One.

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«Prima o poi a tutti capiterà di avere un amore folle, un amore malato che ci porterà a perdere la nostra identità, perché quando siamo accanto a lui diventiamo un'altra persona.
A tutti capiterà di provare un sentimento tanto forte da chiedersi se si può morire per il troppo amore, per questo stesso sentimento faremo delle follie e minuto dopo minuto capiremo quanto sia sbagliato dipendere da una persona ma, allo stesso tempo, non riusciremo a farne a meno perché quella persona ci ha dato qualcosa che mai in vita nostra, prima di quel momento, avremmo avuto veramente, ci darà la felicità.
Arriverà il momento, però, in cui ci chiederemo se per questo amore ne vale la pena e la risposta sarà sì.
Perché quello sarà vero amore e per il vero amore varrà sempre la pena.»

Luci al LED di ogni colore riempivano ogni angolo di quella stanza, altrimenti buia e nera, si spostavano da una parte all'altra del grande spazio e illuminavano tutto ciò capitasse sotto il loro raggio.
La musica era alta, fin troppo alta per i gusti di chi abitava nelle vicinanze, canzoni di ogni genere si susseguivano l'una dopo l'altra in quella notte di follia, giovani sudati e accaldati si muovevano in mosse per lo più casuali a ritmo delle note, mani alzate al cielo coperto da un soffitto nero da cui pendevano sfere specchiate di ogni dimensione che, quando la porta d'ingresso veniva aperta per permettere ad un nuovo giovane libero di entrare, si urtavano tra di loro provocando un tintinnio che risuonava piacevole tra le note di qualche canzone.
Il rumore dei bicchieri poggiato sul bancone in marmo grigio chiaro, il suono della risata di qualcuno, la voce di altri mentre cantavano a squarciagola la loro canzone preferita, il tintinnio di bicchieri che si scontravano per brindare, la porta d'ingresso nera lucida che continuava ad aprirsi e a chiudersi, tutti quei rumori caratterizzavano quel luogo.
Caratterizzavano Utopia.
Utopia, era quello il nome del locale dove molti giovani di Boca Raton erano soliti riunirsi quando la luna illuminava il cielo, quando nessuno li avrebbe giudicati.
Utopia era tra le più famose discoteche di Boca ma non era ben vista da tutti gli abitanti della bella cittadina della Florida, infatti, quella discoteca era diventata negli anni riservata solo agli omosessuali, non che fosse scritto da qualche parte ma ormai vantava quella fama e al proprietario non dispiaceva, un posto dove questi erano liberi di essere ciò che erano realmente senza temere lo sguardo accusatorio di qualcuno che si credeva migliore, chiunque entrasse in quel posto trovava il suo spazio nel mondo, tra i coriandoli colorati che cadevano leggiadri sulla pista da ballo lucida, tra quei drink di cui quasi nessuno conosceva il nome, tra le risate di chi si sentiva libero.
Ciò che succedeva all'interno di Utopia era pura follia mista alla libertà ma c'era un solo problema, ciò che succedeva lì dentro era destinato a terminare in quella stessa sala o almeno era ciò che era successo fino a quella sera.

Sotto richiesta di una ragazza dai capelli raccolti in uno chignon e particolarmente brilla, il dj aveva fatto partire le note di Caliente, suscitando un grido di sorpresa tra il pubblico che però non smise di ballare ma la loro attenzione, dopo soli pochi istanti dall'inizio della canzone, venne attirata da un ragazzo sulla trentina, camicia hawaiana e pantaloni chiari, che stringeva tra le mani un microfono ed era affiancato da un giovane decisamente di bell'aspetto.
-"Allora ragazzi, è giunto il momento tanto atteso!" Esclamò allegro l'uomo che continuava a spostare lo sguardo da una parte all'altra della stanza.
Tra quelle quattro mura un grido di gioia si diffuse, tutti sapevano che cosa stava per succedere.
-"Il body shot sta per iniziare e oggi questo bel ragazzo sarà uno dei protagonisti." Continuò a dire l'uomo al microfono e fece segno al ragazzo che lo affiancava di avvicinarsi.
Capelli mori, petto nudo e fisico scultoreo, occhi chiari e sorriso che avrebbe fatto impazzire anche l'uomo etero più convinto, decisamente quella sera ci sarebbe stato molto caos per aggiudicarsi  quel corpo meraviglioso.
-"Lui è Benjamin, è la prima volta che viene in questa discoteca e gli piacerebbe trovare qualcuno che gli spieghi come funzionano qui le cose, se capite che cosa intendo." Disse e fece un'occhiolino al pubblico che si era decisamente riscaldato. "Uno solo però sarà il fortunato, chi sarà?" Chiese con una punta di malizia nella voce.
Mentre ragazzi di ogni età iniziavano a litigare animatamente per aggiudicarsi quel ruolo, un ragazzo dai capelli biondi, quasi platino, spintonò diversi di loro e salì sul piccolo palco dove era stato posizionato un tavolo e degli alcolici per l'evento.
-"Lo farò io." Disse.
Non appena i presenti sentirono la voce di quel ragazzo si ammutolirono, nessuno avrebbe mai osato mettersi contro di lui, era raro si sottoponesse a giochi di quel genere ma quando lo faceva significava che l'altro gli interessava davvero e non si sarebbe fermato tanto facilmente.
-"Oh, Federico, un vero veterano di questa discoteca!" Esclamò l'uomo con la camicia hawaiana. "Da quanti anni vieni qui? Due, tre? O forse cinque?" Chiese con tono divertito al biondo.
-"Jake, tu sei qui da quando le mummie ancora erano vive, fossi in te penserei a me stesso e a quei fastidiosi capelli bianchi che ti stanno spuntando." Rispose con tutta calma il ragazzo e si tolse il gilet di jeans.
Federico Rossi, conosciuto da tutti in quella discoteca per i suoi occhi magnetici che facevano sentire chiunque li guardasse in paradiso per un momento, era il ragazzo che tutti volevano lì dentro ma erano in pochi a riuscire ad ottenerlo e quel ragazzo appena arrivato di nome Benjamin sarebbe stato il prossimo.
-"Sempre il solito." Sbuffò Jake e alzò gli occhi al cielo, non davvero offeso.
Federico gli sorrise divertito, prima di superarlo e rivolgere tutte le sue attenzioni a quello che era diventato la sua nuova preda.
-"Sdraiati pure, tesoro." Gli disse e gli porse una mano per aiutarlo a sdraiarsi sul tavolo nero.
-"Allora, che cosa scegli Federico?" Gli chiese l'uomo con il microfono.
Il biondino si prese qualche momento per esaminare bene tutti gli alcolici presenti, prima di rispondere.
-"Tequila!" Esclamò e prese la bottiglia da lui scelta.
-"Bene, sai come si gioca, no?"
-"Si gioca a modo mio, Jake, dovresti saperlo."
Sotto lo sguardo famelico e lussurioso dei presenti, Federico, che si era spogliato della sua t-shirt bianca, si sistemò sul corpo mezzo nudo del moro e gli sorrise.
-"Sembra divertente." Disse imbarazzato il moro.
-"E questo è solo l'inizio del gioco, moretto." Rispose Federico con tono malizioso. "Sei pronto?" Gli chiese e l'altro, per tutta risposta, annuì.
Federico perse ancora per un momento per guardare gli occhi del ragazzo moro, prima di aprire la bottiglia, gettare il tappo alle sue spalle e con gesti lenti e attenti versò una piccola quantità di quel liquido nell'ombelico del moro, facendolo rabbrividire.
-"Il gioco è iniziato." Ghignò il biondo prima di abbassarsi sul ventre dell'altro e iniziare quella che sarebbe stata una lunga e lenta tortura.

Married? || Fenji.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora