Fifty one.

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Il più grande rimase a bocca aperta nell'ascoltare le parole del biondo, non aveva mai visto la situazione dal suo punto di vista e quello non era un buon momento per farlo.
-"Mi stai dicendo che il mio amore ti dà fastidio?!"
-"No, dannazione, no!" Rispose Federico e si portò le mani tra i capelli esasperato. "Mi piace che tu tenga a me, mi piace tutto di te, però ci sto male quando mi fai capire che non ti basta quello che ti do.
Ci sto male, è così tanto difficile da capire?!" Continuò. "E cerca di capire le mie parole per una volta!"
Il moro annuì e si allontanò da lui.
-"Forse non capirò le tue parole ma ho capito che sto per uscire e ho capito che tu non devi aspettarmi." Disse e si avviò verso l'ingresso. "Perché non so se tornerò." Aggiunse e uscì da quella casa.
Federico rimase immobile mentre guardava l'altro lasciare quella che era la loro casa, i pugni serrati e il volto che non trasmetteva alcuna intenzione. Con gesti meccanici il ragazzo si sedette sul divano bianco e allungò una mano per accarezzare il suo cagnolino che gli era saltato addosso, quasi come se avesse capito ciò che in quel momento stava provando.
Federico però in quel momento non provava nulla.
-"Te ne pentirai, Benjamin." Disse a qualcuno che non era presente in quella casa. "Ti pentirai di essere uscito da questa casa." Continuò. "Te ne pentirai."

La sera stava scendendo sulla bella Boca Raton, Benjamin amava osservare il cielo che diventava sempre più buio e vedere le stelle che pian piano iniziavano a brillare in quella distesa buia. Benjamin stava camminando con il naso all'aria per poter ammirare il tramonto che diventava un ricordo sempre più lontano mentre la notte abbracciava la città.
Quella sera il cielo era più bello del solito e al moro sarebbe piaciuto camminare nella città affiancato da Federico, avrebbe dato il suo nome ad una stella, quella che più brillava, e poi lo avrebbe baciato perché aveva bisogno di sentirlo sempre accanto a lui.
Aveva bisogno di lui.

Un sospiro più intenso degli altri lasciò le labbra carnose e mordicchiate del moro, questo stava camminando da ore e, nonostante fosse giugno, iniziava a sentire freddo coperto solo dai suoi pantaloncini di jeans.
-"Le temperatura a Boca cambiano di continuo, non è ancora estate e non ci si può fidare di questo caldo." Gli aveva detto Federico quando insisteva nel dirgli che non era ancora il momento per andare al mare. E aveva ragione.
Federico aveva sempre ragione.
Se solo non fossero andati al mare quel mattino, in quel momento sarebbe potuto essere stretto tra le braccia del biondo e con il sorriso stampato sul volto.
-"Sono stato uno stupido..." Borbottò Benjamin e si gettò a peso morto su una panchina, una volta verde ma in quel momento quasi del tutto grigia e piena di frasi, dietro di lui. "Sono stata davvero uno stupido." Ripetè, questa volta a voce un po' più alta affinché tutti sapessero ciò che era, e si passò una mano tra i capelli ancora sporchi di sabbia.
-"In effetti hai sposato Federico." Commentò una voce alle sue spalle.
-"Quindi un po' stupido devi esserlo davvero." Aggiunse una voce femminile.
Il moro si voltò alla sua destra e si sforzò di sorridere quando vide i due che stavano avanzando verso di lui.
-"Daphne, Joseph, che bello vedervi." Disse il ragazzo, non troppo convinto.
-"Non si direbbe, tesoro, hai una faccia davvero pessima." Rispose Daphne e si avvicinò per baciargli entrambe le guance. "Va tutto bene?" Gli chiese.
-"Prendi questo, stai tremando." Gli Disse Joseph e gli porse il suo giubbotto di pelle. "Non sarà molto ma meglio di niente." Aggiunse.
-"Grazie mille." Biascicò in risposta il moro e si affrettò a prendere e indossare il giubbotto dell'amico. "Che cosa ci fate da queste parti?" Chiese ai due.
-"Stavamo per andare in pizzeria." Rispose Joseph. "Vuoi unirti a noi?"
-"Grazie per la proposta ma non sono dell'umore, sarà per la prossima volta." Replicò il più grande e si sforzò di sorridere ma il risultato non fu dei più soddisfacenti.
Daphne, che si era appena seduta alla sua destra, gli mise una mano sulla spalla, coperta dal giubbotto in pelle di Joseph, e gliela accarezzò lentamente.
-"Benjamin, è successo qualcosa?" Gli chiese. "Sembri davvero distrutto, va tutto bene?" Continuò.
Benjamin sospirò e si prese il volto tra le mani. Le luci di Boca iniziavano ad accendersi l'una dopo l'altra illuminando la piazza dove i tre ragazzi erano seduti, illuminando i passanti che lanciavano un'occhiata curiosa al ragazzo che sembrava distrutto. Illuminando tutto tranne il cuore di Benjamin.
-"No, Daph, niente va bene." Disse, anche se la sua voce risultava attutita per via delle mani sul volto. "Sono uno stupido ed è giusto che mi vada tutto male."
-"Ehi, non pensarlo nemmeno." Rispose Joseph e gli tolse le mani dal viso. "Tu non sei uno stupido e meriti solo il meglio di questo mondo." Aggiunse e gli passò una mano sulla fronte per allontanargli i capelli.

-"Il mondo mi aveva dato il meglio ma io non sono riuscito ad apprezzarlo nel modo giusto." Replicò Benjamin, la voce ridotta ad un singhiozza e la costante sensazione di poter scoppiare a piangere da un momento all'altro.
-"Ti riferisci a Federico?" Chiese Daphne, ancora con la mano sulla spalla del ragazzo, e il moro annuì. "Ti va di raccontarci che cosa è successo?" Continuò. "Magari possiamo aiutarti, in fondo conosciamo Federico da un po'." Aggiunse.
Il moro prese un respiro profondo e annuì, forse Daphne aveva ragione e avrebbero potuto aiutarlo.

Benjamin raccontò ai due ragazzi tutto ciò che era successo, cercò di non inserire suoi commenti personali per permettere ai due di avere una panoramica generale dell'accaduto e non solo dal suo punto di vista. Aveva raccontato loro la mattina al mare e anche il loro litigio del pomeriggio, di Marcus, della pallonata e, infine, anche del modo in cui era uscito di casa e aveva ignorato tutti i messaggi e chiamate di Federico.
-"Certo che Federico è davvero uno stronzo." Commentò Joseph alla fine del racconto. "Di sicuro tu hai sbagliato ad andare con quel Marcus, lui però si è dimostrato uno stronzo immaturo a lasciarti in spiaggia da solo.
Poteva aspettare, o raggiungerti, e chiarire." Continuò. "Che stronzo!" Ripetè.
-"Ha imparato dalla migliore." Rispose Daphne, con un tono di voce orgoglioso, e si gettò i capelli dietro le spalle. "Comunque questo è Federico, agisce senza pensarci e neanche si pente.
Sbaglia ma non chiede scusa, non è cattivo però." Continuò. "Ha solo sofferto molto e ora gli viene naturale far soffrire gli altri.
Con te sta facendo un grande sforzo, ci tiene davvero a te, ma ci sono dei momenti in cui smette di pensare e questi sono i risultati." Concluse indicando il ragazzo e la situazione in cui si trovava.
-"Forse non ci tiene poi così tanto a me." Sussurrò Benjamin e abbassò il capo. "Forse lui ha ragione e io lo faccio star male con il mio amore..."
-"Non pensarlo nemmeno, Benjamin, non pensarlo." Disse Joseph. "Federico tiene tanto a te, più di quanto abbia mai tenuto a chiunque altro.
Tiene più a te di quanto abbia mai tenuto a Thomas, sceglierebbe te anche se dall'altro lato ci fossero i suoi genitori." Continuò. "Lui sceglierebbe sempre te, perché tiene tantissime a te."
-"Lui forse non ha il coraggio di dirtelo ma io sì." Rispose Daphne. "Federico ti ama." Disse. "Ed è spaventato da questo perché non è abituato a provare qualcosa di così forte verso una persona, ancor meno verso una persona che sa tenergli testa.
Tu sei tutto ciò di cui Federico ha bisogno." Continuò. "Ti chiedo solo di avere un po' di pazienza con lui.
Commetterà molti errori perché non sa gestire questo sentimento, tenterà di allontanarti ma tu prendigli la mano e fagli capire che se tu andrai lontano lui verrà con te." Aggiunse. "È un sentimento nuovo per lui, è più forte di quanto lui possa immaginare, e ha bisogno che qualcuno gli dica che andrà tutto bene."
-"E tu devi essere quel qualcuno, Benjamin." Concluse Joseph e inclinò la testa da un lato per sorridergli. "Vai da lui e digli che lo ami, abbraccialo e fagli capire che avete un futuro insieme."
-"E fagli capire anche che la sua amica Daphne ha già comprato un bellissimo vestito per quando vi deciderete a sposarvi di nuovo." Disse Daphne. "Sempre se questa volta mi inviterete, ovvio.
In caso contrario fossi in voi non mi sentirei al sicuro da nessuna parte nel mondo."

Benjamin si sentiva decisamente meglio dopo aver parlato con Daphne e Joseph, questi gli avevano fatto capire quanto Federico tenesse a lui e voleva crederci, voleva credere che avessero ragione.
Voleva credere che Federico lo amasse.
Con il sorriso stampato sul volto, Benjamin aprì la porta di casa e fece più attenzione possibile nel richiuderla, voleva fare una sorpresa a Federico e sperava che le rose che gli aveva comprato potessero aiutarlo.
Il moro uscì dal piccolo ingresso e si guardò intorno alla ricerca della testa bionda di Federico.
"Non è in salotto." Pensò Benjamin e mentre stava per andare in cucina sentì dei rumori proveniente dal piano superiore. "Allora è in camera da letto!" Sorrise il ragazzo e si affrettò a salire i gradini che lo dividevano dal suo Federico.

Il cuore gli batteva all'impazzata quando raggiunse la camera da letto, la porta era chiusa ma Benjamin riusciva già a percepire la presenza dell'altro, quasi come se avesse un radar.
-"Sono qui, piccolo mio." Sussurrò Benjamin e, emozionato, aprì la porta della camera.
Il sorriso svanì dal volto di Benjamin, le rose caddero sul parquet in legno e il ragazzo dovette appoggiarsi alla porta per evitare di cadere sul pavimento. La testa di Benjamin girava vorticosamente e non seppe dire in che momento la porta smise di essere un sostengo, in che momento cadde sul pavimento. Il viso del ragazzo si bagnò di lacrime salate che bruciavano la pelle al loro passaggio, l'aria sembrava essere scomparsa.
Benjamin era come morto.
-"No..." Singhiozzò Benjamin. "Non può essere..."
-"Benjamin!" Esclamò Federico.
Federico che era a letto con un altro.

Married? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora