Capitolo 20

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📌~The music producer~📌

Entrai nel bar pieno zeppo di persone.
Mia mamma era al bancone e i camerieri che aveva assunto, giravano fra i tavoli come palline di flipper.

<<Tesoro, vieni qui!>> disse mia madre non appena mi vide facendomi arrivare dietro al bancone sul quale era appoggiata con le sue braccia.
<<Lo vedi? Il biondino al tavolo sette>> mi indicò mia madre.
Sforzai leggermente gli occhi per fissare ogni singola persona dato che il bar era pieno zeppo di clienti.
<<Dai su Sam, dov'è sta Carlo, alla sua sinistra>> mi precisò mia madre.

<<Ah si si okay lo vedo!>> dissi io guardando bene.
<<Mamma ma... sará soltanto qualche anno più grande di me>> aggiunsi poi.
<<Ha ventitrè anni, si chiama Stephan, abita a New York e sai suo padre chi è?>> mi chiese mia madre.
<<Mh... chi?>> chiesi confusa.
<<Gorwell>> rispose poi decisa.
<<Oh mio Dio! Il famoso cantante!?>> risposi scioccata.
Mia madre annuì sorridente.

Gorwelle era il cantante più conosciuto in tutto il mondo, i suoi pezzi erano sempre al secondo posto nella classifica mondiale!.

<<E tu, hai trovato suo figlio qui a Roma?!>> gli chiesi stupita.
<<Beh, totalmente a caso l'ho incontrato! Stavo al colosseo ed era seduto su una panchina, mi ci sono avvicinata e gli ho parlato di te e ha detto che sarebbe venuto per sentirti suonare stasera e adesso è qui dato che era anche curioso di vedere il mio bar>> rispose mia madre sorridente.

<<Oh mio Dio, è davvero fantastico mamma! Ti adoro!>> esultai felice.
<<Allora perché non vai a sederti accanto a lui, così intanto gli parli di te>> disse mia madre facendomi l'occhiolino e sorridendomi.

Io annuì e mi avvicinai lentamente verso quel ragazzo dai capelli biondo cenere e dagli occhi grigi che stava sorseggiando tranquillamente del caffè.

<<S...salve, lei è...>>
<<Stephan Gorwell>> rispose per me sorridente.
<<E tu sei la figlia della proprietaria di questo bar?>> mi chiese poi abbassando leggermente i suoi occhiali da sole per guardarmi meglio.
<<Si...si sono Sam, piacere>> risposi io porgendogli la mano che lui strinse subito dopo.

<<Prego siediti>> disse mostrandomi un sorriso smagliante dai suoi denti perfettamente dritti e splendenti.
<<E così, tu suoni e canti>> disse poi prendendo la sua tazzina di caffè e portandola alle sue labbra.
<<Si esattamente>> risposi mentre fissavo ogni suo movimento come se fosse la cosa più bella e graziosa del mondo.

<<Sará un piacere allora sentirti stasera>> disse Stephan sorridente come sempre.
Io sorrisi per ringraziarlo.
<<È davvero gentile da parte sua dedicarsi alla scoperta di nuovi personaggi>> dissi poi fissandolo attentamente nei suoi occhi.

<<Ti prego dammi del tu>> ridacchiò lui.
<<Oh...okay>> risposi sorridendo timidamente.
<<In realtà è sempre bello scoprire qualcuno con del talento>>
<<E sono sicuro che tu ne hai, e anche molto>> aggiunse Stephan guardandomi fisso nei miei occhi.

<<Beh grazie>> fu l'unica cosa che seppe uscire dalla mia bocca.
<<Allora io vado, ho tantissime cose da fare, ci vediamo stasera Sam>> disse Stephan sorridente.
<<Io sarò quella sul palco>> risposi ridendo insieme a lui.

Poi se ne andò con il suo solito sorrisone che mi aveva rivolto per tutta la durata della conversazione.
Ritornai dietro al bancone con mia mamma che scriveva sul blocco note.

<<Allora, com'è andata?>> mi chiese mia madre senza distogliere per un'attimo gli occhi da ciò che stava scrivendo.
<<Eh... simpatico dai>>
<<Quindi, potrebbe nascere qualcosa?>>
<<Mamma ma che dici! Ti pare che vado col primo che incontro, e poi non stra-vedevi per Mike?>>
<<Beh, si, ma insomma vorresti lasciarti scappare un tipo come Stephan Gorwell?>>
<<Mamma, credo che i troppi clienti ti abbiano fuso il cervello>> risposi ridacchiando e indicando l'ammasso di persone sedute in quella sala.

Lei alzò lo sguardo guardando uno ad uno i suoi amati clienti mentre gli occhiali da vista gli cadevano sulla punta del naso.
P

iano piano la gente iniziava ad andare dato che si era fatta ora di pranzo e dovevamo chiudere.

Alle quattordici in punto, chiudemmo e salimmo per prepare il pranzo.
<<Allora, pasta o sandwich?>> mi chiese mia madre mentre io andavo nella mia stanza a buttarmi sul mio letto.

<<Ti prego sandwich per tutta la vita>> risposi con tono di pietá dato che non avevo un buon rapporto di amicizia con la pasta.
Sentì mia madre ridacchiare e subito mi alzai per andare in cucina.

<<Allora, hai già deciso che pezzi suonare?>> mi chiese mia madre mentre mi porgeva il panino appena fatto.
<<Mh... ne avrei uno, ma ne vorrei preparare almeno altri due>> risposi sospirando mentre inghiottivo il boccone di pane e prosciutto.

<<Perché non fai Albachiara e qualcosa dei Linkin Park? Hai una forza vocale davvero notevole e secondo me potresti farcela>> disse mia madre.

Per poco non mi andava di traverso boccone di pane che avevo.

Io? Con i Linkin Park? E chi mai poteva imitare Chester? Insomma, Chester era Chester e non avrei mai potuto mettermi in pari con la sua voce e poi Vasco Rossi...

<<Mamma ma sei impazzita? Sono mostri della musica quelli che hai nominato! Non potrei mai! E se stonassi sarebbe un oltraggio!>> risposi seria e scioccata.
<<Oh andiamo Sam, ti ho sentito mentre suonavi e cantavi "What I've done" e poi tu ami Vasco Rossi, sin da quando eri piccola, Sam, quando ti si presentano occasioni del genere, devi tirare fuori tutta te stessa>> disse mia madre mentre si versava dell'acqua nel suo bicchiere.

<<Provaci, se poi non te la senti per niente, prova qualcos'altro da cantare e suonare per stasera, ma secondo me saresti una bomba con quei due pezzi>> aggiunse mentre mandava giù un sorso d'acqua.
Io la guardai poco convinta di ciò che aveva detto e inclinai leggermente la testa fissandola stranita.

<<E va bene... oggi pomeriggio ci proverò>> risposi sospirando.
<<Bene, adesso aiutami a sparecchiare e fila subito in camera a suonare signorina!>> disse mia madre imitando la voce che faceva papá quando faceva il severo.

<<Si,papá>> risposi ridacchiavo mentre mi alzavo e toglievo le cose dalla tavola apparecchiata.

Dopo aver finito, con un passo felpato mi rifugiai nella mia stanza e iniziai a cercare fra i vari spartiti, proprio quello di What I've Done e di Albachiara.

Mentre cercavo lo sguardo mi cadde sul cestino accanto a quella scrivania bianca e mi ricordai che quella notte, avevo accartocciato e buttato lo spartito di Reality, così lo recuperai e cercai di stirarlo al meglio possibile con le mani dato che era appallottolato su se stesso.

Sorrisi non appena lessi quella firma e mi ricordai di Mike.

Era lui M.B, come avevo potuto non pensarci prima?...



SPAZIO AUTRICE :
Hi people! Come state? Spero bene❤.
Il nome e cognome di "Stephan Gorwell" e del fatto del padre famoso ovviamente lo sono completamente inventato😂😂😂.
Vi è piaciuto il capitolo?😏😏.
Fatemelo sapere commentando❤❤.
Sono le 02:00 di notte ed è bellissimo scrivere a quest'ora ve lo assicuro😂😂😂.
E nieeente.
Ve saluto e ve ringrazio.
-Clelia💜

Reality. ||Michele Merlo||Where stories live. Discover now