Prima prova #1

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@Eternity_Hook

Rating: giallo

Coppia: Klance (yaoi)

Parole: 2261

Tema: rabbia

Rivela chi sei davvero

L'impazienza era lo stato d'animo che decorava vistosamente Lance, un ragazzo che non poteva essere definito normale in nessun senso. Semplicemente, stava per ricevere un regalo, a detta del padre, sorprendente ed unico nel suo genere. Si trovavano nel grande salone, il padre gli teneva la mano sulla spalla, in segno di un affetto solenne da reale qual'era. Lance, invece, era tutt'altro che regale: non appena vide una grande bolla che sembrava avere all'interno una sorta di gas violaceo, non trattenne l'euforia e cominciò a saltellare e ad emettere versetti poco virili, lanciò poi uno sguardo supplichevole al padre come lui sapeva fare, e questi gli concesse di andare a curiosare. Fino a prova contraria, era il suo regalo. Lance si avvicinò sempre di più alla grande bolla ma... non comprendeva cosa fosse, cosa o se vi fosse qualcosa all'interno. Il suo sguardo indagatore cominciò a perquisire la bolla, si strofinò il mento pensieroso poi, ebbe l'idea di avvicinare il dito alla bolla e colpettò delicatamente. D'un tratto, dallo spesso gas, ne uscì un essere che piombò aggressivamente sulla parete della bolla col palese tentativo di aggredire il ragazzo il quale, fortunatamente, era protetto dalla presenza della bolla. Lance, spaventato, arretrò e istintivamente portò le braccia in avanti come per pararsi dal balzo dell'essere, ed emise una lesta, virile grida che si proteatte per tutto il salone. Poi cadde a terra con ancora il cuore a mille. <<COSA DIAMINE SAREBBE?!>> domandò stridulo il ragazzo, giustamente. Il padre, non sapendo cosa inventarsi, inizialmente balbettò e poi mise in ballo una scusa già sentita <<Non ne ho idea, avevo intenzione di farti un regalo e ho chiesto aiuto ai servi che ti hanno portato questo... avevi sempre desiderato un animaletto no?...>>

<<Si, ma questo è un galra: l'essere più aggressivo di questo pianeta!!>>

<<Mi spiace figliolo mio, ordinerò immediatamente che venga riportato dov'è stato preso-..>> ma prima che potesse ordinare qualcosa ai servi, ancora presenti, Lance lo bloccò istantaneamente con un cenno del braccio <<Fermo papà, non ho mica detto che non mi piace, anzi...>> si rialzò e si riavvicinò alla bolla dove il galra era ancora spiantato e tentava di romperla graffiandola come fosse stato una bestia <<credo che diverremo ottimi amici, non è vero Keith?>> disse Lance con tono talmente innocente da essere paragonabile a un bambino, già: Lance era l'umano più innocente che si potesse conoscere, ogni suo atto era puramente frutto di inconsapevolezza, di bontà, senza essere intriso di alcun tipo di malizia. Un bel ragazzo dai corti capelli color del cioccolato e che conservava l'esotica carnagione del lontano paese d'origine, Cuba, che stregava chiunque con quel suo particolare sguardo color del mare inoltrato, ove chiunque rischiava perdersi. E per non parlare del suo temperamento vispo e dolce! Insomma, Lance, era a tutti gli effetti un ragazzo d'oro: questo era il quadro che il grande sovrano aveva di suo figlio, un ragazzo apposto e che non sarebbe stato in grado di fare del male a niente e a nessuno, anzi, che fosse addirittura in grado di tramutare l'ombra in luce, un potere che l'uomo aveva sempre fatto credere al figlio di possedere;

con un sorriso mesto e sguardo melanconico, il sovrano si avvicinò al giovane nobile, il quale, era troppo intento a mantenere il cristallino sguardo al galra che, contrariamente, continuava a graffiare sulla bolla nel vano tentativo di uscirne. <<Hai deciso di dargli il nome di lui eh?>> chiese incuriosito l'uomo strofinandosi tra l'indice e il pollice quel folto ciuffo argenteo della barba. Lance si voltò verso di lui con gli occhi leggermente lucidi che ricordavano ancora un'immagine di quel Keith che tanto adoravano tutti e che non aveva potuto vedere il suo giovane amichetto crescere assieme a lui. <<Si, era il mio più grande desiderio poter rinominare il suo nome senza che qualcuno piangesse o abbassasse il capo dispiaciuto papà>> ma fu la contraddizione più grande della sua vita proprio perché, dopo aver pronunciato quelle ultime parole, abbassò gli occhi i quali minacciavano la scesa di una lacrima. Il grande capo non sopportava vedere suo figlio in quel modo, triste e desolato. Non riteneva che il giovane dovesse meritarselo dopo che ebbe sofferto così tanto a causa della morte dell'amico d'infanzia, dopotutto, non fu certo colpa di lui o di Keith. Di nessuno. <<Non devi sentirti in colpa, Lance. Le cose cambiano, scorrono come un fiume e non rimangono mai le stesse. Purtroppo, se Keith ora non è qui, è perché era destinato ad incontrarti e ad andarsene in seguito>> l'uomo avvertiva che il cuore di Lance non avrebbe retto il dolore riemerso semplicemente dal proferire quel nome, una ferita che non si era cicatrizzata del tutto e che continuava a dolere come il primo giorno. <<Succede Lance. Ma lui sarà sempre accanto a te come lo era prima>> concluse infine, portando nuovamente la propria mano sulla spalla di Lance che, distolto improvvisamente da quel tocco, si volse a guardare il padre con un luccichio spaesato ma grato, l'uomo allargò le braccia e il figlio non seppe trattenersi, quindi vi si gettò. A seguito di quel breve ma intenso abbraccio, Lance chiese se fosse stato possibile far uscire il galra, o meglio, Keith cosicché i due avrebbero avuto modo di approcciare anche esternamente a quella bolla che sicuramente fungeva da prigione per il povero alieno. Detto fatto, il sovrano ordinò ai suoi servi di far uscire il galra dopo averlo assicurato con i dovuti apparecchi quali una catena con il quale Lance avrebbe potuto portarselo a passeggio senza perderlo di vista e di un complesso collare di protezione che emetteva una scarica elettrica in tutto il corpo del galra ogni qual volta veniva attivato il bottone presente su un mini telecomando. Dopo un esaustiva spiegazione su come avrebbe dovuto usare il mini-telecomando, il ragazzo fece dei veloci cenni di 'si' col capo per far intendere che aveva capito tutto ma, a dirla tutta, tutto quello che Lance desiderava in quel momento, era poter mettere mano su quella stupenda creatura che, fuori da quella prigionia sferica, pareva ancor più spettacolare: aveva un manto indaco acceso e che dava piacere alla vista, gli occhi avevano il tipico taglio sinuoso del gatto, con folte ciglia nere, più magnifici, quasi divini, erano gli espansivi iridi color giallo, privi di qualunque riferimento alla pupilla. Era un essere indescrivibile che non aveva mai avuto l'occasione di vederlo da una vicinanza così riduttiva. Lance non poté trattenere un commento riguardo la grande chioma che gli incorniciava il viso <<Sono così morbidi>>, la sua mano continuava a strofinare tra le ciocche nero pece del galra, alquanto infastidito da quel contatto fisico fin troppo confidente per i suoi gusti. Lo si percepiva dai ringhi e dai continui tentativi di mordergli la mano che gli erano costati una e più scariche che, alla fine, lo acquetarono -più o meno.

❄S.O.S.Y.C Contest di scrittura Eternity_hook❄Where stories live. Discover now