Fifty seven.

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Benjamin era seduto a cavalcioni sul corpo nudo di Federico, questo aveva la schiena in contatto con la testiera in velluto rosso del letto di quel motel, le braccia strette intorno alla vita del moro mentre questo giocherellava con i suoi capelli biondi disordinati.
Le labbra del moro si alternavano di continuo tra le labbra, già rosse e gonfie per i troppi baci, del più piccolo e tra le spalle nude risalendo fino al lobo dell'orecchio.
La stanza di quel motel, arredata solo con un letto matrimoniale affiancato da due comodini e un armadio in legno, era stata invasa dalla luce della luna che penetrava dalla grande finestra priva di tende che era posta alla destra dei due ragazzi. La luce della luna illuminava i volti sorridenti di Benjamin e Federico che non facevano altro che stringersi, da quando si erano ritrovati non riuscivano a mettere fine a quel contatto tra di loro.
I due giovani avevano passato l'intero pomeriggio in quel letto, aveva lasciato che tutto il resto rimanesse chiuso fuori dalla porta, ogni preoccupazione in quel momento non era affar loro. Volevano solo vivere quel momento.
Le mani di Federico scivolarono giù per la schiena di Benjamin e lo attirarono ancor più vicino al corpo del moro che sorrise, sorrise come mai prima di quel momento aveva fatto.
-"Fallo ancora, te ne prego." Sussurrò il maggiore mentre con la punta del suo naso sfiorava quella del minore.
-"Devo fare ancora che cosa?" Gli chiese Federico e, sfruttando la vicinanza dei loro visi, gli catturò il rosso labbro inferiore tra i denti, facendolo mugolare.
Il moro allontanò il viso dall'altro e inclinò la testa da un lato per guardarlo meglio.
-"Sorridi ancora." Disse il moro. "Sorridi ancora per me." Aggiunse e alzò una mano per sfiorargli le labbra con l'indice. "Mi sento bene quando lo fai."
Il più piccolo, nel sentire quelle parole, non poté fare a meno di sorridere proprio come l'altro voleva.
-"Sorriderò tutte le volte che vorrai se rimarrai con me." Rispose il ragazzo e si sporse in avanti per lasciarci un bacio a stampo sulle labbra.
Benjamin appoggiò la testa sulla spalla nuda del minore e chiuse gli occhi per un momento.
Stava succedendo davvero? Era di nuovo tra le braccia di Federico? E, soprattutto, Federico gli aveva davvero detto di amarlo?
Era tutto vero.
Benjamin aprì gli occhi e sorrise al ragazzo su cui era seduto. Il suo ragazzo. Suo marito.
-"Non pensare nemmeno che andrò via ancora una volta." Disse. "Anche se dovessi ammanettarmi a te pur di non perderti."
-"Mh." Mugolò il biondo e ghignò malizioso. "Non mi dispiacerebbe come idea." Rispose e gli baciò la punta del naso. "Sai, averti sempre al mio fianco, tutto il giorno e tutta la notte. Fare la doccia insieme, mangiare insieme, uscire insieme.
Fare tutto insieme." Concluse, lasciando intendere le sue idee.
Il più grande ridacchiò e gli colpì il braccio con uno schiaffo leggero.
-"Stupido."
Federico sorrise ancora una volta prima che il suo viso diventasse più serio, cambiamento che all'altro non sfuggì e lo fece allarmare.
-"Che cosa succede, niño?" Gli chiese il maggiore e alzò la testa per guardarlo.
-"Ben?"
-"Dimmi."
Federico abbassò il capo e si portò le mani in grembo, mentre iniziava a torturarsi il labbro inferiore con i denti.
-"Fè però se fai così mi fai spaventare."
-"No, assolutamente non voglio farti spaventare." Disse Federico. "Stavo solo pensando ad una cosa."
-"Che cosa?" Gli chiese il moro. "Se ti va di dirmelo."
-"Mi stavo chiedendo se saresti tornato a casa." Sussurrò il più piccolo. "A casa con me, a casa nostra."
Quella volta fu Benjamin a sorridere, gli prese il viso tra le mani e gli stampò un bacio sulle labbra.
-"Avevi qualche dubbio?" Chiese retorico. "Certo che torno a casa con te." Rispose. "Come ti ho già detto, non ho alcuna intenzione di separarmi ancora da te."
Il volto del biondo si aprì in un radioso sorrise e strinse il più possibile l'altro al suo corpo, stando però ben attento a non fargli male.
-"Allora che aspettiamo?!" Esclamò entusiasta. "Lasciamo questo motel e andiamocene a casa nostra!" Aggiunse.
Il più grande rise per la reazione dell'altro e annuì.
-"Prima però dobbiamo vestirci." Disse. "O vuoi uscire nudo?"
Federico mugolò in disapprovazione e incrociò le braccia al petto, per permettere all'altro di alzarsi.
-"Allora sbrigati." Gli disse.
-"Tu voltati." Rispose il moro.
-"Eh? Che cosa?" Il più piccolo aggrottò la fronte confuso. "Perché dovrei voltarmi?" Gli chiese mentre l'altro si alzava portando con sé le lenzuola che lo coprivano.
-"Perché devo vestirmi."
-"E allora?" Il minore decisamente non capiva. "Ti ho già visto nudo." Aggiunse. "E ti ricordo che cosa abbiamo appena fatto."
-"Solo perché mi hai visto nudo e abbiamo appena fatto l'amore non significa che puoi vedermi mentre giro nudo per la stanza." Replicò Benjamin, sicuro delle sue parole. "Su, voltati."

Dopo circa mezz'ora i due ragazzi lasciarono quella stanza, andarono alla reception per saldare il conto e si scusarono per essere andati via prima del previsto. Mano nella mano corsero verso la macchina e cantarono le loro canzoni preferite mentre sfrecciavano tra le strade di Boca diretti verso la loro casa.
Boca non era mai stato tanta bella quanto quella sera, le verdi aiuole ben curate sembravano scintillare sotto la luce dei lampioni mista a quella della luna. Le strade erano piene di vite nonostante non fossero particolarmente affollate, tutto intorno a loro sembrava gridare la parola amore. Il loro amore. Persino l'anziano e scorbutico signore seduto su una panchina grigia sembrò addolcirsi quando una bambina, vestita di rosa, gli passò davanti e lo salutò con la piccola manina.
Boca Raton quella sera era meravigliosa e Benjamin non riusciva a fare altro che guardarla incantata.

-"Federico ma è entrato in casa un ladro?" Gli chiese il maggiore, sconcertato, mentre avanzava a fatica nella casa del tutto disordinata.
Nei mesi che aveva passato lì non aveva mai visto nulla fuori posto, invece in quel momento i cappotti occupavano il pavimento dell'ingresso, cocci di vetro erano sparsi nel salotto e giacevano accanto a buste vuote di patatine e cartoni di pizza. Le scale erano cosparse di fogli e giocattoli di Blue, il moro non era ancora salito al piano superiore ma era certo non fosse in condizioni migliori.
-"È tutto in disordine!" Esclamò.
-"Diciamo che in questi giorni mettere in ordine non era il mio problema principale." Rispose Federico e abbozzò un sorriso, sulle spalle aveva lo zaino del moro e stretta in una mano una delle quattro valigie dell'altro.
Il moro si sentì male a pensare che era colpa sua, il disordine e il malessere di Federico di quei giorni erano colpa sua.
-"Ora che sei qui, però, potremmo riordinare insieme." Aggiunse Federico e poggiò la valigia e lo zaino sul divano bianco.
Il moro si voltò verso di lui e lasciò cadere le sue tre valigie sul pavimento coperto da un po' di tutto.
-"Ora che sono qui potremmo fare tutto insieme." Replicò il ragazzo e gli gettò le braccia al collo. "Sempre se tu lo vorrai." Aggiunse e gli baciò entrambe le guance.
Il più piccolo infilò le mani sotto la canotta del moro e gli accarezzò la schiena nuda, facendolo rabbrividire.
-"Non serve neanche chiederlo." Rispose.
-"Fè?"
-"Sì, Bibi?"
-"Io e te che cosa siamo?" Gli chiese Benjamin mentre lo guardava dritto negli occhi.
-"Sei mio marito, Ben." Disse il biondo. "Dovresti saperlo." Aggiunse.
-"Sì però non abbiamo nulla che lo testimoni." Borbottò il più grande. "Intendo una fede o qualcosa del genere." Spiegò.
Federico ci pensò su qualche momento, in seguito gli venne un'idea e iniziò a gironzolare nel salotto disordinato.
-"Fè che stai facendo?"
-"Ecco qui!" Esclamò allegro Federico e prese qualcosa da un piccolo mucchio di cose poste accanto alla televisione spenta.
-"Che cosa?"
Federico ritornò saltellando da lui e gli mostrò due portachiavi a cui era stato staccato il ciondolo sottostante.
-"Non saranno d'oro e forse non sono nemmeno anelli ma sono carini." Disse il minore e fece spallucce.
-"Che cosa vuoi fare con questi?" Gli chiese, confuso, il minore.
Il più piccolo si schiarì la voce, si mise dritto e sorrise al ragazzo davanti a lui.
-"Bibi, vuoi prendermi come tuo marito?" Gli chiese il ragazzo.
Benjamin spalancò la bocca.
-"¿Qué estás haciendo?" Gli chiese.
-"Non so che cosa tu abbia detto ma non fare domande e rispondimi." Disse Federico. "Bibi, vuoi prendermi come tuo marito?" Ripeté.
Benjamin scosse la testa e sorrise, quel ragazzo era folle.
-"Sì, lo voglio." Rispose.
Federico si morse il labbro inferiore e gli prese la mano, per poi infilargli il portachiavi sull'anulare.
-"Ora tocca a te chiedermelo."
-"Mi niño, vuoi prendermi come tuo marito?"
-"Assolutamente sì."
Benjamin sorrise e fece ciò che l'altro aveva fatto poco prima, gli mise l'anello sul dito tremante.
-"Ora siamo sposati." Disse Benjamin e circondò la vita del minore con le sue braccia, per spingerlo verso di lui.
-"Ora siamo innamorati." Rispose Federico e fece unire le loro labbra.

Married? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora