12. Voglio l'amore, principessa.

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Ho dedicato questo capitolo a Sam e a Matthew, voglio che li conosciate ancora un po'.
Buona lettura!
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«No, no, no», muovo freneticamente la testa e massaggio le mie tempie.
Sono seduta su una normalissima panchina di legno, ma dentro ad una fottuta cella di una squallida prigione.
Matthew è in piedi davanti a me e cammina da un'estremità all'altra della stanza.
«No, no, no», continuo, «Questo non sta accadendo a me»
«Ma vuoi stare zitta due secondi?».

La mia testa pulsa, le gambe non riescono a smettere di tremare.
«Da quando ti conosco la mia vita va a rotoli!», adesso me la prendo con lui che mi fulmina immediatamente con lo sguardo, ma non dice una parola.
Si siede accanto a me e sbuffa, anche la sua gamba trema, «È solo per una notte, principessa. È la regola, ci hanno trovati nel bel mezzo di una rissa. Qualcuno verrà a prenderci domattina e sarà tutto come prima»
«Mio padre mi ucciderà», piagnucolo, non voglio nemmeno pensare alla sua reazione.
Posso già considerarmi morta.
Per un attimo penso solo al mio tenero papà, ma poi un altro pensiero invade la mia mente.

«Il tirocinio!», mi alzo di scatto e mi avvicino alle sbarre, «Fatemi uscire!», strillo, «Vi prego, fatemi uscire!».
Il dottore mi tappa la bocca con una mano e mi incastra contro il muro, i miei occhi verdi sono fissi nei suoi.
«Se ti comporti in questo modo non ti faranno uscire prima», borbotta, «Mantieni la calma e aspetta»
«Non posso mantenere la calma», deglutisco prima di continuare a parlare, «Domani inizia il mio tirocinio, non posso mancare»
«Non mancherai», cerca di rassicurarmi, ma il suo tono di voce non è molto d'aiuto.
«E mio padre mi rinnegherà», aggiungo, un brivido percorre la mia schiena.
Sono nella merda.

«Non lo farà», afferra la mia mano e le nostre dita si incrociano, mi trascina fino alla panchina e ci sediamo, la mia mano ancora nella sua.
«Voglio che tu respiri profondamente», sussurra, il suo pollice disegna dei cerchi sulla mia pelle, «Andrà tutto bene, okay?».
Adesso mi guarda e annuisco, anche se dentro di me muoio di ansia.
Nella stanza piomba il silenzio, si sentono solo i nostri respiri.
Appoggio la mia schiena al muro e chiudo gli occhi, immaginando di essere nel mio letto senza nessun tipo di problema.

Sento lo sguardo di Matthew addosso e poco dopo, infatti, è lui a parlare, «Non ti dà fastidio?»
«Cosa?», rispondo senza guardarlo.
«Essere così... Così bella», abbassa il tono della voce, «Essere fissata da tutti», aggiunge.
«Non mi fissano tutti»
«Si girano tutti a guardarti».
Sbuffo e scrollo le spalle, so che molte persone mi scrutano, ma non ci faccio più caso, mi sono abituata.
«Non è così fastidioso come pensi».
Si passa una mano tra i capelli castani, il suo pomo d'Adamo va su e giù.

«Scusa ancora per prima», sussurra, «Non so cosa mi è preso», si riferisce alla sua reazione esagerata per le mie domande, presumo.
Annuisco e mi sforzo di fargli un sorriso, «Può capitare a tutti un momento no».
Torna il silenzio e il panico riprende il sopravvento.
Mi mordo il labbro fino a sentire il sapore del sangue e respiro profondamente per poi lasciarmi sfuggire una lacrima che asciugo velocemente.
Ecco, come una deficiente, piango quando sono nervosa.
Un'altra lacrima sfugge dai miei occhi e mi giro per non farlo notare al dottore.
«Principessa, per favore», borbotta, «È tutto okay, non piangere».
Missione annullata.
Ripeto, missione annullata.

Tiro su col naso mentre lui appoggia la sua testa sulla mia spalla, posso sentire il suo fiato sulla mia pelle che viene invasa da piccoli brividi ad ogni suo respiro.
«Perché capitano tutte a me ultimamente?»
«Porto sfiga», dice lui, serio.
Ridacchio e annuisco, «Forse sì»
«Che stronza, dovevi dirmi che non è colpa mia»
«Certo che è colpa tua», ribatto.
Mi pizzica un fianco e scoppio a ridere, ma torno subito dopo a nuotare nella mia ansia.

UN MARE DI BUGIE || COMPLETA. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora