Capitolo 34

683 40 0
                                    

~Skinny love~

Stephan ormai se n'era andato da due orette circa, avevo accettato di andare a cena con lui.
Aveva detto che mi avrebbe fatto bene una serata lontana dalle preoccupazioni.
Mike ancora non si era fatto sentire.
E io mi sentivo sprofondare negli abissi.

Provai a mandargli qualche messaggio, ma con nessuna risposta da parte sua.
Riccardo e gli altri, mi chiamavano ad ogni minuto per sapere come stavo, se avevo bisogno di qualcosa, se mi sentivo sola, se stavo bene, se stavo male.

Loro avevano sentito tutto quella sera e si sentivano, in qualche modo, colpevoli, anche se gli ripetevo di non esserlo perché non c'entravano assolutamente nulla.

Erano circa le sei del pomeriggio e io ero intanata ancora nella mia camera, con le tapparelle, dell'unica finestra che avevo in stanza, serrate.
Nessun tipo di luce filtrava nella mia stanza.
Ero solamente io e il buio.

Ma a volte ci sta nella vita stare da soli al buio nella propria stanza a riflettere su ciò che si sta facendo della propria vita.
E a volte si diventa proprio dei filosofi a forza di pensare e ripensare alla nostra vita.

***

Verso le sette, circa, ero giá pronta.
Indossavo un semplice tubino nero con dei tacchi non troppo alti dello stesso colore.
Quella sera, lasciai i miei capelli sciolti e mi truccai con solo del mascara.

<<Divertiti tesoro>> disse mia madre mentre io aprivo la porta di casa dato che Stephan era giá arrivato.
<<Certo, ciao mamma>> risposi sospirando mentre mi chiudevo la porta alle spalle.

Entrai nella limousine e vidi Stephan in smoking nero con il suo ciuffo, non troppo prosperoso, perfettamente all'insù.
<<Sei magnifica>> disse mentre mi sorrideva.
<<Grazie... anche tu non stai male>> risposi ricambiando debolmente il suo sorriso.

<<Come va?>> mi chiese mentre ormai l'autista aveva messo in moto la limousine.
<<Va>> risposi semplicemente sospirando.
Stephan mi fece mezzo sorriso e poggiò delicatamente la sua mano sopra la mia coscia.

<<Sta tranquilla... stasera, non penserai a nulla>> disse togliendo poi la sua mano.
Risposi con un debole sorriso mentre fissavo il paesaggio dal finestrivo di quella lussuosa auto.

***

Non appena arrivati, ci sedemmo nel tavolo più appartato del ristorante.
Di tanto in tanto, qualche occhiata dalle altre persone ci arrivava addosso, beh, come dargli torto, il figlio del famosissimo cantante Gorwell cenava con la cantante emergente che stava producendo, non era una cosa da tutti i giorni.

<<Scusami, non pensavo che avessimo troppi occhi addosso>> disse Stephan abbassando lo sguardo verso il bianco e lucente piatto sotto ai suoi occhi.
<<Sta tranquillo... non importa, va bene così>> risposi soddidendogli leggermente.

***

La cena passò.
E non desideravo altro.
Mi ero sentita talmente fuori posto.
Ma la colpa non era di Stephan, anzi, se non fosse stato per lui, sarei stata ancora peggio.

Per tutta la serata non ho fatto altro che ridere, ma morivo dentro.
Ma non potevo di certo far sentire inutile Stephan, era stato così carino con me.

<<Spero tu ti sia divertita>> disse riportandomi alla realtà mentre passeggiavamo sull'erba di un piccolo parchetto accanto al ristorante.
Mi girai a guardarlo, gli sorrisi e annuì con la testa.
<<Però adesso sono parecchio stanca... puoi riportarmi a casa?>> gli chiesi sospirando.

<<Ma certo, l'auto è a due passi>> rispose indicandomi l'asfalto oltre il verde di quel parco.

Salimmo sull'auto e per tutto il tragitto stesi in silenzio.
<<Sam... dimmi la veritá, come va realmente?>> mi chiese rompendo quel silenzio assordante all'interno della limousine.

Lo guardai e abbassai poi lo sguardo come una bambina che aveva appena rubato delle caramelle.
<<Non va...>> risposi semplicemente.
<<Perchè allora mi hai fatto credere che andava tutto bene?>>.
<<P... perchè ti sei talmente impegnato stasera a cercare di farmi ridere che, non volevo farti sentire inutile...>>.

I miei occhi lentamente si lucidarono.
Mi sentivo talmente stupida.
<<Sam, la prossima volta, promettimi che quando starai male, me lo dirai chiaramente okay?>> mi chiese.
Annuì con la testa sbattendo ripetutamente le palpebre per ricacciare le lacrime che minacciavano di uscir fuori dai miei occhi.

<<Penso che adesso ti serva del tempo per stare da sola, in questi momenti, tutti ti sembrano inutili>> rispose Stephan sospirando.
<<Esatto>> dissi con un filo di voce.
<<Però se, proprio non ce la fai, puoi sempre chiamarmi>>.
<<Lo farò sicuramente>>.

Ci sorridemmo a vicenda e poi scesi dalla limousine, dato che eravamo ormai arrivati di fronte casa mia.
Il bolide, sfrecciò via e non appena mi girai dalla parte della mia porta di casa... me lo ritrovai davanti.

Lui.

Hello.
Scusate l'eccessiva assenza, ma la scuola mi occupa davvero molto tempo.
Sto lavorando anche a perfezionare il prologo del mio progetto di cui vi ho parlato nel capitolo precedente e anche nelle altre mie storie che potete trovare nel mio profilo.
Fatemi sapere se questo capitolo vi è piaciuto❤.
E niente, spero di essere più attiva e voglio anche voi parecchio attivi❤.
Ve saluto e ve ringrazio❤.
-Clelia💜

Reality. ||Michele Merlo||Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin