo l'ora sul mio orologio "le otto e mezza del mattino, non urli." La imploro.
"Come si permette? In presidenza." Indica la porta dell'aula alzando ancora di più la voce.
"Ci sono delle sedie comode in presidenza?" Chiedo alla mia compagna di banco, ragazza di cui non sapevo neanche dell'esistenza.
"Signorina Drake, fuori!" Urla. Pur di non sentire la sua voce esco velocemente dall'aula. Sospiro prendendo un bel respiro quando sono fuori. Poi mi dirigo verso la presidenza.

È tutta colpa d Scott se mi sono addormentata per più di tre volte questa settimana: mi tiene sveglia per farmi andare a riscuotere del denaro, per farmi rubacchiare qua e là...
Non fraintendetemi: amo rubare. Ma in questo periodo non ce la faccio proprio, sono stanca, voglio dormire e magari non svegliarmi fino a Natale.
"Drake." La preside mi chiama quando un ragazzo esce dal suo ufficio. Mi alzo finalmente da quelle sedie scomode, il mio sedere è dolorante.
Entro nell'ufficio. Non sono ancora entrata qui dentro per ora, mi ci hanno mandato due volte, ma non ci sono venuta e ho preferito saltare il resto delle lezioni.
L'intento è molto elegante, come la preside del resto.
C'è una grande scrivania con delle foto della scuola, la sedia in pelle sembra comodissima e vorrei sinceramente appoggiare le mie abbondanze su di essa. Sul muro ci sono varie foto di alunni modello, proprio il contrario delle persone che entrano qua dentro. Il colore che predomina è il marrone, segno che il preside precedente era un uomo e che la preside qui presente non ha nemmeno il potere sufficiente a far cambiare di colore il proprio ufficio. A proposito della preside...
"Signorina Drake." Mi fissa dalla sua sedia comodissima.
"In carne ed ossa." Rispondo. Io invece sono in piedi di fornite alla sua scrivania, ma almeno sono più alta di lei.
"Cosa ha combinato?"
"Mi sono addormentata."
"Addormentata, solo?"
"Già."
Il silenzio ci avvolge per qualche secondo, poi lei si alza e fa il giro della cattedra. Si posiziona davanti a me e mi guarda. Il suo sguardo è severo, non lascia trapelare nessuna emozione. Non ha gli occhi azzurri, ma il ghiaccio è presente in essi.
"Signorina Drake, supponiamo che quello che mi racconta è vero..."
"E lo è."
"Delle voci mi hanno raccontato che lei doveva visitare questo ufficio almeno due settimane fa."
"È esatto e devo complimentarmi con colui che ha scelto questo colore..." il suo sguardo si fa duro: ho centrato il bersaglio.
"Drake, non faccia la spiritosa. Le ricordo che non presentarsi in presidenza, saltare delle ore di lezione, addormentarsi ripetutamente sul banco e rispondere in malo modo ad un insegnante sono gravi violazioni del regolamento scolastico."
Wow, ho un déjà-vu: mi sembra di stare in commissariato o ad una centrale di polizia...
"Cosa ha intenzione di fare per il resto dell'anno?" La voce della preside interrompe i miei pensieri. Mi sta stufando sentirla parlare, spero abbia intenzione di passare velocemente al dunque.
"Nulla." Rispondo facendo spallucce.
"Bene, passerà due ore in detenzione questo pomeriggio. Chissà che il tempo lì dentro non le faccia venir voglia di fare qualcosa."
"In detenzione?"
"Sì."
"Per due ore?"
"Se non la smette facciamo tre."
"A questo punto posso passare anche tutta la notte se così desidera, vostra maestà."
"Signorina Drake, per il suo comportamento indegno nei confronti di un suo superiore," ingoio a fatica questa espressione "passerà il pomeriggio a decorare la palestra per il ballo di fine ottobre. E non voglio più sentire delle lamentele sul suo conto."
Alzo gli occhi al cielo: vorrei tanto tagliarle la lingua e fargliela ingoiare in questo momento.
"E ora esca dal mio ufficio." Indica la porta. Mi mordo la lingua per impedirmi di risponderle.
Tiro un gran sospiro di sollievo quando sono fuori da quel ufficio. Do un'occhiata al mio orologio e noto che sono solo le nove meno cinque. Ho tutta la mattinata per seguire le lezioni quindi la prossima ora la posso anche saltare.

F.I.R.E.W.O.R.K.S. [SOSPESA]Where stories live. Discover now